....Vengono giù a migliaia e non sappiamo come levarceli
d'attorno.
Lettera
d'un viaggiatore da Ankóber.
Per la fame,
per la fame
Da una terra di
sventura
Negro e immenso
brulicame
Scende, giunge
alla pianura:
La fiducia
l'assicura
In un Ras quasi
civile,
Ma ad Ankóber c'è clausura
Scritta a colpi
di staffile.
Nel semitico
reame
Carità vuol
dire usura;
Il veder tanto
carcame
D'ossa e pelle,
fa paura,
Tanta gente che
scongiura
Per un tozzo,
muove a bile.
Respingete
addirittura
Tutti a colpi
di staffile!
Come mandre di
bestiame
Ogni dì la
dittatura
Bimbi, uomini,
madame
Fa cacciar
oltre la mura.
Moribondi!? è
un'impostura!
Razza sozza,
razza vile,
Porta via la
tua lordura
Sotto i colpi
di staffile!
COMMIATO
RAS GABRAHAB, se la dura
Costa troppo, col fucile
Date a noi la sepoltura,
Non a colpi di staffile!
Alla Contessa *** Roma.
Penne bianche
di struzzo, penne bianche
Come l'anima
vostra,
Come i vostri pensier morbide e fine,
Oggi, recando a
voi, parte la posta.
(Invidiata
parte. — Ahimè! da quante
Vedove settimane
Reca in Italia
alle materne rive
Le mie lagrime
amare!)
Per voi le ho
scelte, Fortunate.Questa
La lor sorte serena:
Esser con voi.
(Io non domando tanto....
Io contemplo il
battello che fa vela.)
Accarezzarle
voi non vi rincresca
Alla fiamminga
curve
Morbidamente
sul cappello il fianco,
E mostrarvi alle
turbe
Dal carro di Fetonte nelle equestri
Gare, dalla victoria
Sotto le Borghesiane ombre, felici
Ora nel culto
della dea magnolia.
Oh imperiale
dai buoni occhi celesti
Lontana visione!
Diran le genti: in Lei tutti i prodigi
Di Rembrandt e del sole.
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