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Vittoria Aganoor Pompilj
Leggenda eterna - Intermezzo - Risveglio

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«O PAROLE…»


O parole, che a frotte
correte il mondo, eterne
forme, nate con l'uomo, nella notte
della sua patria torbida e lontana;
lamento e prece, cantico e ruggito
di questa prigioniera anima umana;


o sfingi, che forniste
le terribili vampe,
e le pegole e i ghiacci delle triste
cerchie infernali a Dante, e il gran sorriso
di luce, onde la sua candida rosa
irraggia l' infinito Paradiso;


stelle non siete, o fiori;
ma dei fior, de le stelle,
tutti gl'incensi e tutti gli splendori
noi vi sentiamo effondere, e cantare
come usignuoli, o nello sdegno irrompere
ed emular le collere del mare.

Salve, salve, o sirene;
o chimere; possenti
maghe! da voi, solo da voi ci viene
la dolcezza o l'amaro, il buio o il sole;
voi la forza del mondo e la bellezza,
voi la fiamma, voi l'anima, o parole!




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