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Gaspare Invrea (alias Remigio Zena) La bocca del lupo IntraText CT - Lettura del testo |
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XII
Da Manassola la Bricicca, tornò dopo una, settimana senza aver conchiuso niente coi cognati riguardo alla divisione dall'orto e dalla mobiglia. Come si faceva a conchiudere se essi volevano tenersi il buono e il meglio e a lei lasciarle tanta roba vecchia, che tutta insieme non bastava nemmeno a pagare le spese del viaggio? Del tocco d’orto che le spettava, pretendevano darle quaranta franchi una volta tanto, e questo era un rubalizio vero, ché tutto l'orto ne valeva piú di mille, con la sua acqua che aveva d'inverno come d’estate, e secondo quello che dicevano le persone intelligenti, a lei per la sua parte avrebbero dovuto toccarne duecento o duecento cinquanta. Quando l'onestà si ha nelle calcagna, non si pensa che ad imbrogliare il prossimo, la brutta figura si fa passare sotto gamba e si ruba con coraggio, davanti a tutti, lo stesso come sorbire un uovo fresco! Ed erano gente divota questi suoi cognati, gente che a forza di messe e di rosari, distaccavano il Signore dalla croce e colle ginocchia frustavano il marmo della chiesa! Fortuna che un canonico di Manassola, uno di quei preti come ce n'è pochi, s'era incaricato lui di fare le parti della Bricicca perché avesse il suo giusto. Un sant'uomo, tutto carità pei poveri nei loro bisogni d'anima e di corpo, che quando si trattava di rendere un servizio, non diceva mai di no a nessuno; era il confessore di Battistina, le scriveva le lettere ed era stato lui a metterla nell'ospedale di Manassola come serva delle monache, che anzi essa non se ne sarebbe piú andata se il nonno, buon'anima, a tutti i costi non avesse voluto vedersela intorno al letto, nel suo ultimo mese di malattia. La Bricicca, non era come il signor Costante che a nominargli i preti, libera nos domine; i preti li rispettava tutti in generale, ma questo qui poi l'avrebbe messo addirittura in una nicchia, colla lampada accesa davanti, ché uno piú bravo non si trovava nemmeno in paradiso e faceva da medico e ne guariva piú lui delle malattie, con certi suoi ingredienti, che tutti i medici di Genova e di Manassola insieme. Tanto lui come sua sorella, perché aveva una sorella, anch'essa col cuore piú largo di una reggia, s'erano subito impegnati per fare di nuovo prendere Battistina dalle monache, e c'erano riusciti, e siccome Marinetta, appena arrivata al paese s'era sentita mezza guasta, senza voglia di mangiare, e parlando con poco rispetto, collo stomaco rivoltato, avevano voluto portarsela a dormire a casa loro; non era altro che un poco di riscaldamento per la gran bile dei dispiaceri avuti a Genova; ma se essi non l'avessero presa in tempo e curata colle loro pillole che facevano miracoli, la cosa avrebbe potuto farsi seria. E perché si rimettesse del tutto, l'avevano tanto pregata di fermarsi ancora dopo che sua madre fosse partita, che lei non aveva saputo rifiutare, e così era rimasta a Manassola, contenta di non vedere piú per un pezzo la faccia della Rapallina e di respirare una boccata d'aria buona fuori della Pece Greca. Bisogna sapere che il canonico Marino e sua sorella Cicchina a Marinetta le volevano un bene dell'anima per averla vista nascere, ché allora la Bricicca abitava nella stessa casa al piano di sopra, e si ricordavano che quando la bambina era piccola di due anni, con una febbre verminosa che i medici l'avevano già data persa, erano stati essi a risuscitarla da morte a vita in barba ai medici. A quei tempi le si erano tanto affezionati, che se la tenevano quasi tutto il giorno e la guastavano a forza di contentarla nei suoi capricci, ché anche lei colle sue graziette e i suoi occhietti furbi, per farsi mangiare dai baci era fatta apposta, e dicevano che somigliava a Filomena, una loro nipote morta piccola tanti anni prima, quando Marinetta era ancora nel prato delle oche. Per questo, non le somigliava in niente, ché, per sentir dire, Filomena pativa di convulsioni, era un po' di terra sopra uno stecco e metteva paura coi segni della morte sulla faccia, e Marinetta invece era un trionfo, ma se essi allora la vedevano cosí, chi glieli cambiava gli occhi? voi? Sentendo che Marinetta era restata al paese, Pellegra, che i suoi calcoli li aveva fatti a un altro modo, cominciò a brontolare; dopo essere riuscita finalmente a persuadere il signor Costante che per amor del cielo non abbandonasse sul piú bello la Bricicca e le sue figlie e mettesse una pietra sul passato, ecco che Marinetta si fermava in campagna! Questo era proprio un burlarsene del signor Costante, senza contare che regolandosi cosí, essa si giuocava il suo avvenire. Se una sorte simile le fosse toccata a lei, per sua figlia Carlotta, non l'avrebbe lasciata scappare, ma il Signore manda il pane a chi non ha denti, e Carlotta, colla disgrazia di quell'occhio che guardava nella settimana passata, doveva contentarsi di un posto di serva che giusto allora il signor Costante le aveva trovato in una casa di via Nino Bixio dove si affittavano stanze mobigliate. La padrona era un'ebrea, e un'ebrea di manica larga, ma lei il lusso di avere degli scrupoli non poteva pagarselo né per sé né per sua figlia, e nemmeno di sputare sul rognone, come Marinetta! — E il signor Costante tornato un giorno nella Pece Greca, gliela lavò lui la testa alla Bricicca: cosa ci faceva Marinetta in campagna, da questo gran canonico Marmo? gli serviva la messa, oppure l'aiutava a mettere delle lavande? Pochi discorsi: o scriverle di tornare subito, sul momento, e farla tornare davvero, o altrimenti ite misseste e non parlarne piú, ché dopo tanto tempo che lui diceva sempre la stessa cosa senza farla mai, aveva tosto vergogna, e questa volta, cananeo! era risoluto di finirla! La Bricicca nel signor Costante non ci aveva piú tanta fede, e nel milionario che voleva sposare Marinetta, l'aveva persa del tutto, dopo che a Manassola, avendone parlato di questi affari col canonico e con altre persone, tutti s'erano messi a ridere, e il canonico, a lume di naso, le aveva suggerito di non imbarazzarsi con certa gente cosí alta e di non prendere per evangelio quello che sentiva dire da Tizio o da Sempronio, perché in giornata a quei che dicono di sposare una ragazza nuda e cruda, ci si crede dopo che hanno sposato, ma prima no; senza andare a cercare dei milionari, a Marinetta un bravo giovine col santo timor di Dio e anche ben provvisto, gliel'avrebbe trovato lui, a suo tempo. La Bricicca dunque con questa promessa in saccoccia, aveva la spada dal manico, e il signor Costante poteva inventarne delle minaccie, ché lei non tremava piú, e ora, in due mesi messe a posto le figlie, era certa di conchiudere con Bastiano; promise che avrebbe scritto a Manassola e non scrisse niente. Ma Bastiano da quell'orecchio ci sentiva poco, ossia tirava le cose in lungo, e a Pellegra, tutte le volte che lo fermava per parlargli della Bricicca, rispondeva che c'era tempo. Invece di tenersi in corpo il segreto, se l'era lasciato scappare, e cosí sua sorella la Bardiglia, la Rapallina e tutti quelli che per un motivo o per l'altro avrebbero voluto vedere la Bricicca all'ultimo punto della miseria, senza un cane che l'aiutasse, gli avevano infarcito la testa di fandonie. Per Pellegra sarebbe stata cruda perdere anche questa senseria, dopo che aveva dovuto fare una croce cosí larga sopra quella di Marinetta quand'era lí lí per mettersela in tasca, e per la Bricicca che sentiva già il dolce sulla lingua sarebbe stata ancora piú cruda, ma tutte due prima di rassegnarsi volevano morire strangolate dal diavolo, e lavoravano colle mani e coi piedi. In mezzo a due fuochi, Bastiano che era un uomo queto e tutto pace, non sapeva da che parte pendere, e di mandare la Bricicca fuori dei piedi non ne aveva il coraggio, ché essa era ancora una bella donna; a dirla schietta, gli avrebbe fatto comodo, e cosí non sapeva fare altro che prender tempo. Era una bella donna, massime adesso che per pigliare il merlo si faceva pettinare tutti i giorni colla torre in testa e i capelli spartiti sul fronte, lisci lisci, e portava sulle spalle un bel fazzoletto grande di seta gialla, con tanto di frangia. La mattina presto, quando Bastiano, tornando dal forno dove aveva lavorato tutta la notte, passava nella Pece Greca per andarsene a casa a dormire, essa era già in piedi davanti al suo banchino, e pareva che l'aspettasse; gli dava il buon giorno, lui si fermava un poco a discorrere e Pellegra capitava quasi sempre per farsi pagare il suo bicchierino d'acquavite d'anice, poi verso sera, e qualche volta anche di giorno, un'altra fermata, e i discorsi duravano un pezzo, sicché tutti, perfino gli orbi, vedevano chiaro che l'uomo a poco a poco diventava tenero e il salmo andava a finire in gloria. E Angela lo vedeva come gli altri, e dalla vergogna si sentiva bruciare la faccia, quando le Testette, cosí per ridere, la burlavano domandandole notizie del galante di sua madre; e ne aveva tanta vergogna, che a Giacomino, che era uscito in quei giorni dall'ospedale, gli raccomandava di venirla a trovare sempre a un'ora di notte, per paura che s'incontrasse col fornaio. Una domenica fino dal mattino, la gente che passava nella Pece Greca guardava la Bricicca con una cert'aria e c'erano di quelli che si fermavano a parlarle in un certo modo, che lei non capiva cosa avessero; un momento credette d'avere la faccia tinta e andò a specchiarsi nella conca dell'acqua, oppure che qualche rompiscatole avesse voluto farle una burla a uso primo d'aprile, che sarebbe stata una burla goffa e fuori di luogo, perché al primo d'aprile non ci si era ancora arrivati. Domandò a una serva se nella Pece Greca erano diventati tutti matti, e si senti rispondere che pei matti c'era il castigamatti, senza altre spiegazioni, e la stessa risposta dovette sorbirsela diverse volte, finché all'ultimo le scappò la pazienza. A momenti lo faceva lei da castigamatti, ché l'anima gliel'avevano asciugata abbastanza e fin troppo! La finivano sí o no? se c'era del guasto senza che lei ne sapesse niente, invece di ridere dovevano avvisarla: Francisca, guardate, occorre questo e questo, e si rimediava; se poi del guasto non ce n'era, come diffatti non ce ne poteva essere, perché facevano il carnovale alle sue spalle? Chi si prese il fastidio di rompere il ghiaccio e dirle alla Bricicca in che acque navigava, fu un brav'uomo, il calzolaio che ha la bottega attaccata alla chiesa dell'Angelo Custode e poi piú tardi glielo disse Angela, tutta spiritata, quando tornò da messa, e poi Pellegra, e poi le Testette: per l'affare di Bastiano l'avevano inchiodata sul Castigamatti, un giornaletto stampato in genovese perché la gente bassa potesse capirlo meglio, che si occupava solo di pettegolezzi per seminare la discordia nelle famiglie. E se lei non fosse stata una benedetta donna che certi momenti non sapeva contare nemmeno fino a cento, avrebbe dovuto indovinarlo prima senza che glielo dicessero, ché quella mattina nella Pece Greca non si sentiva nominare altro che il Castigamatti, e a due passi, sulla porta della bottega, mentre la Bardiglia si apriva dal ridere, la Linda lo leggeva forte a chi voleva sentirlo e a chi non voleva, lo mostrava a tutti e tutti ridevano a piú non posso, guardandola lei, Bricicca, come se si fosse portata via la cupola di Carignano. Diceva cosí il giornale: che sulla piazzetta della Pece Greca ci stava una Tizia cosí e così, con due figlie da marito cosí e cosí, che invece di pensare ai suoi debiti e agli anni che le pendevano di dietro, voleva ancora fare la giovinotta e si sentiva i bruciori, e ora aveva la cicala sulla canna perché dopo averlo cercato tanto per mare e per terra, finalmente credeva d'aver trovato da infarinarsi con un merlo bianco; insomma, le parole precise adesso è un po' difficile di potersele ricordare, ma il senso era questo, e la Bricicca ne mangiò tanto veleno da scoppiare. Se a lei le pendevano gli anni di dietro, se li portava lei, se li portava, e quei del giornale cosa c'entravano? Ma già si capiva subito da che parte veniva la sassata, dopo tutto quello ch'era successo: Bardiglia e Rapallina, Rapallina e Bardiglia, non si poteva sbagliare, ché anzi la Rapallina di queste cose se ne intendeva a fondo, e sul Castigamatti ne aveva già fatto mettere delle altre persone, e quando c'era la lite colle Testette, se non fosse stato il signor Costante che aveva detto di no, avrebbe voluto mettercele anch'esse col loro nome e cognome. Tanta roba da farsi pestare come il sale, perché alla fine dei conti, la Bricicca, se aveva trovato un galantuomo disposto a sposarla, non aveva fatto niente né alla Bardiglia nè alla Rapallina, e cattive azioni non ne meritava, specie una cattiva azione degna dei galeotti piú raffinati, come quella di metterla in berlina davanti a tutta Genova! che se sua figlia, le Testette e Pellegra non l'avessero tenuta per le braccia come si tiene un ladro che vuole scappare, e se Giacomino poi non l'avesse levata quasi per forza dalla strada, sarebbe andata sul momento, lei in persona, a battere la faccia a quelle due sporcaccione, con una suola di scarpa. Per quel giorno la cosa finí senza altri scandali, ma Bastiano, che il Castigamatti gliel'avevano fatto leggere anche a lui e con tutta la sua flemma s'era sentito il caldo alla testa, pigliò la Bricicca in un canto, presente Pellegra, e le disse quello che doveva dirle: indietro non si tirava, ma sui giornali non c'era mai stato e non gli comodava d'esserci adesso per la prima volta in vita sua e senza colpa e peccato, e rompimenti non ne voleva; se essa si liberava subito delle figlie, bene; lui era disposto a fare il matrimonio senza guardare in faccia a nessuno, se ne andava con sua moglie fuori della Pece Greca e magari fuori di Genova, prima che le male lingue si mischiassero ancora nelle sue faccende, e tutto era finito; altrimenti, se si trattava di fargli fare in pubblico la figura del merlo, gli rincresceva tanto, ma se ne lavava le mani. Cosa gli avreste risposto, voi? che diceva bene, e cosí gli rispose la Bricicca, promettendo e giurando l'impossibile: Marinetta per ora stava al paese, alloggiata e mantenuta in casa del canonico e non la faceva tornare di sicuro, il matrimonio d'Angela era fissato per Pentecoste, ma se si potevano mettere insieme quattro soldi, tanto da comperare un tocco di letto, subito dopo Pasqua si levava anche questa spina dal cuore. I quattro soldi, parte dal parroco, parte dalla signora della Misericordia, parte dalla Madre Superiora dell'ospedale, erano già sicuri, ché lei con Pellegra e colle Testette non era mica stata lí a dire dei rosari e i passi non li aveva contati, anzi aveva messo in giro nelle case ricche dei nobili una supplica scritta in punto e virgola come doveva essere scritta, con tutti i suoi bravi certificati, e il marchese Spinola le aveva promesso di farle avere un soccorso grosso dall'Opera delle Giovani pericolanti. Sicuro che si sarebbe fatto molto piú presto, senza tanti fastidi e tanto frustamento di scarpe, se quel certo benefattore pescato dal signor Costante e che nessuno sapeva chi fosse, invece di dare i denari alle Testette che non ne avevano bisogno, li avesse dati ad Angela, ma il signor Costante aveva maneggiato tutto lui in gran segreto e non c'era piú da parlarne. Chi ne parlò fu il Castigamatti in un altro articolo peggio del primo, che questa volta disse le cose chiare, e burlandosi di Bastiano e divertendocisi come in una testa di pesce, menò una botta di staffilate in regola: alla Bricicca che per sbarazzarsi delle figlie e correre davanti al sindaco si sarebbe venduta l'anima, a Marinetta ch'era andata in campagna a cambiar aria per paura d'essere idropica, alle Testette che s'erano lasciate ungere dal protettore di Marinetta, al signor Costante che faceva quello che faceva; staffilate per tutti senza economia, secche e spesse come la gragnuola, senza fare il nome di nessuno, s'intende, però cosí chiare e lampanti, che per capire chi le pigliava sul gobbo, lo capivano anche i bambini da latte. La domenica che capitò il Castigamatti con questa bella tazza di caffè, e la Bricicca non ne seppe niente perché il giorno prima era tornata a Manassola per pigliare i centocinquanta franchi che il canonico Marmo era riuscito a farle dare dai cognati come sua parte dell'eredità del suocero, ma nella Pece Greca ci fu un susurro generale, e il susurro si fece ancora piú grosso quando si venne a sapere che Bastiano questa volta aveva lasciato la sua solita flemma appesa a un chiodo, e senza tanti discorsi s'era messo la Bardiglia sotto i piedi, che se i vicini non gliela levano colla forza, la riduce una polenta. E quello che successe due giorni dopo quando tornò la Bricicca e fu informata di tutto e senti che Bastiano, dopo aver insegnato a sua sorella a far parlare i giornali, se n'era andato via dalla Pece Greca giurando che mandava all'inferno lo sposalizio e nessuno l'avrebbe mai piú visto, possono dirlo solo le persone che ci si trovarono presenti: un finimondo; ma altro che finimondo! state a sentire: Cogli occhi fuori della testa, che pareva una furia scatenata, la Bricicca andò a piantarsi davanti la bottega della Bardiglia dove aveva visto entrare la Rapallina, e insieme ad Angela e alle Testette, cominciò lí in mezzo della strada una di quelle litanie coi fiocchi come sapeva sgranarle lei, senza suggezione di nessuno, quando le girava l'anima dalla parte di tramontana. Sul principio, le due donne che erano dentro fecero da sorde e la lasciarono sfogare per un pezzo, discorrendo tra di esse e fingendo di non vederla nemmeno, ma intanto s'era ammucchiata gente da tutte le parti, e siccome la Bricicca, inviperita di non sentirsi dare risposta, faceva l'atto di entrare, urlando sempre piú, minacciando d'ammazzarne sette e storpiarne quattordici, all'ultimo perdettero la pazienza. Vennero sulla porta colle mani sui fianchi cosa voleva quella matta? esse erano pronte a soddisfarla subito; cosa voleva? una buona strigliata sotto il portacoda? Appena le vide farsi avanti con quell'aria insolente di meneimpipo e si senti pungere da quelle parole, la Bricicca diventò un diavolo dell'inferno in carne ed ossa; degli improperi, delle bestemmie ne aveva tirato giù, e come! ma erano zucchero rosato in paragone di tutto quello che disse allora. E Angela, beghina com'era, invece di farla tacere sua madre e cercare di portarla via, o almeno scapparsene a casa per la vergogna, l'aiutava, anch'essa macinando come un organetto la sua filastrocca; le Testette, una specialmente, la piccola, che aveva sette cuori e sette fegati, si drizzavano su come biscie gridando ancora piú della Bricicca, e in quel momento, d'essere nella congregazione delle Figlie di Maria non se ne ricordavano di sicuro, avevano troppo sangue alla testa per la calunnia infame, stampata sul Castigamatti, dei denari avuti dal protettore di Marinetta, ché denari di quella provenienza esse non ne avevano mai visto e manco avrebbero voluto vederne, ed erano decise a rompere la faccia a chi aveva avuto il coraggio di sospettare tanto cosí sul conto loro! Quelle di dentro non si lasciavano mica pigliar la mano da quelle di fuori, rispondevano anch'esse in musica e in rima, ma senza guari scaldarsi, burlandole per far ridere la gente, e la gente ci si divertiva come se fosse stata al teatro delle Vigne a sentire Gianduia litigare con Brighella, e rideva forte a tutte le sporcizie che piovevano da una parte e dall'altra, fabbricate apposta sul momento perché avessero piú forza. Ma presto le parole si cambiarono in fatti, e a un certo punto, per difendersi dalla Bricicca che le veniva a gridare sulla faccia coi diti sotto il naso, la Rapallina s'impossessò d'un paracqua, promettendole in coscienza di romperglielo sul filo della schiena se non si levava di lí. Credeva di metterle paura alla Bricicca, col suo paracqua? la Bricicca era capace di farglielo mangiare il paracqua; glielo faceva mangiare chiuso e poi glielo tirava fuori aperto, dall'altra parte! voleva vedere? e le saltò addosso per disarmarla. La Bardiglia che stava attenta, l'agguantò subito per le spalle e cosí tutte tre si abbaruffarono insieme, ma erano due contro una, e prima che Angela colle Testette avessero potuto darle mano forte, la Bricicca, essendosi inciampata nello scalino della bottega, che era rotto, cadde in terra, le gambe dentro e la testa fuori sulle lastre. Si alzò in un lampo, e coi denti stretti, la bava alla bocca, gli occhi invetrati, senza dire piú una parola, si avventò sulla Bardiglia, ficcandole le unghie nel collo; Angela e la Testetta piccola, ché l'altra si contentava di urlare in distanza come un'anima dannata, le si cacciarono dietro, e allora, dentro della bottega, stretta da non potercisi quasi muovere, cominciò davvero una battaglia terribile corpo a corpo. Quelle cinque donne non vedevano piú niente, si pigliavano pei capelli e tiravano giù portandosene via delle manate intiere, abbrancate per la vita si sbattevano forte contro i muri e ci si raschiavano al punto di scrostarli, rotolavano in mezzo alle ceste, tra i cavolfiori, le rape, i broccoli e gli spinacci, stracciandosi i vestiti, graffiandosi, mordendosi peggio di cani e gatti la carne viva, mentre fuori c'erano dei cattivi soggetti, col cuore imbottito di scorze di noce, che le aizzavano coi fischi, per non perdere il divertimento. Grazie a Dio, questi erano i meno; quando videro che la cosa si metteva male e sarebbe finita con qualche rottura seria o qualche occhio arrancato di pianta, gli uomini presenti e anche diverse donne, saltarono in mezzo a quelle streghe infuriate, ma non riuscirono a dividerle che a forza di pugni, tocca a chi tocca, anzi la Bricicca era cosa accanita contro la Bardiglia, che per levargliela d'addosso si dovettero pigliare tutte due per le gambe e tirarle fuori come sacchi di carbone, una a ponente, l'altra a levante. Il brigadiere delle guardie municipali, arrivato pacificamente col suo bastone sotto il braccio quando tutto era finito, se ne burlava di quella battaglia e diceva a un mucchio di curiosi che fra morti e feriti chi stava peggio era lui, che l'avevano disturbato per una cagnara di donne facendolo venire fino da piazza delle Erbe. Diceva cosí perché aveva la lingua in bocca, ché se si fosse degnato di guardarle le donne, avrebbe visto le cinque piaghe: dalla prima all'ultima, colla faccia gonfia, nera, piena di tagli e di sangue, stracciate a pezzetti dalla testa ai piedi, non si conoscevano piú, e lui, il brigadiere, sarebbe andato dritto al Municipio a farsi dare dal sindaco la medaglia del valore se gli fosse toccato d'avere, per esempio, come la Testetta, mezzo naso portato via, che si vedeva l'osso, oppure, come la Bardiglia, un occhio quasi scoppiato e il collo ricamato a giorno, che a guardarlo veniva la pelle d'oca. I medici stessi dell'ospedale, che le medicarono tutte cinque, dissero che un macello come quello l'avevano visto poche volte, e il chirurgo Spallarossa, un buonissimo chirurgo, visitando la Bricicca che si lamentava d'un dolore forte alla parte dritta dello stomaco, le raccomandò d'aversi riguardo e di tornare da lui a farsi vedere, perché aveva paura che le sortisse qualche tumore da doverle fare l'operazione. Con tante cose che aveva per le mani, riguardi non se n'ebbe di nessuna specie e il tumore non venne, ma Angela, appena fresca di malattia, stette di nuovo in letto altri quindici giorni, compresa la settimana santa, con una grande infiammazione, che oramai il letto era diventato il suo domicilio, e sua madre che aveva perduto la testa, invece d'assisterla, se ne andava in cerca di Bastiano in tutti i forni di Genova, sperando sempre di trovarlo e non trovandolo mai. Per non essere piú preso all'amo come una sardella e messo un'altra volta sul Castigamatti, Bastiano doveva essersi nascosto sotto terra, oppure imbarcato per Calcutta. Il marito della Rapallina disse a Pellegra che l'aveva visto nella Panatteria Viennese in piazza della Posta Vecchia, ma il marito della Rapallina, levato dalle sue scatole di cartone, era capace di prendere un carabiniere per un vescovo. Anche il signor Costante s'era nascosto, ché per castigare la Bricicca di non far venire Marinetta da Manassola, non si lasciava piú vedere, e il sabato mandava una specie di commesso o di aiutante ad aggiustare i conti del lotto. Il peggio è che questo commesso il giorno di sabato santo avvisò la Bricicca che da allora in poi a tenere il giuoco nella Pece Greca non ci pensasse piú, perché l'incarico era stato dato a un'altra persona. A un'altra persona! la Bricicca si mise le mani nei capelli: se le pigliavano il giuoco, poteva attaccarsi una pietra al collo e buttarsi in mare, ché tutto il suo guadagno, il suo pane, la sua vita erano lí dentro! a un'altra persona! e chi era quest'altra persona? di nuovo la Bardiglia, forse? Il commesso, un coso brutto, antipatico, con due occhi di volpe, che guardava sempre le ragazze, e anche le donne maritate giovani, come se sentisse l'odore della carne fresca da vendere, andò via senza volersi spiegare, ma Giacomino e suo fratello grande, quello che aveva fatto il soldato e freddo agli occhi non ne pativa, quando seppero questa nuova improvvisata, si incaricarono essi di metterci rimedio: conto aperto da regolare ne avevano già uno col signor Costante per la calunnia dei denari sborsati alle Testette, e questo faceva due, non parlando della promessa andata in fumo di fare entrare la madre idropica nell'Ospedaletto dei cronici. Gli diedero la caccia e una sera, sul tardi, lo trovarono all'imboccatura di via Goito, vicino al Politeama, che quando la gente era già uscita dal teatro, discorreva con una signora o signorina che fosse, carica di piume sul cappello, come un generale. Quello che gli disse il fratello grande delle Testette, lui che nei suoi momenti dispari faceva tremare l'aria solo con quattro parole, potete indovinarlo; era un certo tipo capace anche d'una brutta azione, e il signor Costante, preso cosí all'improvviso, di notte, in una strada solitaria, si trovò addosso tanta di quella paura che se gli avessero comandato di mettersi in camicia, ci si sarebbe messo senza fiatare. Tirandosi il barbone, protestò che il suo aiutante era un asino che non capiva niente, che a levare il seminario alla Bricicca per darlo ad altre persone, nessuno ci aveva mai pensato neppure in sogno, e in quanto alla somma pagata alle Testette dal protettore di Marinetta, imbrogliò un mondo di parole per scusarsi di avere inventato una favola, confessando, negando, mischiandoci Pellegra, lamentandosi d'essere stato calunniato pel suo troppo buon cuore, che se lo lasciavano dire parlerebbe ancora adesso. Il risultato fu che la Bricicca, oltre a non perdere il giuoco, ci guadagnò l'uovo di Pasqua, ossia due scudi, che il signor Costante in occasione delle feste le portò in persona, tutto mansueto che non pareva piú lui, da parte del principale.
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