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Gaspare Invrea (alias Remigio Zena) Le Pellegrine IntraText CT - Lettura del testo |
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FOSFORESCENZA
Pace e notte. Il vento tace O accarezza, Par che mormori la brezza: Notte e pace.
Dorme il mar come uno stagno Di bitume, Perchè Cinzia in altre spume Fa il suo bagno,
E nel novo madrigale Si fa lieta Che le dedica un poeta Siderale.
Dorme il mar, ma non riposa: Sbigottito Come un giovine marito Senza sposa,
Sogna i baci, i casti gaudi Dell'assente, E vaneggia nel torrente Delle laudi,
Rivelando la dolcezza Del segreto Con dolcissimo alfabeto Di carezza.
Ametiste supplicanti Tra i sospiri, Raggi, porpore, zaffiri Rutilanti,
Simboleggiano parole, Canti mistici, Inni d'oro, argentei distici Tolti al sole. —
Sogna il mare le lussurie Dell'assente, E vaneggia nel torrente Delle ingiurie,
Rivelando la tristizia Del segreto Con tristissimo alfabeto Di nequizia:
Fiamme livide, iraconde, Fumo e zolfo: (È Gomorra che nel golfo Si nasconde?)
Biechi lampi tra gli ecclissi, Lunghi fremiti Fino a noi recanti i gemiti Dagli abissi. —
Dormon l'acque stanche ed ebbre Si traduce Nel delirio della luce L'alta febbre. |
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