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Gaspare Invrea (alias Remigio Zena)
La bocca del lupo

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XXVI

 

Una di quelle mattine, verso mezzogiorno, mentre nel portichetto Pellegra, giusto a proposito della Rapallina, scaldava le orecchie alla Bricicca, un prete lungo e secco, che si capiva subito che non era un prete genovese, passò e ripassò sulla piazzetta, col naso in aria, cercando i muri delle porte, consultando un pezzo di carta che teneva in mano. Dopo aver girato in su e giù come se non potesse trovare il numero che cercava, e trovarlo era un po' difficile perché erano quasi tutti cancellati, finalmente si decise a entrare nella bottega del merciaio di rimpetto all'Angelo Custode, e uscito dopo un momento, venne dritto nel portichetto in compagnia del garzone, che chiamò la Bricicca per avvisarla che una persona la cercava e voleva parlarle. La Bricicca cadde dalle nuvole: parlarle a lei? chi era quel prete? una faccia mai vistaconosciuta in vita sua; e rimase incantata, come quella che aspettava a bocca aperta lo scoppio della bomba.

Era lei la signora Francisca Carbone? — Il prete si levò il cappello e lo tenne in mano tutto il tempo che si fermò a discorrere d'un'aria seria e compunta, sotto voce e cogli occhi bassi: due parole solamente. Per quanto egli sapesse che l'imbasciata di cui era incaricato dai suoi superiori sarebbe stata dolorosa al cuore d'una madre, pure non dubitava ch'essa, buona cristiana, si sarebbe rassegnata alla volontà del Signore. — La Bricicca non capiva niente e aspettava sempre lo scoppio della bomba, guardando in faccia quel prete tutto umile, né giovanevecchio, che parlava adagio come se si divertisse a tenerla sulla corda. — La signora Carbone, facendo il sacrificio di dare a Dio una delle sue figlie, già in gran parte aveva provato l'amarezza del distacco, quindi la nuova separazione le sarebbe riuscita meno penosa, ed era appunto per questo che tanto i superiori quanto la stessa suor Giovanna Maria non avevano esitato ad obbedire immediatamente ai decreti della Provvidenza e scegliere quella strada ch'era tracciata appunto dalla Provvidenza in modo visibilissimo. — Suor Giovanna Maria!? chi era questa reverenda? se moriva un minuto prima, la Bricicca moriva senza sapere che fosse al mondo. — Il tempo stringeva, la cosa era stata decisa su due piedi per ispirazione divina, e con grande rammarico di don Bosco le circostanze avevano impedito di richiedere il consenso materno, però nessuno ne dubitava, e arrivata quella mattina stessa da Mondovi, suor Giovanna Maria si trovava a bordo del vapore Sud-America, di partenza insieme ad altre religiose, aspettando con fiducia quel consenso che una madre cristiana non le avrebbe mai rifiutato, per non doverne poi rispondere al tribunale di Dio.

Un discorsetto in tutta regola. Capí e non capí, a questo punto, la Bricicca; messa sulla strada dal nome di don Bosco, intravvide in una nuvola che si trattava di Battistina, si ricordò che dopo la vestizione le ultime lettere erano firmate suor Giovanna Maria, ma che specie di consenso dovesse dare e perché Battistina fosse venuta improvvisamente da Mondoví a Genova, e aspettasse sopra un vapore in partenza, questo è quello che non riusciva proprio a indovinare se l'abate non si spiegava meglio. Volendo rispondergli per non parere del tutto una goffa insensata, un poco lo fissava lui nel bianco degli occhi, un poco si voltava verso Pellegra per consultarsi, senza trovare le parole. Le trovò le parole quando, dopo aver capito all'ingrosso che sua figlia andava in America nelle missioni cattoliche fondate laggiú da don Bosco in un paese detto Patagonia, credette che l'abate fosse venuto per domandare a lei nientemeno che le spese di viaggio: non ci sarebbe mancato altro! la spediva lei in America, sua figlia? lei non c'entrava; volevano il consenso? se lo pigliassero pure, quantunque la signorina santificetur potesse benissimo restarsene a Mondovì a cantare il Tantumergo invece d'andare in giro pel mondo; ma lei non c'entrava., era una povera donna miserabile, che bastava guardarla anche da un occhio solo per conoscere il suo stato e tutta la Pece Greca poteva farne testimonianza; non lo sapevano don Bosco, la Superiora e compagnia, che lei, altro che signora Carbone! era una povera donna, carica di miseria e di debiti, con altre due figlie da mantenere?

La paura le aveva fatto prendere un equinozio alla Bricicca, e dopo averla lasciata sfogare senza interromperla, conservando sempre sulla faccia tirata la sua aria pacifica d'umiltà e di malizia e sorridendo come di compassione, il prete ebbe la pazienza di ripeterglielo quattro volte, non una volta, quattro volte, che non si crucciasse e si togliesse pure dall'anima quella spina, ché nessuno a lei le domandava niente, manco a supporlo per ridere, e tanto meno don Bosco, troppo conosciuto in ogni parte del mondo per la sua carità inesauribile. All'ultimo dovette credere d'averla persuasa, sebbene, essa, pigliata confidenza., non finisse piú di fargli passare davanti in processione le sue croci e le sue crocette, perché tirato dalla tasca l'orologio, s'incamminò verso la porta: era mezzogiorno e un quarto, alle sei pomeridiane il Sud-America salpava per Buenos Ayres, la signora Carbone aveva dunque diverse ore di tempo per recarsi a bordo del vapore ad abbracciare la figliuola e benedirla, e recandovisi col resto della famiglia, come non c'era da dubitarne, avrebbe procurato alla buona suor Giovanna Maria, che se la meritava, la piú grande delle consolazioni terrestri.

Negargliela? — Circa due ore dopo, erano tutti in barca che navigavano nel porto, la Bricicca, Angela, Marinetta, il Gabitto e la Rapallina; Pellegra no, conosceva i suoi meriti e aveva troppo paura d'andare sott'acqua, tirata al fondo dai peccati mortali. Erano in barca, ma prima d'arrivare a metterci i piedi, lo sa Dio quanti battibecchi ci furono e quanto tempo perso! se non fosse stato per Angela, la Bricicca si sarebbe lasciata persuadere dalla Rapallina e da Marinetta, ferme sul punto d'onore di non dare ai preti e alle monache di don Bosco quella soddisfazione e nemmeno a Battistina, dopo che avevano fatto tutto da loro, senza degnarsi di scrivere una riga, solo mezza riga, alla madre che volere o non volere, era sempre la madre; senonché Angela l'aveva spuntata, piangendo tutte le lagrime dei suoi occhi e del suo cuore, risoluta a qualunque costo di vedere sua sorella, avesse dovuto andarci a nuoto fino sul bastimento, per abbracciarla ancora una volta prima di morire.

In fondo, una piccola barcheggiata non dispiaceva né alla Rapallina né a Marinetta, contente di visitare un bel vapore come il Sud-America, che a sentire Pollino, era uno dei piú grossi del porto di Genova, e della compagnia Lavarello il meglio di tutti.

Anche lui, Pollino, s'era messo dalla parte d'Angela: non ne poteva niente Battistina se non aveva scritto a sua madre, si capiva che i superiori non gliel'avevano permesso per paura che sul piú bello nascessero degli intoppi, e intoppi adesso non ne volevano certamente, dopo che la figliuola l'avevano accettata senza un soldo di dote, mantenuta e vestita per diversi mesi, apposta coll'idea di spedirla a far da serva ai loro preti d'America.

C'erano tante barchette affollate intorno alla scala del vapore, saliva e scendeva tanta gente, che per arrivare a bordo ci voleva una vera manovra; le donne che non sapevano dove mettere i piedi, barcollavano, gridavano, e sarebbe stato da rinunziarci se Pollino, uomo del mestiere, non si fosse fatto largo a forza di braccia e di bestemmie. In coperta un mondo e l'altro: facchini, marinai, passeggeri, bauli nelle gambe, colli di mercanzie appesi alle grue, che a momenti vi cadevano sulla testa, un fracasso di catene e di voci, che vi rompeva le orecchie. Trovarla Battistina in quella confusione! Laggiú c'era un prete seduto sopra una valigia: se si fosse domandato a lui dove potevano essersi cacciate le monache? No: già che c'era libertà d'andare e venire senza che nessuno s'incaricasse di guardarvi, era meglio fare un giro in coperta da poppa a prua, scendere sotto negli alloggi di prima classe, poi in quelli di seconda, cosí intanto si sarebbe visitato il bastimento, e le monache da qualche parte sarebbero uscite fuori, se si trovavano a bordo.

Angela e sua madre, che non avevano mai visto niente, spalancavano tanto d'occhi camminando dietro a Gabitto, che faceva da guida in mezzo a Marinetta e alla Rapallina, Addirittura un paese il Sud-America! Pareva impossibile che non andasse al fondo con tutta quella gente che c'era sopra! Marinetta rideva delle faccie di certi passeggeri piovuti dalla luna sul terrazzino di poppa, faccie da carnovale come per la strada non ne aveva mai incontrato: dovevano essere inglesi o tedeschi: uomini allampanati, con dei cappotti grigi, lunghi fino ai piedi, e dei berrettini in testa che non ci mancava che il manico per farci dentro la salsa di pomidori, signore troppo grasse o troppo magre, coi vetri sul naso, con dei cappelli a forma di fungo, messi apposta per far voltare le persone, e tutti quanti pieni di tabarri e di scialli e di mantiglie, da aprire negozio. All'imboccatura della scaletta lucida che scendeva in prima classe, un cameriere si fece avanti con bella maniera: la prima classe senza il permesso del comandante non si poteva visitare, e siccome la Rapallina gli domandò se sapeva dov'erano le monache di don Bosco, sempre con buona maniera spedí la comitiva verso la prua, al di della macchina, in seconda, chiamando anzi un garzonetto che insegnasse il cammino.

Questa era nuova, di non poter visitare la prima classe; Pollino si sentiva i fumi al cervello: avevano paura che affacciandosi per due minuti, portassero via la vernice dei mobili e col fiato guastassero le indorature? Avrebbe attaccato volentieri questione, ché le prepotenze non era uomo da soffrirle, e questa oltre essere una prepotenza era pure un affronto a lui e alla compagnia, ma le donne lo tirarono per la manica, specialmente che in quel momento passava il comandante o il sotto comandante di sicuro, un ufficiale burbero, con quattro o cinque giri di galloni d'oro sul berretto. Stava discorrendo con un prete, quello stesso che la mattina era venuto nella Pece Greca, e la Bricicca lo riconobbe subito e si mise a tossire e a girargli intorno per farsi guardare, mentre gli altri erano già andati avanti, e lo salutò con una bella riverenza appena l'ufficiale scese abbasso per la scaletta. Adesso non c'era piú pericolo che volessero farle sborsare nessuna somma, Battistina era imbarcata, il biglietto di viaggio qualcheduno l'aveva pagato; dunque, già che non costava niente, tanto valeva mostrare un po' di buona educazione.

Sempre cogli occhi bassi, che però vedevano benissimo tutto quello che volevano vedere, e colla sua aria d'umiltà, l'abate si avvicinò alla Bricicca, facendole un sorrisetto amichevole: signora Carbone!? ottimamente; non ne dubitava che sarebbe venuta, ma era già tardi, suor Giovanna Maria, poveretta, l'aspettava da un pezzo con impazienza; s'erano già viste? no? Allora non bisognava perdere tempo, e lesto s'incamminò subito tra la folla che cresceva sempre piú, schivando gli urti dei facchini, scavalcando d'un salto le valigie, come persona pratica di quel movimento di bordo. Dietro alla sua sottana, la Bricicca si voltava da ogni parte per cercare le figlie, senonché, passata la macchina e arrivata in una specie di corridoio dove a dritta c'era un casotto lungo, zeppo di buoi, e a sinistra la cucina con un battaglione di cuochi davanti ai fornelli, ad un tratto si sentí come levare il respiro da un gran tuffo di sangue al cuore: pochi passi distante, dentro un bugigattolo, aveva riconosciuto Bastiano, nudo dalla cintola in , che impastava il pane tranquillamente.

Senza piú capire né dove andasse né cosa facesse, barcollante sulle gambe e vedendo tutto doppio, come non si sia rotto l'osso sacro giù per la scaletta a zig-zag della seconda classe, è un segreto del suo angelo protettore. Quando si trovò abbasso nella sala grande, quasi all'oscuro, e il reverendo chiamò suor Giovanna Maria e tre o quattro monache si alzarono in piedi, essa, invece di buttarsi subito al collo di sua figlia, rimase ferma a guardare, insensata, non pensando neppure di dire una parola. Effetto della commozione, si sa, e dello schianto per una povera madre di pensare che la sua figliuola andava in un paese cosí lontano, quasi certa, novantanove per cento, di non rivederla mai piú altro che in paradiso; e il prete che naturalmente queste cose le intendeva a volo, non se ne meravigliò affatto, ma anche Battistina da parte sua avrebbe dovuto mostrarsi un poco piú espansiva, perché essa pure, tra la timidità e la modestia religiosa, restò inchiodata al suo posto, col sigillo alla bocca, le mani in croce sullo stomaco ficcate nelle maniche e gli occhi sul pavimento. Avesse avuto la testa a segno, la Bricicca sarebbe stata imbrogliata a distinguere in mezzo agli altri quel fagotto nero; figuriamoci adesso, che la sua testa navigava nelle nuvole! Siccome nessuno parlava, l'abate aprí lui il discorso per rompere il ghiaccio, invitando suor Giovanna Maria a farsi avanti, a dire qualche cosa, essa che un momento prima desiderava sua madre con tanta ansietà e ora che la vedeva non era capace neppure di domandarle se stava bene in salute, quand'ecco finalmente che capitò il resto della processione, e Angela, tutta commossa, gettò le braccia al collo di sua sorella, appena la riconobbe nel mucchio.

Naturale che dopo quello d'Angela vennero gli abbracciamenti della Bricicca, di Marinetta, della Rapallina, vennero pure le lagrime in abbondanza e cosí il ghiaccio si ruppe e fra una lagrima e l'altra s'intavolò la conversazione. Era Angela che ci si scaldava, la Rapallina per curiosità e per mettere in moto la lingua, non si faceva pregare, attaccando il discorso massime col prete e con una delle monache, quella piú anziana, ché a giudicarla dal sussiego, doveva tenere il bastone del comando; ma la Bricicca si contentava di piangere, ossia di fregarsi gli occhi e soffiarsi il naso, e intanto si sentiva addosso un milione di formiche da capo a piedi che la mangiavano. Se avesse potuto parlargli a Bastiano! trovarlo dopo tanto tempo, all'improvviso, quando si era già messa il cuore in pace e i dispiaceri gliel'avevano quasi fatto dimenticare, trovarlo, vederselo a due passi e non potergli dire nemmeno buongiorno! lei e Pellegra matte a cercarlo di giorno, di notte, per tutta Genova, e lui intanto era andato a nascondersi in mezzo al mare sulle tavole d'un bastimento! Quante volte l'aveva fatto il viaggio d'America, installato a bordo di quel vapore? ecco che a momenti partiva di nuovo! e anche parlandogli, cosa gli avrebbe detto? non sarebbe mica riuscita tirarselo dietro! Eppure le sembrava che a forza di pregarlo e supplicarlo... ma come faceva a salire sopra, con tanti occhi che la guardavano e quel rompiantifone d'un prete, che ogni mezzo minuto, nemmeno a farlo apposta, trovava una scusa per mettere sul tappeto la signora Carbone?

Tempestata di domande, una dietro l'altra e spesse come la gragnuola, Battistina non aveva tempo a rispondere a tutte, oppure, in presenza delle altre teste fasciate e del direttore spirituale, doveva giuocare di scherma secondo la sua poca levatura, quand'erano domande piuttosto scabrose che toccavano certi argomenti delicati. Era sempre lei, timida e di parole scarse, affezionata ai suoi, rassegnata, sempliciotta, ma si capiva, che in monastero, a Mondoví, aveva imparata la lezione a memoria e la sua paura era di compromettere l'abito che portava. — Non stava male vestita da monaca, anzi non si conosceva piú da quella ch'era una volta; solamente, le sue compagne sapevano aggiustarsi meglio, piú precise, per esempio nel modo d'accomodarsi il velo cogli spilli, e anche piú pulite, ché quel certo bavarino bianco sotto il mento che portano tutte le religiose e viene giú largo sullo stomaco, essa, sempre distratta, l'aveva di tutti i colori pitturato a olio.

Basta, di discorso in discorso, visitando l'appartamento, né Marinetta né la Rapallina e tanto meno la Bricicca avrebbero avuto il fegato d'arrischiarsi a un viaggio di mare cosí lungo; Angela invece, nel suo dolore, avrebbe baciato i piedi a don Bosco se ci fosse stato e le avesse detto di partire anche lei con sua sorella per andare laggiú in America, a morire: almeno sarebbe morta nel servizio del Signore, lontana da chi le aveva fatto del male! — Il peggio era doversi distendere in quelle cuccette, una sopra l'altra come le scansie degli armadi, con un buco rotondo per finestrino; chi ci poteva respirare li dentro? vere casse da morto, che fra le altre cose, per arrivarci bisognava pigliarle d'assalto, arrampicandosi; e vi par niente vivere ventitré o ventiquattro giorni filati in quella scatola della seconda classe, dove appena appena si vedevano le persone, bassa, soffocata, e c'era una puzza d'unto che agguantava la gola? La puzza solita di tutti i bastimenti, specie dei vapori, diceva Pollino Gabitto, roba da non farne caso, ché dopo due giorni d'abitudine non dava piú fastidio e anzi metteva appetito, però Marinetta, nello stato in cui si trovava — e le donne che hanno l'esperienza delle cose di questo mondo, lo capiscono benissimo — da quel tanfo si sentiva prendere l'anima: dopo aver fatto di tutto per resistere, all'ultimo, se non scappava sopra in coperta, l'anima la rendeva davvero.

Fu il segnale della partenza; momento piú momento meno, era l'ora d'andarsene per chi non aveva l'intenzione di fare un salto in America, e il prete ch'era andato a informarsi dal secondo, tornò abbasso coll'orologio in mano: tredici minuti di tempo, anzi dodici e mezzo, prima che si alzasse la scala, non occorreva scalmanarsi troppo, ma era bene cominciare a mettersi in moto. Le lagrime e gli abbracciamenti ripresero da capo: Battistina s'inginocchiò davanti a sua madre, domandandole perdono di tutti i dispiaceri che poteva averle procurato volontariamente e involontariamente, domandandole la sua santa benedizione, raccomandandosi alle sue preghiere, ché ne aveva tanto di bisogno; e siccome restava sempre in ginocchio colle mani giunte, la Bricicca non sapeva da che parte voltarsi per dargliela, la santa benedizione, figurandosi che alle monache si dovesse darla in latino, all'incirca quella dei preti quand'è finita la messa. La piú addolorata, non se ne parla, era Angela, ma anche la Rapallina; piangeva come un vitello, e le monache, comprese quelle due che fino allora non avevano aperto bocca, due catafalchi della malinconia, le tenevano bordone. Che figura ci avrebbe fatto la Bricicca, senza contare che finalmente era madre, e il cuore, grazie a Dio, non l'aveva né di bronzo né di cartone, che figura ci avrebbe fatto a non disperarsi peggio degli altri? Quando tutte insieme salirono sopra, in un gruppo di tante Marie Maddalene, i passeggeri si affollarono per la curiosità di vedere cosa andava a succedere, e Marinetta che si trovò per forza lei pure mischiata nel mazzo, morta dalla vergogna, fu la prima a incamminarsi verso la scala, da una parte tirando sua madre per un braccio, dall'altra la Rapallina pel vestito; il Gabitto, lui, era già in barca, che le aspettava.

E cosí, fra gli ultimi addii e le ultime lagrime, il gruppo si distaccò. Ci fu un momento, prima di scendere che la Bricicca ebbe una specie di giravolta al cervello: svincolatasi improvvisamente, spingendo coi gomiti i vicini, fece l'atto di cacciarsi avanti, come se avesse voluto correre da una persona che aveva visto in lontananza e saltarle addosso per paura che sparisse, ma fu l'affare d'un minuto secondo e si pentí subito; il diavolo, aveva creduto di vedere? Nei momenti di gran dolore, il sangue ne fa spesso di questi scherzi, e a lei, povera donna, era chiaro che il dolore di separarsi da sua figlia le aveva dato alla testa.

Addio! Addio! dalla barca e da bordo un vero telegrafo col fazzoletto, mentre la macchina sbuffava; erano gli ultimi saluti: addio! addio! Quando il vapore cominciò a muoversi e a poco a poco si voltò di fianco girando verso l'imboccatura del porto, Angela montò in piedi sulla panchetta, colle braccia alte addio! addio! ma sia il traballamento della barca, sia la mancanza di forze e la vista che le si oscurò, se Pollino non era pronto come un fulmine ad agguantarla per l'aria, diventava boccone d'un pesce.

 

 




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