Nella Pece Greca la chiesetta
dell'Angelo Custode, dove una volta era impiantata una confraternita, da anni e
anni era chiusa e cadeva a pezzi, diventata un magazzino di legnami. A chi sia
venuto in mente pel primo di comprarla, ristorarla e riaprirla, non si saprebbe
dire; ma i bottegai della Pece Greca e piú di tutti i tintori, che ce n'è dei
grossi, l'avevano già da molto tempo questo chiodo nella testa, per l'ambizione
di rimettere in piedi la loro antica confraternita e non scomparire davanti ai
materassai del vicolo della Capra, che il loro oratorio l'avevano sempre tenuto
aperto; fatto sta che a furia di lotterie, elemosine e sottoscrizioni, malgrado
la guerra, accanita del parroco di Santa Dorotea, che a un altro contraltare in
parrocchia non sapeva adattarcisi, finalmente un bel giorno ci riuscirono.
Sgombrato l'oratorio, ristorato,
dipinto, messo a nuovo, fu un gaudio nella Pece Greca, piú che se il governo
avesse fatto il miracolo di levare le tasse o tutti avessero vinto un terno
secco di centomila franchi, la sera del primo ottobre, vigilia della festa
degli Angeli Custodi e vigilia dell'apertura solenne con messa cantata, musica
e panegirico. Nel vicolo principale, quello lungo e dritto che scende giú verso
la Capra, tanti archi di lanternette a colori, illuminate le finestre fin sotto
i tetti, illuminate le botteghe dentro e fuori, che pareva di giorno; sulla
piazzetta, dove suonava la banda della società cattolica di Santa Zita, i muri
apparati tutto intorno, fra una torcia e l'altra, con magnifici festoni di tela
bianca e rossa. Era venuta mezza Genova, una folla strepitosa che stentava a
muoversi in uno spazio cosí piccolo, e accalcandosi sempre piú, certi momenti
non poteva andare né avanti né indietro, e gridava e seguitava a spingersi, un
poco per necessità, un poco per divertimento.
Marinetta aveva voluto uscire
insieme alla Rapallina, e Angela stava sopra a guardare lo spettacolo dalla
finestra, dopo aver acceso anch'essa quattro lumini a olio nei cartocci
dipinti; la Bricicca e Pellegra erano abbasso nel portico con altre donne a
sentire la musica, che per essere dei paolotti suonava veramente bene ed era un
peccato che con tanto fracasso non si potesse godere a piacimento, quando in un
momento di calma, dopo che la banda aveva già terminato la seconda o terza
suonata, all'improvviso intesero una voce nel mezzo della piazza: «l'inno!» poi
un'altra, poi altre di qua e di là: «l'inno!» poi cinquanta voci tutte insieme
che non finivano piú di gridare «l'inno! l'inno! l'inno!». Erano i giovinotti
delle società liberali, che domandavano l'inno di Garibaldi per fare dispetto
ai suonatori della banda paolotta, e la banda paolotta avrebbe potuto
suonarglielo per contentarli e farla finita; invece, come se niente fosse,
attaccò un altro pezzo. Allora fischi e applausi che subissavano, secondo il gusto
di quelli che volevano l'inno e quelli che non lo volevano, fischi, applausi,
vituperi, urtoni, una confusione generale un serra-serra di chi voleva scappare
o farsi avanti; le donne coi bambini in braccio, che strillavano cercando di
levarsi da quel parapiglia, gli uomini che volevano tenerle perché non
succedesse peggio e non restassero schiacciate dalla folla. «Abbasso i
paolotti! abbasso i paolotti!» non si sentiva piú altro, e laggiù vicino alla
musica qualche baruffa dev'esserci stata e delle botte in grande, almeno a
giudicarne dalla maniera come si urtavano cattolici e liberali gridando tutti
insieme, e qualche disgrazia seria sarebbe capitata, se in fretta non venivano
le guardie di pubblica sicurezza e i carabinieri a mettere l'ordine.
Nel suo buco, la Bricicca non
aveva nulla da temere, ché a chiudere la porta avrebbe fatto presto e a
rifugiarsi in casa, ma la sua paura era per Marinetta mischiata certamente in
quel trambusto, lei e la Rapallina che cercavano il male come i medici, sempre
pronte a ficcarsi senza giudizio dove c'erano delle novità; e non voleva
muoversi per aspettarla, e alle persone di conoscenza che le passavano davanti,
domandava se l'avevano vista. In mezzo a tanta confusione si può capire che
risposte a sproposito le toccavano: chi l'aveva vista lí a due passi un minuto
prima, chi egualmente un minuto prima l'aveva vista in lontananza verso il
vicolo della Capra; ma i piú non ne sapevano niente, quand'ecco il tumulto, che
sembrava quasi cessato, ricominciare piú forte, non si sa perché. Pare
impossibile, non avevano trovato altro posto che la Pece Greca per venire a
combattere e levarsi la pelle e spaventare tanta popolazione a motivo
dell'inno? E tutt'a un tratto scappa scappa, musicanti e non musicanti,
liberali e paolotti, cacciarsi in mezzo alla gente come anime perse, non
badando a nessuno, facendosi largo a qualunque costo; fu il momento piú brutto.
Cos'era successo, Maria Santissima!? Questa volta, o donne o bambini, qualcuno
restava davvero sotto i piedi o colle coste rotte! Era successo che le guardie,
stanche d'usare buone maniere, avevano abbrancato parecchi di quelli che si
ostinavano dippiú nella cagnara, e siccome esse non facevano distinzione, tocca
a chi tocca, per non lasciarsi ammanettare se la davano tutti quanti a gambe,
sguisciando tra la calca il meglio che potevano. Fortunato chi poteva imboccare
un vicolo o una porta; la Bricicca non ebbe neppure il tempo di vedere nel muso
un tocco d'uomo che si precipitò dentro il portichetto dov'era lei con
Pellegra, una bomba, una vera bomba, e sparí su per la scala in un attimo.
Com'era salito doveva scendere,
ché se aveva l'idea, arrivato in cima, d'andare a passeggiare sui tetti, si
sbagliava di grosso, e all'ultimo pianerottolo non trovava né lucernaio né
finestrino. Però stette un secolo prima di venir giú, probabilmente colla paura
in corpo d'essere aspettato dalle braccia d'una guardia; e quando venne, la
Bricicca rimase di cartapesta riconoscendo Pollino Gabitto, che aveva visto
tante volte a Manassola e non sapeva neanche che fosse a Genova. Lui pure restò
mezzo confuso nel trovarsi nei piedi, cosí all'improvviso, la madre di
Marinetta; si salutarono, e siccome non si arrischiava ancora di mettere il
naso fuori finché c'erano sulla piazza dei cappelli a due punte, fece quello
che avrebbe fatto Orlando, stette dentro, e per non fare la figura del muto,
raccontò che un passo dietro l'altro, s'era trovato nella Pece Greca venendo
dietro alla banda per pura curiosità, se ne stava a sentire la musica fumando
un sigaro, tranquillo come Battista, quando ai primi gridi un maresciallo dei
carabinieri cominciò ad apostrofarlo, ch'era lui uno dei caporioni, che aveva
delle cattive idee per la testa, e tante altre cose, mentre invece era
innocente e innocentissimo; e poi dopo, durante la baruffa, lo stesso
maresciallo aveva tentato d'agguantarlo pel colletto, solo perché cercava di
spartire i litiganti, e cosí gli era toccato battersela di galoppo e
svignarsela, per non andare a dormire sul tavolaccio; si vede che la sua faccia
al maresciallo non gli piaceva, e lui, se l'aveva fatta a quel modo, poteva
cambiarsela, forse? per fargli piacere, doveva lasciarsi mettere i ferri?
Dal suo discorso non si capiva
troppo se l'avevano creduto caporione dei paolotti o dei liberali, ma a tutte
le maniere i segni della battaglia li portava addosso, varie graffiature al
collo, un occhio gonfio, il cappello Lobbia e la camicia e la giacchetta
ridotti a pezzi, indizio che non si era contentato di pacificare e la sua parte
nella rissa l'aveva avuta. Appena lo vide in quello stato, ché sul principio,
all'oscuro, non se n'era accorta, la Bricicca per compassione l'invitò a salire
sopra in casa sua, dove almeno si sarebbe lavato la faccia nell'acqua fresca e
lei e Angela gli avrebbero dato due punti alla camicia; senza complimenti:
voleva andarsene via tutto insanguinato, stracciato peggio d'un vagabondo?
Il Gabitto non ci pensava manco
per ombra a uscire dalla tana e non si fece pregare. Pochi momenti dopo, quando
tornò Marinetta, la prima cosa che Pellegra le disse fu della visita che
l'aspettava, pigliandosi il gusto di vederla venir pallida alla notizia che
quel povero giovane era caduto sul passo della porta, ferito da mettere
spavento, e a fargli salire le scale c'erano voluti gli argani, tanta era la
debolezza; miracolo che ci si fossero trovate lei e la Bricicca per soccorrerlo
e levarlo dalla strada, altrimenti chi sa come sarebbe andata a finire! —
Marinetta non volle sentir altro, scappò sopra in un lampo, mentre Pellegra,
riprendendo il discorso, raccontava a un crocchio di donne quel poco che sapeva
sul conto del Pollino e delle sue passeggiate colla ragazza: andavano a
passeggiare insieme per dire il rosario? e chi era lui? da dove era sbucato?
Poteva sbagliarsi, ma per quell'individuo la mano sul fuoco non ce l'avrebbe
messa e neppure una legna verde; un barcaiuolo, schiena dritta, che se in
prigione non c'era stato, l'aveva vista da vicino, e quella sera, lui e la sua
combriccola non erano venuti nella Pece Greca altro che per guastare la festa
cattolica, una festa — peccato! — da non scordarsela piú, se l'avessero
lasciata terminare come doveva terminare; urlava piú forte di tutti e per
divertimento menava le mani addosso a tutti quelli che gli capitavano sotto,
cattolici e non cattolici, che pareva il gigante Golia; Pellegra l'aveva
riconosciuto nel mucchio, e questo bel mobile la Bricicca se lo portava su in
casa a ungerlo col balsamo, e per medicarlo meglio, adesso che ci stava pure
Marinetta a indorargli e inargentargli le legnate, era capace di cedergli il
suo letto o quello di sua figlia!
Avesse torto o ragione, Pellegra
parlava cosí a motivo dell'astio che le friggeva sempre nel cuore contro
Marinetta, quantunque in faccia la trattasse coi guanti, per non giuocarsi gli
incerti del mestiere. Senonché, anche dietro le spalle, era donna prudente da
tenere la lingua a posto circa quello che sapeva, non volendo compromettersi, e
se delle voci erano trapelate e si pronunziava pure il nome della signora Barbara,
la verità è la verità, dalla sua bocca non erano partite. — Dopo una lunga
palinodia sui fatti successi, quando andò via, che la piazza era quasi vuota e
i lumi cominciavano a spegnersi per mancanza d'olio nei bicchierini, il Gabitto
non era ancora uscito, e all'indomani mattina, salita sopra con un pretesto a
battere alla porta della Bricicca, indovinò subito che per ogni buon fine aveva
passato la notte lí in casa, tanto da dar tempo alle guardie di non ricordarsi
piú dei suoi connotati.
Pazienza quella notte, il peggio
fu che da allora in poi, se non ci si stabilí addirittura, la casa della
Bricicca diventò il suo quartiere generale, e lui e Marinetta si può dire che
non si videro piú l'uno senza dell'altro, a segno che nella Pece Greca la gente
si scandalizzava, Pellegra in prima riga, per non perdere l'abitudine. Gli era
girata la boccia alla Bricicca o aveva perso gli occhi per lasciare quei due
ragazzi insieme a tutte le ore del giorno, in pubblico e in privato? A
maritarli non poteva pensarci per tanti motivi: prima perché una figlia non si
dà a un vagabondo piovuto dai paesi della luna, che non si sa neppure se abbia
tanto da comprarsi l'acqua necessaria per lavarsi la domenica e non ha altro
mestiere per le mani che di tenerle in saccoccia al caldo; secondo, perché far
passare la piccola davanti alla grande, non solo non stava bene, ma per la
povera Angela sarebbe stato un affronto che non si meritava dopo la disgrazia
dell'abbandono infame di Giacomino; terzo, perché sul punto d'andare in catorbia,
non riusciva certamente in quindici o venti giorni a improvvisare la somma che
ci voleva pel corredo e per la mobiglia della stanza.
Sottosopra queste cose la
Bricicca le capiva da sé, ma sperando sempre che all'ultimo momento un'anima
del purgatorio venisse ad aiutarla, alla sua entrata in prigione non ci
credeva; da una parte Marinetta era risoluta a sposare Pollino o a scapparsene
con lui, Pollino dall'altra assicurava d'aver trovato a Banchi pel primo del
mese un buonissimo impiego, senza contare le terre che diceva di possedere a
Manassola, e cosí lei, un poco per forza, un poco per amore, bisognava bene che
si adattasse. L'avvocato Raibetta, avendola mandata a chiamare, fu quello che
la persuase del tutto e le dimostrò che una fortuna piú bella non poteva
capitarle nelle acque sporche in cui navigava, che Napoleone Gabitto era un
giovane onesto, di buona famiglia, come non avrebbe mai avuto la pretesa di
sognarlo, essa, che senza volerla offendere, non era né la duchessa di
Galliera, né la moglie di Rotescilde. Marinetta colle sue qualità si meritava
il Gabitto e molto meglio del Gabitto, ma aveva tanto talento di non aspirare a
nessun trionfo straordinario, e già che si volevano bene, l'unica era di
sposarli presto, a vapore, senza tanti discorsi.
A vapore! Marinetta aveva
premura, la bragia sotto i piedi, e il perché lo sapeva lei; senza tanti
discorsi, e discorsi non se ne fecero, meno poche parole colla sorella di
Pollino, la moglie del fuochista, venuta una domenica per figura. Il matrimonio
rimase stabilito quasi da sé, alla piú lunga tra un mese, appena il tempo
necessario pei preparativi piú urgenti e per mettere insieme a Genova e a
Manassola le carte della chiesa e del municipio. La prima cosa, la piú
importante, erano i denari, il mucchietto che l'avvocato le teneva in custodia,
Marinetta dovette toccarlo e di dieci in dieci franchi vederselo sparire, ma se
ora se ne andavano allegramente, piú tardi sarebbero tornati a casa: in quanto
a questo essa era tranquilla, e sua madre non si capacitava che, malgrado
l'avarizia, avesse potuto risparmiarne tanti. Incamminata a quel modo,
seguitando a fare la pettinatrice e guadagnando di quelle somme, in pochi anni
si comprava un palazzo! Perché rideva Pellegra? Non c'era niente da ridere:
basta nascere fortunati; lei, Bricicca, in quarant'anni d'economie non sarebbe
arrivata a comprarsi neppure una cassa da morto di legno bianco! E Pellegra
rideva sempre: voleva dire che Marinetta non era nata colla fortuna per
camicia? Lasciando da parte tutto il resto, non c'era che da paragonarla con
Angela, con quella povera figlia del Signore cosí tribolata per un verso e per
l'altro, piantata sul lastrico da un mascalzone, in procinto di vedersi passare
avanti sua sorella piú giovane, e adesso deperita di salute, a due palmi dal
cataletto! E per dirla a quattr'occhi, senza vantarsi, il Pollino Gabitto, il
giorno che l'aveva incontrata, Marinetta, sulla sua strada, non poteva giurare
anche lui d'avere incontrato la fortuna a braccia aperte? — Pellegra non
rispondeva né sí né no e rideva sempre.
Le sue spese di biancheria e di
vestiario Marinetta le faceva in compagnia della Rapallina che non era donna da
lasciarsi imbrogliare nei negozi dove metteva i piedi, e per saper scegliere la
roba migliore a meno prezzo e tirare il soldo, quand'era di luna sembrava fatta
apposta, purché avesse carta bianca. Fu in questa occasione che si rappacificò
colla Bricicca, quantunque la Bricicca ne avesse poca voglia dopo le questioni
avute, in ispecie dopo l'affare del Castigamatti e la famosa baruffa,
andando e venendo tutto il giorno per casa con quell'aria di padronanza ch'era
sempre stata la sua specialità, comandando a bacchetta, insegnando alla sarta,
e per non perdere tempo mettendosi lei pure a tagliare e cucire. Due mesi prima,
pel matrimonio della Linda col figlio d'uno spedizioniere, aveva fatto lo
stesso, anzi nella Pece Greca non c'era matrimonio o ragazza della comunione di
qualche importanza, senza che lei c'entrasse come direttrice dei preparativi,
con grande scandalo delle persone timorate di Dio, Pellegra per esempio, che
non capivano come si potesse spalancare la porta a una donna di quella risma,
infarinata da capo a piedi nel peccato mortale; dopo il parrucchiere del
Pontetto, messo in prigione, s'era aggiustata con un barcaiuolo, un tocco
d'uomo di pelo rosso, che la mangiava viva, poi col garzone del macellaio nel
vicolo della Capra, un ragazzotto col latte ancora sulle labbra, che questo se
lo mangiava lei; poi uscito fuori dagli esercizi spirituali il parrucchiere, di
nuovo l'amico vecchio, si sa, e cosí di divertimento in divertimento, alla
barba e sotto il naso del marito. Mormoravano le cattive lingue che pel gusto
di cambiare, adesso aveva posato gli occhi sul Pollino Gabitto, e il Pollino
Gabitto bisogna anche dire che dal giorno che l'aveva conosciuta per mezzo di
Marinetta, c'era sempre in casa; ma in quanto a questo è meglio star zitti per
non correre il rischio di calunniare le persone, non essendoci niente di
positivo e i maligni diventando grassi piú si contano grosse.
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