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Defendente Sacchi Novelle e racconti IntraText CT - Lettura del testo |
§ II.
GLI ZANNI.
Se frugate in qualche dizionario di conversazione, o giornale pittorico, de’ quali oggimai se ne hanno tanti che la sapienza corre fino ne’ fossi, e cercate notizie d’Arlecchino, vi si dice essere lo stesso che Zanni, e al solito non ne sapete un bel nulla. Cercate di Zanni, e vi narrano che era un buffone da Commedia. Allora tosto vi sorge il pensiero come si convertisse in Arlecchino? Abbiate pazienza: conviene risalire all’archeologia dei buffoni... E non vi sbigottite, intendo solo quei da scena, perchè altrimenti se si volesse parlare di tutti que’ che fecero vario questo bel teatro del mondo, non se ne verrebbe più a capo, e un po’ che si allargasse il significato, chi sa ove finirebbe la gloria della razza umana!
[678] Prima di tutto conviene sapere che lo Zanni, di cui trovate menzione negli antichi comici italiani, non era già un individuo, ma il nome d’un personaggio comico burlesco, come ora sarebbe il caratterista. Nè è già moderno; la commedia risorta lo tolse ai Greci ed ai Romani.
I Greci usarono di chiamare Zanni (Samnos) alcuni scempi che facevano ridere: così li nominò Cratino, e lo conferma Nonnio Marcello, ove dice che i Sannoni sono così detti da Sanni, stolti nei parlari, ne’ costumi, e nelle figure. E giacchè siamo sulle citazioni classiche, eccovi anche Cicerone. — Chi può essere più ridicolo quanto un Sanione, il quale procaccia di far ridere colla bocca, colle contrazioni del volto, coll’imitare i movimenti, la voce e tutto il portare del corpo? —
Gli Zanni, come gli altri comici, portavano una maschera, ma sconcia, nera, senza occhi, e con soli due fori per vedere; un abito a pezze di colore diverso, due scarpette senza pedule, testa rasa, e un breve cappello. Questi mimi di basso stato, si chiamavano in genere anche Planipedi, e se ne vedono spesso nelle commedie antiche.
In Italia, dopo il secolo di Poliziano, lasciato l’originalità che Dante e Petrarca avevano data alla vergine letteratura, tutto si volle coniare sulla latina, e si corse a questa imitazione anche nella commedia. Allora si dimenticò che essa è destinata a rappresentare i costumi contemporanei, e nel modo che sia a intelligenza di tutti, e si [679] fecero commedie foggiate alla romana, e le si scrissero anco in latino; talora si recitavano quelle stesse di Terenzio, e quando pur si fecero italiane, si seguitò per alcun tempo ad attenersi in tutto al tipo antico. Allora il Zanni antico divenne maschera italiana, e il personaggio più burlesco della nuova commedia.
Vedete bene che i principj di Vico conducono a scoprire, non che i cultori dei popoli, ma fino i buffoni della commedia: Zanni è nome collettivo, come Ercole, è un personaggio classico che ne ha creato uno romantico. A questo mondo tutto va per ordine di successione; come alle grandi opere di storia letteraria e dei poemi del secolo passato, succedono nel nostro i giornali e gli almanacchi. Quali poi siano da giudicarsi migliori, ai posteri l’ardua sentenza: — noi chiniamo la fronte alla prepotente moda.