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Vittoria Aganoor Pompilj
Leggenda eterna - Intermezzo - Risveglio

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«SOTTO LA MIA FINESTRA…»


Sotto la mia finestra
al mite sol d'Aprile spalancata
rompe d'un tratto un suono di chitarra,
una gaia strappata,
preludio a una gioconda frenesìa
di note, quasi un urlo d'allegria,
uno scoppio di balda giovanezza
riboccante d'ardore,
e d'impeti d'amore,
e di gioia, e di forza, e di follìa.


Dalla mia scrivania
io levo gli occhi un po' stanchi e la testa
grave… Oh, fa bene un palpito di vita
gagliarda! Un po' di festa
spensierata! Oh felice, o tu che vai
certo a trovar la bella fidanzata
che sulla soglia, nella blanda sera
ti attende, inebriandosi all'ardore
che porta il vento della primavera;

e la pupilla nera
splende al giunger del suono, e il piede batte
al ritmo della musica gioconda,
e sovra il collo d'un candor di latte
come piume leggiere all'aria tremano
le fini ciocche della chioma bionda.
M'affaccio alla finestra… Il sonatore
è sempre , col mento all'aria; ha seco
un cane; un can che con pietoso amore
lo guarda… Il baldo chitarrista è cieco!




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