CAPITOLO
IX
Sourtout
pas trop de zèle
Passarono giorni
parecchi, prima che Violetta ritornasse alla casa paterna.
Alfredo intanto
trascinava la vita sterile, miseranda. Aveva dipinto, è vero, qualche piccola cosa,
ma di mala voglia. Un paesaggio, credesi, di proporzioni modeste, che non
trovava acquirenti (tanto ne vanno zeppe le Pinacoteche). Aveva fatti anche
degli abbozzi al carboncino, ritratti di donna, i quali, per caso,
assomigliavano tutti a chi mai? Indovinate?... a Violetta. Egli vivea colla
diletta famiglia d'ogni giorno, siccome cantò Aleardi nelle sue lettere a
Maria. Maddalena ed Elisa sorelle minori di Alfredo, erano carine tanto, ma di
carattere, in complesso, opposto al suo. Buone assai, ma piuttosto fredde.
Assomigliavano dippiù alla mamma che al papà, entrambi defunti in età media.
Quei tre fratelli, poveri in origine, erano costretti a tosare man mano i tenui
risparmi dei loro Genitori.
Il giovane pittore aveva
inoltre il difetto di non volere uniformarsi mai al moderno sistema della
reclame, la quale, mediante corresponsione più o meno lauta, ingrandisce,
secondo i casi, le capacità artistiche e letterarie, fruttando loro vantaggi o
pecuniari od onorifici. Così per l'avversione surriferita alla reclame, i
quadri dello sventurato pittore, restavano appesi nel suo studiolo, coperti di
polvere, e degli escrementi moschicini. Egli però non se ne accorava di troppo,
perchè sgraziatamente non aveva mai sentito l'universale, giustissimo desiderio
del danaro, rappresentante di tutti i valori, e manna migliore di quella antica
del deserto.
Unicamente Violetta gli
era scolpita nel cuore e nella mente ad ogni minuto del giorno e della notte.
Provava talora, con sforzi erculei, di allontanare quella imagine, onde avere
un momento di requie, ma ahimè! tutto inutile. Perciò, anche un mediocre
contabile, sommando i minuti di ogni ora, di ogni giorno, di ogni mese e
moltiplicando per sette anni, durata esatta di quell'amore, veniva con
soddisfazione a sapere, come Alfredo avesse costantemente pensato a Violetta
tre milioni seicento vent'otto mila e ottocento volte. Conto giusto.
I medici alienisti,
ascriveranno probabilmente questo fatto, ad anomalie del cervello umano, senza
speranza di guarigione, perchè ridotte a cronicismo.
...... Alcuni sinceri
amici di Alfredo, quantunque non avessero mai potuto sapere da lui il nome
della sua Diva fatale, si provarono a persuaderlo, ma sempre invano perchè
trattavasi di un'idea fissa, essere più ragionevole il mutar l'amorosa ad ogni
mutar di luna, come si tollera nella enciclopedica nostra epoca, di quello che
correre dietro per sette anni ad un'ombra che fugge.
Se non che, per
ritornare, in carreggiata, secondo l'argomento indicato nel presente capitolo,
vo' dimostrarvi la verità del detto popolare, e cioè: I calci vengono due
alla volta.
In quel frattempo erano
giunte ad un funzionario politico della provincia «Voci alte e fioche e suon
di man con Elle» (Dante Inferno),
vale a dire, siccome parecchi giovani di condizioni diverse, ma specialmente
artisti, preparassero con detti e scritti, il malcontento delle plebi (termine
burocratico) contro la classe abbiente. Perciò alquanto allarme, sebbene non
pienamente giustificato, infiltravasi nell'animo pauroso di quel raro funzionario,
in modo che ha dovuto decidersi a fin di bene, e per il tollerabile amore al
suo pane quotidiano, a lavorarvi attorno alla meglio, onde poi specialmente
garantire la quiete degli affezionati proprietari locali. Fece una passeggiata
nel Circondario, visitò i più influenti, ricorse alle autorità minori, ai
confidenti, della dignità immemori e fatto poi di ogni cosa un grosso
intingolo, trovò doveroso, a scanso di responsabilità, ma però dopo bastante
riflessione ed indugio (perchè realmente egli non era poi un Attila), di fare e
di spedire in alto, un elenchino delle varie persone sospette, le quali
insomma, anche per semplice precauzione, dovessero, per qualche annata,
abbandonare i proprii lari, viaggiando gratis verso le ospitali piccole isole
mediterranee.
Criticare è facile,
mentre difficile è il fare, sentenziava quel burocratico. In certe evenienze,
il procedimento regolare o ozioso, basta l'opinamento dell'onesto o per lo meno
zelante funzionario, per allontanare dalla gente tranquilla ed utile, i
facinorosi o quelli che sono in voce di esserlo. Gli artisti per esempio, quei
benedetti artisti di ogni epoca e nazione, e la storia ne insegna, hanno quasi
tutti la testa calda, diceva nella sua diligente relazione quel buon
diavolaccio di funzionario, e soggiungeva che ciò era in contraddizione
coll'arte, senza accorgersi di bestemmiare. Dovrebbero essere precisi siccome i
pesi e misure a sistema decimale, od un quid simile, e sopratutto non
dovrebbero pensare troppo o vagliare l'operato dei maggiorenti e dei reggitori
della cosa pubblica, il quale, in massima è saggio e conveniente, per chi se ne
voglia accontentare. La relazione in parola, sarà stata forse più lunga e più
bella, ma press'a poco era nei termini suindicati. Se non che, il ripetuto proverbio
delle pentole e dei coperchi, in cui c'entra il diavolo, fece in modo che
l'elenchino di cui sopra, fosse noto ad una certa persona gentile, prima ancora
che pigliasse la via in alto, e che quella persona avvisasse il nostro Alfredo
(in quell'elenco naturalmente compreso) a stare sull'attenti.
Pare sia stata una
indiscrezione intima, cui torna supervacaneo indagare. La selvaggina umana
pertanto conflata da nove individui, fra di loro inoltre, poco conosciuti,
mercè la premura di quella mano graziosa in pria e poi del buon pittore, ha
potuto a suo tempo, svignarsela per ignota, ma più sicura direzione e
possibilmente in località lontane, montuose ed in disparte dal noioso
telegrafo.
Ma volle il destino od
il caso fortunato, come meglio vi piaccia, che la pratica preservativa del
devoto Sopraintendente Provinciale, andasse a finire, siccome tante altre cose
umane, al pari cioè delle bolle di sapone. Un cambiamento di governatori, una
amnistia, un trasloco del referente (felice questi di cavarsela dai rivoluzionari,
temuti più dei briganti) mutò d'incanto le sorti di quei nove malcapitati.
Peccato che i medesimi, non avendo tempo o voglia in quei giorni di leggere i
giornali, viaggieranno egualmente colla paura in corpo. Soliti contrattempi.
Lasciamo andare ormai
gli altri otto individui, ove loro piaccia ed informiamoci anzitutto, dove
probabilmente emigrerà il nostro buon Alfredo. Senza danari non si può
viaggiare in nessuna classe dei treni, chè, le diverse Società ferroviarie, non
vogliono saperne di far liste. Ed inoltre, nel caso nostro, vi sarebbe quel
benedetto telegrafo, che vi precede più veloce delle antiche staffette. Su
certe viuzze e su montuosi sentieri, non si può andare in vettura..... dunque
fra poco anderemo a piedi, o Alfredo mio, giacchè, se non sei temibile
cacciatore, sei cacciatore instancabile. Tu farai dunque l'alpinista per forza,
e vi troverai certamente degli alpinisti per diporto. Intanto, anche per questa
volta, non si viaggierà nei centri popolosi, colle manette ai polsi, alla guisa
dei borsaiuoli.
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