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ELVIRA: Oh! Bravissimo!
BARONE (cantando): Venuto proprio per miracolo, e mi sarebbe dispiaciuto se non avessi potuto prendere parte anch’io a questa bella serata. Signora Marchesa, Signor Maggiore, Cavaliere. (Saluti.)
ELVIRA: E quale sarebbe stata la ragione che v’impediva di venire?
BARONE: Il giuoco, signora Marchesa, il maledettissimo giuoco, che più volte vi fa dimenticare amici, convenienze, tutto, tutto! Sono andato al Club, così, per passare un poco di tempo, senza intenzione di giuocare questa sera, appunto perché avevo promesso di venire quà. Ma il fatto sta che ho trovato tanti diavoli tentatori che per forzi mi hanno voluto far tenere il banco. In tre quarti d’ora aveva perduto 5000 lire; ma però, sono bastati 10 minuti per rinfrancarmi della perdita e guadagnare invece 2500 lire.
ELVIRA: Ah! Bravissimo!
BARONE: Allora colla massima freddezza ho intascato il denaro, preso il cappello ed eccomi qui. Però, il signor Maggiore, vi prevengo che se questa sera siete del solito umore, potete cagionare la mia rovina!
CARLO: La vostra rovina! E perché?
BARONE: Perché io me ne vado, ritorno al Club, e perdo tutta la serata. (Gli altri ridono.)
CARLO: Ma no, ma no, non c’è pericolo, voi non ci ritornerete... ve lo assicuro.
BARONE (ad Elvira): Abbiamo fatto la pace?
ELVIRA: Ma sì, mi sì...
BARONE: Bravissimo! Mi fa tanto piacere. (Strette di mano.)