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Felice Venosta
Carlo Pisacane e Giovanni Nicotera o La spedizione di Sapri

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LA SPIGOLATRICE DI SAPRI

(1857)

 

Eran trecento: eran giovani e forti

E sono morti!

Me ne andava al mattino a spigolare

Quando ho visto una barca in mezzo al mare:

Era una barca che andava a vapore,

E issava una bandiera tricolore.

All'isola di Ponza si è fermata,

È stata un poco, e poi s'è ritornata:

S'è ritornata, e qui è venuta a terra,

Sceser con l'armi e a noi non fecer guerra.

Eran trecento: eran giovani e forti

E sono morti!

Sceser con l'armi e a noi non fecer guerra,

Ma s'inchinaron per baciar la terra

Ad uno ad uno li guardai nel viso,

Tutti avevano una lagrima ed un sorriso:

Li disser ladri usciti dalle tane

Ma non portavan via nemmeno un pane:

E li sentii mandare un solo grido:

— Siam venuti a morir pel nostro lido —

Eran trecento: eran giovani e forti

E sono morti!

Con gli occhi azzurri e coi capelli d'oro

Un giovin camminava innanzi a loro;

Mi feci ardita, e presolo per la mano

Gli chiesi: Dove vai, bel capitano?

Guardommi e mi rispose — O mia sorella,

Vado a morir per la mia Patria bella! —

Io mi sentii tremare tutto il core

Nè potei dirgli — V'aiuti il Signore —

Eran trecento: eran giovani e forti:

E sono morti!

Quel giorno mi scordai di spigolare

E dietro a lor mi misi ad andare:

Due volte si scontrar con li gendarmi

E l'una e l'altra li spogliar dell'armi

Ma quando fûr della Certosa ai muri

S'udiron a suonar trombe e tamburi:

E tra il fumo e gli spari e le scintille

Piombaron loro addosso più di mille.

Eran trecento; eran giovani e forti

E sono morti!

Eran trecento, e non voller fuggire,

Parean tre mila e vollero morire:

Ma vollero morire col ferro in mano

E innanzi ad essi scorrea sangue il piano.

Finchè pugnar vid'io, per lor pregai,

Ma un tratto venni men, nè più guardai...

Io non vedeva più fra mezzo a loro.

Quegli occhi azzurri e quei capelli d'oro.

Eran trecento: eran giovani e forti:

E sono morti!

 

Luigi Mercantini.

 

 




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