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Arturo Bianchi I ladri della pace IntraText CT - Lettura del testo |
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CAPITOLO IV.
Disastro in mare.
Il Novembre è imminente. Sul piroscafo ad elice, Polifemo, che faceva nel 18... il suo corso ordinario fra Genova e Catania e viceversa, trovavasi un centinaio di passeggieri, fra i quali, Alfredo, Elisa, Maddalena, Zaira col suo vecchio Jon meticcio avanese servo affezionato, e con essi il brillante amico Cirillo. Lord, per ultimo l'intelligente cane da caccia, inseparabile dalla famiglia Blandis, il quale, diventato col padrone un gran signore, vi aveva coi suindicati, il suo posto di prima classe. La notte è già calata. Si fa mare grosso più dell'ordinario ed a 25 nodi circa dal piccolo porto di S. M. L. si spezza il timone del bastimento. Parecchi dei passeggieri provano più forte il mal di mare, altri la vedono brutta e trasparenti come l'alabastro, stanno muti per la paura. Maddalena ed Elisa, recitano insieme il rosario, onde la Provvidenza provveda per tutti. Cirillo sospende i suoi frizzi e la galanteria colle signorine tremanti. Alfredo e Zaira, forse presaghi di grande sventura, si guardano mestamente. Lord, ignaro di burrasche, è giù nella stiva ad inghiottire quel poco che trova gratis. Il vecchio meticcio infine, va inquieto a sedere presso la sua buona padrona. Cirillo ad onta della sua tanto decantata vocazione al celibato, teme di dover forse presto impalmare qualcuna delle Nereidi, col placet di Nettuno11. La nave, per la suesposta avaria, correva già a sghimbescio verso la costa, in balia del vento, non dandole tregua le rabbiose onde spiumeggianti. Vi era pericolo grave, imminente. Si è dovuto fermare l'elice. Quasi tutti i passeggieri, ad onta del divieto, sono già sul ponte, in preda alla agitazione. Quanto affannoso andirivieni e lavorio dei coraggiosi, robusti marinai, non curanti del pericolo, i quali talvolta pagano colla morte, la loro filantropia. Ma un raggio di speranza si fà strada fra quei cento cuori. Sono in vista, sulla medesima rotta, due grandi fanali rossi. È la corazzata Jank Syn, che superba, pare sfidi la rabbia del mare. Fatti i segnali di soccorso, quell'imponente Naviglio, che sembrava una montagna nera, è in un baleno a brevissima distanza dal Piroscafo. Le onde altissime tempestano i fianchi delle due navi. La triste campana d'allarme suona sempre. L'Jank Syn ha sospeso il vapore. Le lancie sono calate a mare in fretta e furia. La scena è imponente. Gli uomini sono convulsi, le donne strillano. I capitani danno ordini, raccomandano sangue freddo, ma inutilmente. È un'arrabattarsi per essere i primi a scendere, e poi un titubare in presenza delle agitate piccole imbarcazioni. I più arditi e pratici sono già sul ponte della corazzata, ma le donne, ed i loro compagni devono andare con imbarazzo. Maddalena, Elisa, Cirillo, Zaira, Alfredo e Jon, scendono finalmente anch'essi dalla scala di bordo, tenendosi l'un l'altro per mano. Lord non si vede più, sarà probabilmente saltato in acqua sua favorita abitudine. Una lancia, sebbene sbattuta dai marosi, è tenuta ferma presso la scala dal mozzo che vi ha gettato il gancio. Maddalena, Elisa e Cirillo vi sono già entrati, ma Zaira accecata nel fare il salto, dallo spruzzo di un onda, scivola e cade in mare, trascinando Alfredo e Jon sotto la chilia del Jank Syn. Un grido straziante si manda da tutti i passeggieri. Cirillo colle mani nei capegli dice enfatico: Un milione a chi li salva! Due marinaj si sono già slanciati in mare ed una imbarcazione li segue. Ohimè ritornano pochi momenti dopo a mani vuote. Le sorelle di Alfredo sono svenute! Cirillo allora salta in mare in cerca dell'amico Alfredo. La notte ha cresciuta la confusione. Il fatto su narrato avveniva a circa un miglio dalla spiaggia di S. M. L. E come poteasi in quelle terribili circostanze provvedere con più validi e pronti mezzi, alla salvezza dei naufraghi se anche la barca spedita al salvataggio, erasi capovolta? La corazzata allora volse la prua verso il Golfo di S. onde deporvi i passeggieri salvati, rimorchiando il Polifemo. Ed il mare?... ironia del destino! dopo alcuni minuti è tranquillo... E i nostri quattro amici? e Lord, saranno probabilmente rimasti preda dei mostri marini, quando il mare talora pietoso, non li rigetti sulla spiaggia? Sarà più facile che il cane di palude, Lord, si salvi, attesa la poca distanza dal Lido, e la di lui istintiva capacità al nuoto. E noi domani soltanto potremo conoscere la sorte riservata a' que' generosi, tanto sventurati.
È sorta l'alba del primo Novembre colla sua nebbia e pioviggina. L'aria frizzante, rende molesto il cammino sulla spiaggia del mare, ed in complesso, avremo una giornata oscura, tetra e fredda. Spunta lontano una triste comitiva, constante di tre suore, di un medico, di due guardacoste, e quattro infermieri dello Spedale, i quali precedono Maddalena ed Elisa scarmigliate e quasi inebetite, con neri veli sul capo. Esse non piangono più, sono impietrite, siccome dice Dante: «I' non piangeva, sì dentro impietrai» parole del misero Ugolino al 33. Canto dell'Inferno. Giunta la funerea comitiva presso la spiaggia del mare, già scorge una massa inerte... È riconosciuto subito. Era Jon il vecchio meticcio... Più avanti, un altro cadavere, era Cirillo, sfigurato dalla lotta colla morte. Più avanti ancora, un gruppo di tre corpi immobili. Un uomo ed una donna, avviticchiati come l'edera alla quercia, ed un grosso cane che sembra sia addormito. Sono Alfredo, Zaira, Lord. Quest'ultimo si ridesta, corre incontro alle sue padroncine, e ritorna tosto ad Alfredo, cui lambe il volto. Zaira è irrigidita dalla morte, e si vuole fatica a staccarle il braccio destro dal collo di Alfredo. L'altro braccio copre una lettera ravvolta in un nastro rosa lacerato. Silenziosa e mesta la comitiva si avvicina al gruppo suddescritto, il medico grida.... questa donna è morta, questo uomo respira ancora, è appena svenuto, e si faccia presto a trasportarlo in luogo adatto e caldo, perchè rinvenga, v'ha speranza di salvarlo. Le sorelle di Alfredo, cadono in ginocchio, colle mani rivolte al Cielo ringraziandolo, senza profferir motto. La lettera inzuppata d'acqua salsa ed il nastro, vengono consegnati alle sorelle d'Alfredo. La lettera era appunto ad Alfredo diretta... Infelice Zaira. quel piego, l'aveva essa appeso al collo e nascosto in seno, la mattina stessa della sua imbarcazione. Era il di Lei testamento, in cui nominava Alfredo suo erede universale!... È voce si trattasse di circa un milione!
Le sorelle di Alfredo, istruite dal fratello, a non crescere mai di superbia, quando dal basso si va in alto diedero bensì 10m. lire al Sindaco del luogo del disastro da distribuirsi ai poveri, pregando del resto di non fare cenno sui giornali... Ma, naturalmente, quel giornaletto locale, narrò il fatto pietoso e la elargizione aggiungendo che un cane di Terranuova di pelo nero, aveva salvato uno dei naufraghi, cioè, un certo Alfredo Blandis Pittore Tirolese, arricchito coi suoi quadri.... Erano le informazioni alquanto imbrogliate dei quattro infermieri, che causarono alcuna variante, ma il più importante, era, del resto, esattissimo.
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11 Nettuno Dio del mare. = Nereidi sono 50 sorelle. = Mitologia. |
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