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Gaspare Invrea (alias Remigio Zena) Le Pellegrine IntraText CT - Lettura del testo |
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BRINDISI
I
Bianca più dell'ermellino La tovaglia si distende, E sul bianco il raggio scende Del topazio e del rubino. Nella luce che si spande Sulla giovine tribù, Par che piovan le ghirlande Dell'eterna gioventù.
Traboccante, sprizza dardi Questa spuma dai bicchieri E a voi, dame e cavalieri, Canta l'inno dei Goliardi, La canzone della vita Che fa beffe a Belzebù, La vertigine infinita Dell'eterna gioventù.
Qui la nostra gioia è schietta Sol per voi, brunette e bionde, Cui sul volto si diffonde La purpurea nuvoletta; Voi mirando in un tesoro Di bellezza e di virtù, Navighiam nel sogno d'oro Dell'eterna gioventù.
II
Canto anch'io! M'ispira il raggio D'altre vivide pupille, Dei bicchier nelle scintille Mi sorride altro miraggio.... Bevo a Lei che in carne ed ossa Non verrà tra noi mai più, E rinasce dalla fossa All'eterna gioventù.
Qual di voi, caste sorelle, Volge gli occhi di colomba All'abisso d'oltretomba, Al giardino delle stelle? Dal convito fuggitiva, Qual di voi chiede lassù Una goccia d'acqua viva Dell'eterna gioventù?
Tracannando a mensa, il danno Non conoscer degli inverni, Fino all'alba essere eterni, Lieto gioco e dolce inganno! Ma tu, morta penitente, Cui chiamò Cristo Gesù, Bevi in Cristo alla sorgente Dell'eterna gioventù. |
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