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Gaspare Invrea (alias Remigio Zena)
Le Pellegrine

IntraText CT - Lettura del testo

  • DAMASCO
    • XII
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XII

 

Sei infermo, lo so; t'hanno ferito

Crudelmente, lo so. Chi t'ha ferito?

Dimmelo piano, a me: chi t'ha ferito?

 

Non lo rammenti? Forse è meglio. O forse

In un grande perdono hai seppellito

L'odio truce che l'anima ti morse

 

Quando vedesti sguainar la daga?

Il perdono che è balsamo squisito,

Assai più dell'oblio sana ogni piaga.

 

(Vedi? Rimango. Spunta l'alba, eppure

Il queto sogno non è ancor svanito,

E men dolenti son le tue torture.)

 

Non pensare alle cose del passato.

Perchè turbi lo spirito contrito,

Se già cristianamente hai perdonato?

 

Taci, so già quel che vuoi dirmi. Intendo

Il moto delle labbra e il tuo vagito:

Hai ucciso la fede e stai morendo.

 

Non è vero, non dirlo. Bevi un sorso.

Guarda il ciel come imbianca all'infinito!

Io non venni dal cielo in tuo soccorso?

 

E il dolce sogno non è ancor svanito.




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