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Gaspare Invrea (alias Remigio Zena)
Le Pellegrine

IntraText CT - Lettura del testo

  • DAMASCO
    • XVI
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XVI

 

Nei grandi boschi negri di mistero

Come un salmo di voci si propaga,

Dai grandi cieli si diffonde e allaga

Una luce che non è consueta.

 

Voci gravi d'invito ospitaliero,

Morbide e femminili come seta,

Luce d'una liturgica compieta

Agonizzante nella poesia.

 

E dicono le voci: passeggiero,

Fermati dall'error lungo la via

E dell'anima tua la signoria

Offri a Colui che in terra ha da venire.

 

Senza umane vergogne prigioniero

Della Croce, preparati a morire

Nel tuo Re Gesù Cristo, eterno Sire.

Forse suona per te l'ora che suona.

 

La Beata che è spirito e pensiero

Nella luce, per te prega e ragiona;

Essa che fu sorellamente buona,

Sul tuo capo distende ambe le mani.

 

Al San Graal eucaristico, Ahasvero,

Va in processione coi romei cristiani:

I Lahôr, sempre più fatti lontani,

Non ti danno i perduti giubilei.

 

Nel tuo Re Gesù Cristo, unico e vero,

Le vere palme, gli unici trofei:

A te qui non sorridono i tornei,

Cavalier di speranza in altro Impero.

 




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