CAPITOLO
IV
Beneficenza delicata di
un ex artista di canto
Venti giorni circa dopo
il ritorno di Alfredo dal suo viaggio alpestre, trovandosi egli una sera in
casa colle sue sorelle, giunse un involto suggellato, con timbro postale poco
chiaro, perocchè vi si poteva leggere appena Trie...... Era diretto al Pittore
Sig. Alfredo Blandis, il piego assicurato..... Che sarà mai questo? dissero in
coro i tre fratelli?
Apertosi il pacco con
mani convulse da Alfredo, si videro tre astucci chiusi ed una profumata
letterina, la quale apertasi, portava la firma: Zaira.
Nessuno lì sul momento,
toccò gli astucci.... Alfredo postosi a sedere su di un angolo della madia,
lesse la lettera, mentre le due sorelle standogli dietro la schiena la leggevano
prima di lui...... Lo scritto diceva:
Nelle mie stagioni
trionfali all'Avana, a Madrid, a Barcellona, a Vienna, a Milano, a Napoli,
quale primo soprano nei rispettivi primi Teatri, e quando io non aveva ancora
venticinque anni, m'ebbi, alle serate, vistosi ricordi in oreficeria. Ne ho
tanti, che ormai li trascuro, e non li porto più dopo la morte del mio caro
marito, il quale, come già vi dissi, aveva lo stesso vostro nome. Memore io
della recente conoscenza fatta di Voi gentile sui monti tirolesi, ed edotta
siccome Voi abbiate costì due sorelle, mi permetto spedirvi, e senza il menomo
sacrificio, questi tre oggetti che valgono ben poco in confronto della simpatia
ed amicizia da Voi ispiratami, e vi prego di accettarli. Le montagne stanno
ferme, gli uomini si muovono e possono o presto o tardi incontrarsi, e perciò
forse anche noi ci rivedremo!... E sopratutto, nessun ringraziamento nè in
iscritto, nè a voce. Vi auguro vita e salute. Desidero conoscere anche le
vostre sorelle, che, come Voi, certamente saranno buone.
L'amica aff.ma
Zaira.
Alfredo scolorì
lievemente e lasciò cadere una lagrima limpidissima che fu vista anche da
Maddalena ed Elisa. .... Ne fu commosso!.... Tanta gentilezza d'animo, pensò, ad
onta della mia trascuranza verso di Lei. Provò rimorso!..... Le sorelle,
positive in confronto del fratello tutto sentimentalismo, chiesero il permesso
di aprire gli astucci, perchè non reggevano nella pelle dalla curiosità. E chi
non sarebbe stato curioso, specialmente se donna, per faccende simili? Aprono,
e Gesummaria!! Brillanti grossi come nocelle!! Due boccole per ciascuna
signorina, uno spillone per Alfredo; tutto di finissimo moderno lavoro.
Chiunque, anche poco pratico, avrebbe calcolato quegli oggetti, in complesso,
del valsente di L. 12mila e forse di più.
Ma come fregiarsi di
quei ricchi doni senza incorrere nella severa critica, attesa la povertà dei
fratelli Blandis? Potevasi venderli, ma ciò ripugnava alla grandiosità di mente
e di cuore del poeta e dell'artista, per cui disse alle sue dilette sorelle:
serbiamo questi brillanti in memoria di un'anima gentile e di me più costante.
Elisa cui spiaceva quella decisione, si provò rammentare a' suoi fratelli, il
di lei sogno, e scherzevolmente conchiuse, che li avrebbero indossati presto,
non appena diventati milionari e che inoltre avrebbero contraccambiata in
grande, la generosità della Signora Zaira, cui era bramosa di conoscere.
Maddalena recitò tre pater noster, tre avemarie e tre gloria patri in
ringraziamento alla provvidenza ed in augurio di tutte le felicità a quella
brava Signora che avrebbe potuto, diceva, maritarsi una seconda volta. Alfredo
invece, sommessamente espose, che avrebbe cercata presto la buona Zaira, quando
avesse avuti a propria disposizione, i quattrini necessari pel viaggio.
La casta dei virtuosi di
teatro, quando eminente, colta, corretta, è la più simpatica! Sempre cordiale,
schietta e scevra da pregiudizi. Non ha superbia, è sempre vivace e gioconda.
La si può ascrivere fra i liberi pensatori. L'arte ha ingentilito il loro
cuore. Gli incolpevoli stenti provati da quella casta, in principio della
carriera, la rese pietosa verso la classe sofferente. La trepidazione subita
tante volte al cospetto del pubblico, o non imparziale o non istruito
abbastanza nella nobile arte, la fece gelosa della propria reputazione
guadagnata studiando, e diede poi essa esempio di generosità verso i propri
simili bisognosi, a quelli che forse ne fossero deficienti.
In massima, pertanto, i
veri artisti di ogni specie, tenuto calcolo del distingue sæpe, non sono
egoisti più del bisogno; non sono avari, sentono con trasporto l'amicizia, ed
apprezzano costantemente il buono ed il bello. E la nostra Zaira, non smentiva
il giudizio che noi abbiamo dato sugli artisti in genere, e specialmente sugli
artisti di grido..... Zaira, infine, ebbe come suol dirsi, buon tatto nella
scelta dei doni, verso una famiglia povera sì, ma gentile, educata e fiera. In
tal modo, Zaira non fece arrossire alcuno. Non è il donar molto, ma il donar
bene..... Maddalena ed Elisa intanto, non cessavano dall'aprire e chiudere quei
tre astucci, senza arrischiarsi a metterli in opera, e la notte sognarono di
brillanti a palate grossi siccome noci. Alfredo intanto, scarabocchiava qualche
verso colla matita all'indirizzo di Zaira (coll'inchiostro ei scriveva quasi
più, per non rovesciare ogni volta il calamaio sulla carta) ma poi pensò tosto
a Violetta, e temendo, in cuor suo, di offenderla, lacerò il foglio.
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