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Gaspare Invrea (alias Remigio Zena)
Le Pellegrine

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  • DAMASCO
    • VII
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VII

 

Venite all'ombra delle ciglia d'oro,

Erranti desideri arsi di sete,

Venite a domandar pace e ristoro.

 

Quivi dal ciel d'una pupilla avrete

La pace, e quivi il lago di dolcezza

Dove l'acqua freschissima berrete.

 

Venite tutti con santa allegrezza,

Come la carovana nel deserto

Che già sente dell'oasi la brezza,

 

E giubilando affretta di concerto

Il piede stanco al vicino palmizio,

E non rammenta più quel che ha sofferto.

 

Senza viatico erranti e senza ospizio,

Lupi talvolta, quasi sempre agnelli,

Vagaste assai nelle sabbie del vizio,

 

O dell'anima mia figli ribelli!

Assai vagaste dietro alle chimere

Coronate di rose e di coltelli,

 

Me trascinando nel vostro potere,

E ben so che quei fiori e quelle lame

Eran fiori bugiardi e lame vere.

 

Ma cessato, Dio grazia, il pallio infame

Onde tanto per voi ebbi disdoro,

Ecco si schiude vergine reame.

 

O desideri miei, pace e ristoro

Chiedete alla pupilla beatrice:

Venite all'ombra delle ciglia d'oro

 

Di Colei che è regina e imperatrice!




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