Una di quelle mattine, verso
mezzogiorno, mentre nel portichetto Pellegra, giusto a proposito della
Rapallina, scaldava le orecchie alla Bricicca, un prete lungo e secco, che si
capiva subito che non era un prete genovese, passò e ripassò sulla piazzetta,
col naso in aria, cercando i muri delle porte, consultando un pezzo di carta
che teneva in mano. Dopo aver girato in su e giù come se non potesse trovare il
numero che cercava, e trovarlo era un po' difficile perché erano quasi tutti
cancellati, finalmente si decise a entrare nella bottega del merciaio di
rimpetto all'Angelo Custode, e uscito dopo un momento, venne dritto nel
portichetto in compagnia del garzone, che chiamò la Bricicca per avvisarla che
una persona la cercava e voleva parlarle. La Bricicca cadde dalle nuvole:
parlarle a lei? chi era quel prete? una faccia mai vista né conosciuta in vita
sua; e rimase lí incantata, come quella che aspettava a bocca aperta lo scoppio
della bomba.
Era lei la signora Francisca
Carbone? — Il prete si levò il cappello e lo tenne in mano tutto il tempo che
si fermò a discorrere d'un'aria seria e compunta, sotto voce e cogli occhi
bassi: due parole solamente. Per quanto egli sapesse che l'imbasciata di cui
era incaricato dai suoi superiori sarebbe stata dolorosa al cuore d'una madre,
pure non dubitava ch'essa, buona cristiana, si sarebbe rassegnata alla volontà
del Signore. — La Bricicca non capiva niente e aspettava sempre lo scoppio
della bomba, guardando in faccia quel prete tutto umile, né giovane né vecchio,
che parlava adagio come se si divertisse a tenerla sulla corda. — La signora
Carbone, facendo il sacrificio di dare a Dio una delle sue figlie, già in gran
parte aveva provato l'amarezza del distacco, quindi la nuova separazione le
sarebbe riuscita meno penosa, ed era appunto per questo che tanto i superiori
quanto la stessa suor Giovanna Maria non avevano esitato ad obbedire
immediatamente ai decreti della Provvidenza e scegliere quella strada ch'era
tracciata appunto dalla Provvidenza in modo visibilissimo. — Suor Giovanna
Maria!? chi era questa reverenda? se moriva un minuto prima, la Bricicca moriva
senza sapere che fosse al mondo. — Il tempo stringeva, la cosa era stata decisa
su due piedi per ispirazione divina, e con grande rammarico di don Bosco le
circostanze avevano impedito di richiedere il consenso materno, però nessuno ne
dubitava, e arrivata quella mattina stessa da Mondovi, suor Giovanna Maria si
trovava a bordo del vapore Sud-America, di partenza insieme ad altre
religiose, aspettando con fiducia quel consenso che una madre cristiana non le
avrebbe mai rifiutato, per non doverne poi rispondere al tribunale di Dio.
Un discorsetto in tutta regola.
Capí e non capí, a questo punto, la Bricicca; messa sulla strada dal nome di
don Bosco, intravvide in una nuvola che si trattava di Battistina, si ricordò
che dopo la vestizione le ultime lettere erano firmate suor Giovanna Maria, ma
che specie di consenso dovesse dare e perché Battistina fosse venuta improvvisamente
da Mondoví a Genova, e aspettasse sopra un vapore in partenza, questo è quello
che non riusciva proprio a indovinare se l'abate non si spiegava meglio.
Volendo rispondergli per non parere del tutto una goffa insensata, un poco lo
fissava lui nel bianco degli occhi, un poco si voltava verso Pellegra per
consultarsi, senza trovare le parole. Le trovò le parole quando, dopo aver
capito all'ingrosso che sua figlia andava in America nelle missioni cattoliche
fondate laggiú da don Bosco in un paese detto Patagonia, credette che l'abate
fosse venuto per domandare a lei nientemeno che le spese di viaggio: non ci
sarebbe mancato altro! la spediva lei in America, sua figlia? lei non
c'entrava; volevano il consenso? se lo pigliassero pure, quantunque la signorina
santificetur potesse benissimo restarsene a Mondovì a cantare il Tantumergo
invece d'andare in giro pel mondo; ma lei non c'entrava., era una povera donna
miserabile, che bastava guardarla anche da un occhio solo per conoscere il suo
stato e tutta la Pece Greca poteva farne testimonianza; non lo sapevano don
Bosco, la Superiora e compagnia, che lei, altro che signora Carbone! era una
povera donna, carica di miseria e di debiti, con altre due figlie da mantenere?
La paura le aveva fatto prendere
un equinozio alla Bricicca, e dopo averla lasciata sfogare senza interromperla,
conservando sempre sulla faccia tirata la sua aria pacifica d'umiltà e di
malizia e sorridendo come di compassione, il prete ebbe la pazienza di
ripeterglielo quattro volte, non una volta, quattro volte, che non si
crucciasse e si togliesse pure dall'anima quella spina, ché nessuno a lei le
domandava niente, manco a supporlo per ridere, e tanto meno don Bosco, troppo
conosciuto in ogni parte del mondo per la sua carità inesauribile. All'ultimo
dovette credere d'averla persuasa, sebbene, essa, pigliata confidenza., non
finisse piú di fargli passare davanti in processione le sue croci e le sue
crocette, perché tirato dalla tasca l'orologio, s'incamminò verso la porta: era
mezzogiorno e un quarto, alle sei pomeridiane il Sud-America salpava per
Buenos Ayres, la signora Carbone aveva dunque diverse ore di tempo per recarsi
a bordo del vapore ad abbracciare la figliuola e benedirla, e recandovisi col
resto della famiglia, come non c'era da dubitarne, avrebbe procurato alla buona
suor Giovanna Maria, che se la meritava, la piú grande delle consolazioni
terrestri.
Negargliela? — Circa due ore dopo, erano tutti in barca
che navigavano nel porto, la Bricicca, Angela, Marinetta, il Gabitto e la
Rapallina; Pellegra no, conosceva i suoi meriti e aveva troppo paura d'andare
sott'acqua, tirata al fondo dai peccati mortali. Erano in barca, ma prima
d'arrivare a metterci i piedi, lo sa Dio quanti battibecchi ci furono e quanto
tempo perso! se non fosse stato per Angela, la Bricicca si sarebbe lasciata
persuadere dalla Rapallina e da Marinetta, ferme sul punto d'onore di non dare
ai preti e alle monache di don Bosco quella soddisfazione e nemmeno a
Battistina, dopo che avevano fatto tutto da loro, senza degnarsi di scrivere
una riga, solo mezza riga, alla madre che volere o non volere, era sempre la
madre; senonché Angela l'aveva spuntata, piangendo tutte le lagrime dei suoi
occhi e del suo cuore, risoluta a qualunque costo di vedere sua sorella, avesse
dovuto andarci a nuoto fino sul bastimento, per abbracciarla ancora una volta
prima di morire.
In fondo, una piccola
barcheggiata non dispiaceva né alla Rapallina né a Marinetta, contente di
visitare un bel vapore come il Sud-America, che a sentire Pollino, era
uno dei piú grossi del porto di Genova, e della compagnia Lavarello il meglio
di tutti.
Anche lui, Pollino, s'era messo
dalla parte d'Angela: non ne poteva niente Battistina se non aveva scritto a
sua madre, si capiva che i superiori non gliel'avevano permesso per paura che
sul piú bello nascessero degli intoppi, e intoppi adesso non ne volevano
certamente, dopo che la figliuola l'avevano accettata senza un soldo di dote,
mantenuta e vestita per diversi mesi, apposta coll'idea di spedirla a far da
serva ai loro preti d'America.
C'erano tante barchette
affollate intorno alla scala del vapore, saliva e scendeva tanta gente, che per
arrivare a bordo ci voleva una vera manovra; le donne che non sapevano dove
mettere i piedi, barcollavano, gridavano, e sarebbe stato da rinunziarci se
Pollino, uomo del mestiere, non si fosse fatto largo a forza di braccia e di
bestemmie. In coperta un mondo e l'altro: facchini, marinai, passeggeri, bauli
nelle gambe, colli di mercanzie appesi alle grue, che a momenti vi cadevano sulla
testa, un fracasso di catene e di voci, che vi rompeva le orecchie. Trovarla
Battistina in quella confusione! Laggiú c'era un prete seduto sopra una
valigia: se si fosse domandato a lui dove potevano essersi cacciate le monache?
No: già che c'era libertà d'andare e venire senza che nessuno s'incaricasse di
guardarvi, era meglio fare un giro in coperta da poppa a prua, scendere sotto
negli alloggi di prima classe, poi in quelli di seconda, cosí intanto si
sarebbe visitato il bastimento, e le monache da qualche parte sarebbero uscite
fuori, se si trovavano a bordo.
Angela e sua madre, che non
avevano mai visto niente, spalancavano tanto d'occhi camminando dietro a
Gabitto, che faceva da guida in mezzo a Marinetta e alla Rapallina, Addirittura
un paese il Sud-America! Pareva impossibile che non andasse al fondo con
tutta quella gente che c'era sopra! Marinetta rideva delle faccie di certi
passeggeri piovuti dalla luna sul terrazzino di poppa, faccie da carnovale come
per la strada non ne aveva mai incontrato: dovevano essere inglesi o tedeschi:
uomini allampanati, con dei cappotti grigi, lunghi fino ai piedi, e dei
berrettini in testa che non ci mancava che il manico per farci dentro la salsa
di pomidori, signore troppo grasse o troppo magre, coi vetri sul naso, con dei
cappelli a forma di fungo, messi lí apposta per far voltare le persone, e tutti
quanti pieni di tabarri e di scialli e di mantiglie, da aprire negozio.
All'imboccatura della scaletta lucida che scendeva in prima classe, un
cameriere si fece avanti con bella maniera: la prima classe senza il permesso
del comandante non si poteva visitare, e siccome la Rapallina gli domandò se
sapeva dov'erano le monache di don Bosco, sempre con buona maniera spedí la
comitiva verso la prua, al di là della macchina, in seconda, chiamando anzi un
garzonetto che insegnasse il cammino.
Questa era nuova, di non poter
visitare la prima classe; Pollino si sentiva i fumi al cervello: avevano paura
che affacciandosi per due minuti, portassero via la vernice dei mobili e col fiato
guastassero le indorature? Avrebbe attaccato volentieri questione, ché le
prepotenze non era uomo da soffrirle, e questa oltre essere una prepotenza era
pure un affronto a lui e alla compagnia, ma le donne lo tirarono per la manica,
specialmente che in quel momento passava il comandante o il sotto comandante di
sicuro, un ufficiale burbero, con quattro o cinque giri di galloni d'oro sul
berretto. Stava discorrendo con un prete, quello stesso che la mattina era
venuto nella Pece Greca, e la Bricicca lo riconobbe subito e si mise a tossire
e a girargli intorno per farsi guardare, mentre gli altri erano già andati
avanti, e lo salutò con una bella riverenza appena l'ufficiale scese abbasso
per la scaletta. Adesso non c'era piú pericolo che volessero farle sborsare
nessuna somma, Battistina era imbarcata, il biglietto di viaggio qualcheduno
l'aveva pagato; dunque, già che non costava niente, tanto valeva mostrare un
po' di buona educazione.
Sempre cogli occhi bassi, che
però vedevano benissimo tutto quello che volevano vedere, e colla sua aria
d'umiltà, l'abate si avvicinò alla Bricicca, facendole un sorrisetto
amichevole: signora Carbone!? ottimamente; non ne dubitava che sarebbe venuta,
ma era già tardi, suor Giovanna Maria, poveretta, l'aspettava da un pezzo con
impazienza; s'erano già viste? no? Allora non bisognava perdere tempo, e lesto
s'incamminò subito tra la folla che cresceva sempre piú, schivando gli urti dei
facchini, scavalcando d'un salto le valigie, come persona pratica di quel
movimento di bordo. Dietro alla sua sottana, la Bricicca si voltava da ogni
parte per cercare le figlie, senonché, passata la macchina e arrivata in una
specie di corridoio dove a dritta c'era un casotto lungo, zeppo di buoi, e a
sinistra la cucina con un battaglione di cuochi davanti ai fornelli, ad un
tratto si sentí come levare il respiro da un gran tuffo di sangue al cuore:
pochi passi distante, dentro un bugigattolo, aveva riconosciuto Bastiano, nudo
dalla cintola in sú, che impastava il pane tranquillamente.
Senza piú capire né dove andasse
né cosa facesse, barcollante sulle gambe e vedendo tutto doppio, come non si
sia rotto l'osso sacro giù per la scaletta a zig-zag della seconda classe, è un
segreto del suo angelo protettore. Quando si trovò abbasso nella sala grande,
quasi all'oscuro, e il reverendo chiamò suor Giovanna Maria e tre o quattro
monache si alzarono in piedi, essa, invece di buttarsi subito al collo di sua
figlia, rimase ferma a guardare, insensata, non pensando neppure di dire una
parola. Effetto della commozione, si sa, e dello schianto per una povera madre
di pensare che la sua figliuola andava in un paese cosí lontano, quasi certa,
novantanove per cento, di non rivederla mai piú altro che in paradiso; e il
prete che naturalmente queste cose le intendeva a volo, non se ne meravigliò
affatto, ma anche Battistina da parte sua avrebbe dovuto mostrarsi un poco piú
espansiva, perché essa pure, tra la timidità e la modestia religiosa, restò
inchiodata al suo posto, col sigillo alla bocca, le mani in croce sullo stomaco
ficcate nelle maniche e gli occhi sul pavimento. Avesse avuto la testa a segno,
la Bricicca sarebbe stata imbrogliata a distinguere in mezzo agli altri quel
fagotto nero; figuriamoci adesso, che la sua testa navigava nelle nuvole!
Siccome nessuno parlava, l'abate aprí lui il discorso per rompere il ghiaccio,
invitando suor Giovanna Maria a farsi avanti, a dire qualche cosa, essa che un
momento prima desiderava sua madre con tanta ansietà e ora che la vedeva non
era capace neppure di domandarle se stava bene in salute, quand'ecco finalmente
che capitò il resto della processione, e Angela, tutta commossa, gettò le
braccia al collo di sua sorella, appena la riconobbe nel mucchio.
Naturale che dopo quello
d'Angela vennero gli abbracciamenti della Bricicca, di Marinetta, della
Rapallina, vennero pure le lagrime in abbondanza e cosí il ghiaccio si ruppe e
fra una lagrima e l'altra s'intavolò la conversazione. Era Angela che ci si
scaldava, la Rapallina per curiosità e per mettere in moto la lingua, non si
faceva pregare, attaccando il discorso massime col prete e con una delle
monache, quella piú anziana, ché a giudicarla dal sussiego, doveva tenere il
bastone del comando; ma la Bricicca si contentava di piangere, ossia di
fregarsi gli occhi e soffiarsi il naso, e intanto si sentiva addosso un milione
di formiche da capo a piedi che la mangiavano. Se avesse potuto parlargli a
Bastiano! trovarlo dopo tanto tempo, all'improvviso, quando si era già messa il
cuore in pace e i dispiaceri gliel'avevano quasi fatto dimenticare, trovarlo,
vederselo lí a due passi e non potergli dire nemmeno buongiorno! lei e Pellegra
matte a cercarlo di giorno, di notte, per tutta Genova, e lui intanto era
andato a nascondersi in mezzo al mare sulle tavole d'un bastimento! Quante
volte l'aveva fatto il viaggio d'America, installato a bordo di quel vapore?
ecco che a momenti partiva di nuovo! e anche parlandogli, cosa gli avrebbe
detto? non sarebbe mica riuscita tirarselo dietro! Eppure le sembrava che a
forza di pregarlo e supplicarlo... ma come faceva a salire sopra, con tanti
occhi che la guardavano e quel rompiantifone d'un prete, che ogni mezzo minuto,
nemmeno a farlo apposta, trovava una scusa per mettere sul tappeto la signora
Carbone?
Tempestata di domande, una
dietro l'altra e spesse come la gragnuola, Battistina non aveva tempo a
rispondere a tutte, oppure, in presenza delle altre teste fasciate e del
direttore spirituale, doveva giuocare di scherma secondo la sua poca levatura,
quand'erano domande piuttosto scabrose che toccavano certi argomenti delicati.
Era sempre lei, timida e di parole scarse, affezionata ai suoi, rassegnata,
sempliciotta, ma si capiva, che in monastero, a Mondoví, aveva imparata la
lezione a memoria e la sua paura era di compromettere l'abito che portava. —
Non stava male vestita da monaca, anzi non si conosceva piú da quella ch'era
una volta; solamente, le sue compagne sapevano aggiustarsi meglio, piú precise,
per esempio nel modo d'accomodarsi il velo cogli spilli, e anche piú pulite,
ché quel certo bavarino bianco sotto il mento che portano tutte le religiose e
viene giú largo sullo stomaco, essa, sempre distratta, l'aveva di tutti i
colori pitturato a olio.
Basta, di discorso in discorso,
visitando l'appartamento, né Marinetta né la Rapallina e tanto meno la Bricicca
avrebbero avuto il fegato d'arrischiarsi a un viaggio di mare cosí lungo;
Angela invece, nel suo dolore, avrebbe baciato i piedi a don Bosco se ci fosse
stato e le avesse detto di partire anche lei con sua sorella per andare laggiú
in America, a morire: almeno sarebbe morta nel servizio del Signore, lontana da
chi le aveva fatto del male! — Il peggio era doversi distendere in quelle
cuccette, una sopra l'altra come le scansie degli armadi, con un buco rotondo
per finestrino; chi ci poteva respirare li dentro? vere casse da morto, che fra
le altre cose, per arrivarci bisognava pigliarle d'assalto, arrampicandosi; e
vi par niente vivere ventitré o ventiquattro giorni filati in quella scatola
della seconda classe, dove appena appena si vedevano le persone, bassa,
soffocata, e c'era una puzza d'unto che agguantava la gola? La puzza solita di
tutti i bastimenti, specie dei vapori, diceva Pollino Gabitto, roba da non
farne caso, ché dopo due giorni d'abitudine non dava piú fastidio e anzi metteva
appetito, però Marinetta, nello stato in cui si trovava — e le donne che hanno
l'esperienza delle cose di questo mondo, lo capiscono benissimo — da quel tanfo
si sentiva prendere l'anima: dopo aver fatto di tutto per resistere,
all'ultimo, se non scappava sopra in coperta, l'anima la rendeva davvero.
Fu il segnale della partenza;
momento piú momento meno, era l'ora d'andarsene per chi non aveva l'intenzione
di fare un salto in America, e il prete ch'era andato a informarsi dal secondo,
tornò abbasso coll'orologio in mano: tredici minuti di tempo, anzi dodici e
mezzo, prima che si alzasse la scala, non occorreva scalmanarsi troppo, ma era
bene cominciare a mettersi in moto. Le lagrime e gli abbracciamenti ripresero
da capo: Battistina s'inginocchiò davanti a sua madre, domandandole perdono di
tutti i dispiaceri che poteva averle procurato volontariamente e
involontariamente, domandandole la sua santa benedizione, raccomandandosi alle
sue preghiere, ché ne aveva tanto di bisogno; e siccome restava sempre in ginocchio
colle mani giunte, la Bricicca non sapeva da che parte voltarsi per dargliela,
la santa benedizione, figurandosi che alle monache si dovesse darla in latino,
all'incirca quella dei preti quand'è finita la messa. La piú addolorata, non se
ne parla, era Angela, ma anche la Rapallina; piangeva come un vitello, e le
monache, comprese quelle due che fino allora non avevano aperto bocca, due
catafalchi della malinconia, le tenevano bordone. Che figura ci avrebbe fatto
la Bricicca, senza contare che finalmente era madre, e il cuore, grazie a Dio,
non l'aveva né di bronzo né di cartone, che figura ci avrebbe fatto a non
disperarsi peggio degli altri? Quando tutte insieme salirono sopra, in un
gruppo di tante Marie Maddalene, i passeggeri si affollarono per la curiosità
di vedere cosa andava a succedere, e Marinetta che si trovò per forza lei pure
mischiata nel mazzo, morta dalla vergogna, fu la prima a incamminarsi verso la
scala, da una parte tirando sua madre per un braccio, dall'altra la Rapallina
pel vestito; il Gabitto, lui, era già in barca, che le aspettava.
E cosí, fra gli ultimi addii e
le ultime lagrime, il gruppo si distaccò. Ci fu un momento, prima di scendere
che la Bricicca ebbe una specie di giravolta al cervello: svincolatasi
improvvisamente, spingendo coi gomiti i vicini, fece l'atto di cacciarsi
avanti, come se avesse voluto correre da una persona che aveva visto in
lontananza e saltarle addosso per paura che sparisse, ma fu l'affare d'un
minuto secondo e si pentí subito; il diavolo, aveva creduto di vedere? Nei
momenti di gran dolore, il sangue ne fa spesso di questi scherzi, e a lei,
povera donna, era chiaro che il dolore di separarsi da sua figlia le aveva dato
alla testa.
Addio! Addio! dalla barca e da bordo
un vero telegrafo col fazzoletto, mentre la macchina sbuffava; erano gli ultimi
saluti: addio! addio! Quando il vapore cominciò a muoversi e a poco a poco si
voltò di fianco girando verso l'imboccatura del porto, Angela montò in piedi
sulla panchetta, colle braccia alte addio! addio! ma sia il traballamento della
barca, sia la mancanza di forze e la vista che le si oscurò, se Pollino non era
pronto come un fulmine ad agguantarla per l'aria, diventava boccone d'un pesce.
|