Eduardo Scarpetta
'Na santarella

ATTO SECONDO

SCENA TERZA   Eugenio e detti.

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SCENA TERZA

 

Eugenio e detti.

 

EUGENIO (dalla destra): è permesso?... Si può?... (Vincenzo, che dorme, non si è accorto dell’ingresso di Eugenio.)

AMELIA: Oh! Carissimo D. Eugenio... favorite, favorite...

EUGENIO: Grazie! Signorine, accettate i miei sinceri complimenti! Questa sera siete deliziose... il primo atto è stato un vero successo!

ELVIRA: Io v’aggiu visto: state dinto a le poltrone a prima fila, in corridoio!

TERESINA: E co lo binocolo ve state smiccianno chella signorina a seconda fila!

EUGENIO: Ma no... vi siete sbagliate... lo stasera non guardo che voi, solamente voi!

AMELIA: D. Eugè è vero che partite?

EUGENIO: Purtroppo!

ELVIRA: Come? Ci lasciate?

EUGENIO: Non ne posso fare a meno, cara mia! Debbo recarmi a Roma per un affare importante!

TERESINA: Forse cambiate di guarnigione?

AMELIA: Cambiamento completo! Io saccio che D. Eugenio se sposa.

ELVIRA: Ah! Ve spusate?

EUGENIO: Ebbene si! Perché ve lo debbo nascondere? Vado a Roma per ammogliarmi!

ELVIRA: Benissimo! Allora ce facite pruvà li cunfiette!

TERESINA: E com’è la sposa? è bella?

AMELIA: è bruna?

ELVIRA: è bionda?

AMELIA: è rossa?

LE DONNE: Com’è?... Com’è?...

EUGENIO: Piano... piano... Non ne proprio niente!

ELVIRA: Comme? Nun la cunuscite?

EUGENIO: No!

ELVIRA: Eh! Nun dicite bestialità!

EUGENIO: Eppure è così! Non la conosco! Sarà bruna, bionda, nera... sarà alta, sarà corta... avrà le gambe storte... Il certo è che io la sposo!

AMELIA: E ghiate a Roma pe la vedé?

EUGENIO: Perfettamente, cara... (Si volge a Carmela che frattanto faceva scena con Celestino.) E così, signorina Carmela, come state?

CARMELA: Non c’è male, grazie! (Stretta di mano.)

EUGENIO (galante): Questa sera siete più simpatica del solito!

CARMELA: E vuj chesto dicite sempre... vulite pazzià!...

EUGENIO: Ma che scherzare... io dico seriamente... Anzi, permettete?... (Bacia la mano.)

CELESTINO (che fremeva in disparte, si intromette impaziente): Oh sentite, signor generale...

EUGENIO (ridendo): Che generale?... Tenente appena...

CELESTINO: Tenente, sergente, trabbando... non me ne importa niente! E vi faccio riflettere che questa giovane è l’innamorata mia!... (A Carmela, trascinandola dall’altra parte:) Mittete ccà tu!

EUGENIO: L’innamorata vostra? Bravissimo! Vi faccio i miei complimenti! Avete saputo scegliere! è una simpatica ragazza!

CELESTINO: Questa non è una cosa che vi riguarda... embè... e già!... E non crediate che siete militare e mi fate paura, perché io non mi metto paura di nessuno!

EUGENIO (ride prendendolo in giro): Ah ah ah! Come siete grazioso! (Tutti ridono.)

CELESTINO (impermalito): Non ridete che vi faccio stà a dovere! Embè e già!... Io sono il marchesino Sparice, sono un nobile capite?... Tengo lo sangue blu... e non mi posso mettere con un soldato qualunque!

EUGENIO (serio, ammonendo): Sapete, ragazzo... state nei termini, altrimenti vi regalo uno schiaffo da farvelo ricordare per tutta la vostra vita!

CELESTINO: Tu me dai nu schiaffo a me?...

EUGENIO: Anche due!

CELESTINO: Due?!… (E basta, !). (E io non te piglio a càuce?).

EUGENIO: Oh! (Fa per gettarglisi contro; le donne lo trattengono.)

AMELIA: D. Eugè, nun lo date audienza... Nun vedite che chill’è nu guaglione?

EUGENIO: Avete ragione! Non sarebbe dignitoso per me mettermi con un imbecille di quella fatta!

CELESTINO: A me!... E ghiesce fora si sì ommo!

LE DONNE: Ma stateve zitto, finitela!

CELESTINO (gridando trattenuto da Carmela): Jesce fora! (Confusione.)

 


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