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Arturo Bianchi I ladri della pace IntraText CT - Lettura del testo |
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CAPITOLO I.
Troppa ricchezza, poca sicurezza
Elisa, ricuperata in brevissimo termine, la salute, come si è scritto nel precedente Capitolo, parte seconda, era diventata ancor più allegra di prima. La salute è la cosa più preziosa che vi sia al mondo, perchè indispensabile alla vita e la vita piace a tutti, compresi coloro, che fanno continue preci onde guadagnare il Paradiso, il quale non è, credesi, in questo mondo. Elisa cantava male, non aveva orecchio musicale, ma voleva canticchiare sempre, rovinando le orecchie del prossimo, in argomento più dilicato. In quei giorni essa aveva improvvisata un arietta, consimile a quella di Cirillo, ma diversa nelle parole. Ad onta che fosse distratta dal palpeggiamento delle pietre preziose, essa comprese, pare, certe frasi della lettera del cugino d'America, per cui cantava:
«A quel che par, a giudicar Altri milioni denno arrivar»
e così la pensava anche Maddalena, quantunque appartenesse alla categoria degli aspiranti a quell'altra miglior vita. Del resto Elisa, aveva tutte le ragioni per essere la più lieta, perchè era la più giovane. Quanto ad Alfredo siamo alle solite. Si direbbe che il di lui cugino in secondo grado, gli avesse mandate quindici bastonate sulla groppa. Egli, cominciava già a pensare nel suo infelice interno, siccome Violetta sapendolo straricco, si allontanasse piuttosto che accostarsi. Pensava di regalarle il violoncello, ma che potea farne essa? L'avrebbe donato all'Enrichetto od al Droghiere forse, che probabilmente non sapevano suonarlo! Insomma un mondo di dispiaceri, in luogo dei piaceri, che quell'essere incompreso potea procurarsi. Anche Lord, l'enfant gatè di casa Blandis, annoiato di non andare più, da sì lungo tempo, a scovare la lepre, di cui talvolta ne mangiava un terzo, minacciava di ammalarsi per quella vita sedentaria. A lui non piacevano affatto le Columbie e le pietre preziose: projicere margheritas ante porcos. Un bel giorno pertanto, decise di andare solo all'aperto e lo fece, stando disertore per una buona settimana. Povera bestia, avrà voluto cercare anche lui, pel mondo avaro, qualche avventura canina. I tre fratelli desolati per la scomparsa di Lord andavano cercandolo per ogni canto di quei dintorni, spendendo denaro e promettendo grosse mancie a chiunque lo riconducesse. Quello che più impensieriva Maddalena ed Elisa, per l'assenza di Lord, era lo stare la notte senza alcuna guardia, più necessaria ora che prima, causa il tesoro da custodire, perchè non ancora impiegato o venduto. Lord, siccome tutti i cani in pluralità, aveva finissimo l'udito, latrando dì e notte al minimo insolito rumore, e specialmente ad un passo forestiero. Saria stato capace anche di assalire chiunque, non noto, avesse voluto entrare di notte nella casa dei suoi padroni. Fatalità, esclamavano quelle due buone fanciulle, assentarsi Lord appunto in questi momenti di maggior pericolo!!..... Alfredo pure deplorava l'incidente, quantunque possedesse due fucili a doppia canna, e bastante coraggio, in caso della necessaria difesa, di usarne. Ma non si sa mai, pensava, auri sacra fames, e l'occasione talvolta fa l'uomo ladro. La pubblica forza, era in numero insufficiente per certi grossi casi, ed inoltre lontano da casa Blandis quasi un chilometro. Telefono non v'era, ed Alfredo non aveva peranco pensato a quel nuovo portato della scienza acustica. Ed infine, da quell'originale di prima forza, che egli era, aveva antipatico il far conoscere agli altri, le sue apprensioni. Care sorelle egli dicea, Lord, a quanto sembra, o non ritornerà più, perchè l'avranno ucciso mentre rubava i suoi soliti salami, o ritornerà ben tardi. Dovremo quindi vegliare qualche notte ancora, infino a che io possa collocare sicuramente, queste benedette ricchezze, che già mi pesano sul petto, siccome palle di cannone. Il danaro talvolta è morte, ripetea spesso quella buon anima di nostro padre, e quando io ero piccino, mi narrava sovente di alcuni brutti fatti accaduti in proposito. Intanto, energia signorine, aiutatemi a portare in cantina tutta questa roba, meno le Banconote che nasconderò nel mio studiolo di pittura al pian terreno. La cantina è sotterranea, a volto, con muri massicci e cancello sicuro. Lasciamo però calare la notte affinchè nessuno dei vicini possa fare il curioso. Comprendo che la voce dello spettacoloso avvenimento sarà già diffusa per ogni dintorno. In certi affari parlano anche i muri, ma poco importa. Ora ci vuole occhio ed orecchio fine, mente pronta ed acuta, non che una discreta dose di ardimento. Ora carichiamo le armi, non si sa mai, e beviamo tutti del caffè denso onde stare svegli. Le due sorelle a tali discorsi e preparativi, sentivano già in corpo una maledetta paura, e quasi quasi maledivano anch'esse alla improvvisa fortuna. Ciascuna perciò recitava, in silenzio, delle giaculatorie. Elisa si provò a suggerire la chiamata di alcuni vicini, per guardia e sicurezza, ma Alfredo scartò quel progetto siccome pericoloso, perchè potea divulgarsi il segreto del nascondiglio, cosa tuttavia ignota al pubblico. «Fidarsi è bene e non fidarsi è meglio». A notte avanzata, tutti tre i fratelli, con mille precauzioni e non senza sudore, trasportarono dal salotto in cantina, il sacro peso, nascondendolo sotto un mucchio di sabbia, da gran tempo ivi esistente fra rottami di mattoni e calce. Quella tribolata fraterna dovette farvi tredici viaggi (il numero favorito di nessuno, eccettuato Alfredo). Chiusero la cantina a doppia chiave, e risalite le scale, disposti a vegliare stando in cucina (primo ambiente vicino alle medesime), taciturni avevano in cuore diverso pensiero. Alfredo pensava sempre alla sua ingrata Violetta, ed auguravasi press'apoco, che in quella notte venissero i malandrini a sgozzarlo, così dicea, guarirò del mio amore. Le due sorelle invece confidavano sempre nella Provvidenza, offrendole qualche Gloria patri, ma scattando in piedi improvvisamente, al più lieve rumore, prodotto da qualche gatto sui tetti, o da qualche topo sul granaio. Maddalena si fece coraggio, andando nella sua camera in punta di piedi, ad accendere il solito lumicino d'innanzi alla Vergine dei sette dolori, ma nell'andarvi si volgeva sempre indietro, sembrandole di avere i ladri alle calcagna. Alfredo fumava nella pipa, che ad ogni momento spegnevasi con suo grande dispetto. Eravamo d'estate, ma quella notte, non finiva mai. La timida Elisa, immobile sul suo scanno, si limitava a far conca colle mani dietro le orecchie, onde udire meglio qualsiasi rumore. Le due dopo mezzanotte scoccano intanto all'orologio del paese. Un'ora e mezza ancora, e poi l'alba farà cessare la loro agitazione febbrile...... A questo punto, il martello della porta di strada, manda un legger suono, tutti tre tendono l'orecchio, sembrò che alcuno facesse l'esperimento o di aprire con grimaldello la porta, o di assicurarsi se casa Blandis vegliasse. I fratelli si guardano in volto senza profferir verbo. Le donne tremano, sentono il freddo correr loro nelle spalle e sul viso. Dopo un istante una chiave gira nella toppa, ma inutilmente causa il catenaccio interno, poi un lieve fischio, poi un rumore insolito, siccome di sfregamento di piedi lungo la cappa del camino, indi tosto un colpo di pistola, ed il guaito contemporaneo di un cane, di voce nota. Dio, Dio, esclama Alfredo, il mio Lord certamente ferito. Le due donne cadono in ginocchio. Ma Alfredo non sa resistere, vuol andare in aiuto del suo fido amico, e col fucile al pronti, corre alla porta, l'apre e spara un colpo a sorte verso la piazza dal basso in alto. Intanto veloce siccome il lampo, entra Lord, sanguinante da una gamba, ma non per questo cessa dalle immense cerimonie verso il suo padrone. Alfredo contraccambia con carezze..... in quel mentre si vede circondato da tre mascherati, con coltelli in pugno, che gli intimano il silenzio coll'indice sulla bocca. La sorpresa fu tale, che Alfredo rimase paralizzato, nè ebbe il tempo di spiccare un salto all'indietro, e sparare un secondo colpo in direzione più efficace. Quei signori eransi celati senza dubbio dietro i pilastri del cancello, mentre Alfredo, esciva a cercare Lord. La fiamma del suo fucile non bastò a scoprirli, perchè erano fra l'ombre, ed intanto che Alfredo, dimentico di chiudere tosto la porta, accarezzava il cane, essi, siccome scoiattoli, entrarono e lo presero in mezzo. Illustrissimo, noi siamo buona gente, disse a voce bassissima, uno dei tre, ma la Giustizia ci insegue, abbiamo bisogno del suo aiuto, per poter salvarsi all'estero. Basteranno, per ora trecento Columbie, che fanno cento a testa. Non si muova, non gridi, che allora saremo sempre buoni amici. Ed Alfredo - Vi raccomando di non salire, che le mie sorelle morrebbero di paura, Venite con me qui abbasso e sarete contenti. Non ho più Columbie, ma qualche banconota, e farà lo stesso, (coi ladri si fè lecito mentire). Entrarono tutti quattro nello studio, ed alla sua volta Alfredo, spianando il fucile, disse, nessuno di voi si avanzi. Egli colla mano sinistra aprì il cassetto, del tavolo dei colori, e trasse tre carte.... eccole, sono trentamila lire, e se tacerete voi, tacerò anch'io. Andate. Essi partirono, volgendosi però indietro (per ragione forse della pelle) ed Alfredo rinchiuse a catenaccio la porta. Tutto questo affare fu compiuto in meno di 15 minuti. Ma che hai fatto mai in tutto questo tempo? disse Elisa al fratello, non appena egli rientrò in cucina collo schioppo in mano. Noi siamo qui trepidanti da un quarto d'ora! Guarda qua il nostro Lord, che fa sangue da una gamba, sembra però cosa leggera, e tu dove sei stato? Che è accaduto? parla.... Oh! nulla nulla, rispose Alfredo. Quando vidi Lord salire le scale, rinchiusi la porta ed entrai nello studio onde assicurarmi sul nascondiglio dei valori in carta, e quanto alla ferita del cane si vede che un qualunque viaggiatore pedestre nel timore di essere morsicato, gli sparò una revolverata. Tutti in giornata hanno rivoltelle, perchè costan pochissimo, e perchè tengono in tasca poco spazio. Quanto al divieto di portarle, senza speciale permesso, è precisamente siccome dire al nostro Lord di non mangiar salami. Le sorelle, riavutesi alquanto dallo spavento toccato in quei venti minuti di allarme, minuti che a loro parvero un mese, andarono a letto, ringraziando Iddio di averla passata liscia, senza spendere un soldo! Cose di questo mondo. Ciò che si vede e ciò che non si vede. La storia contemporanea è spesso falsa. Care le mie fanciulle, a suo tempo saprete il vero. Stanotte per voi era troppo presto......... Alfredo aspettò il giorno, che sorse in breve. Decise intanto di non denunziare il fatto, tanto per non derogare dalla sua abitudine. Comincierei troppo presto, pensò, per la miseria di trentamila lire. Verrà di peggio in seguito, miei cari, e se qualche Banca depositaria fallirà, allora saranno dippiù. Sono del resto impressionato, perocchè mi sembra di aver riconosciuta la voce del malandrino che mi chiese le 300 Columbie. Sbaglierò, ma potrebbe essere il Tizio che mi ha pedinato sulle Alpi!.... oh! almeno Violetta sapesse di questa mia nuova sventura... (volevamo ben dire noi! sempre la stessa novità.)
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