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Cameriere, Conte Bomba, e Cavaliere Miccio.
CAMERIERE: Il Conte Bomba, e il Cavaliere Miccio.
CARLO: Ah, avanti, avanti. (Cameriere via.)
CONTE: Rispettabilissimli Signori.
CONTE: Cavaliere, voi mi dovete fare il favore di non venire sempre appresso a me, perché c’è la maledettissima combinazione dei nostri cognomi. Io mi chiamo Bomba e lui si chiama Miccio, figuratevi quando stiamo insieme si mettono a dire le vì lloco lo miccio e la bomba! (Tutti ridono.) Uno po’ che addà fà, s’addà compromettere?
CAVALIERE: Ma caro Conte, scusate, quando si tiene una figura come la vostra, bisogna tutto soffrire.
CARLO: Cavaliere, moderate i termini, altrimenti vi faccio stare a dovere sà... v’imparo io l’educazione.
CAVALIERE: No, io di educazione ne tengo abbastanza, voi no.
CARLO: Va bene, questo che cos’è, mò per una cosa di niente...
ELVIRA: Ma non vedete che il Conte scherza.
OSCAR: Ma si sa, che vuol dire.
BARONE: Come vi accendete presto mio Dio.
ELVIRA: Andiamo, andiamo nella sala. Venite. (Via a sinistra con Erminia.)
CARLO: Venite, venite. (Via appresso.)
CAVALIERE: Io certi scherzi non li ammetto. Da domani in poi vi assicuro che non mi vedrete più unito col Conte. (Via appresso.)
CONTE: Accussì po’ essere che sto no poco quieto.
OSCAR: Ma no, ma no, il Miccio deve stare sempre vicino la bomba. (Tutti ridono.)
CONTE: Voi non potete credere quello quanto è seccante. Quando lo incontro, si mette vicino a me e non mi lascia più, parla sempre di malattie, di medicine, di cure, a me invece mi piace parlare di cibi squisiti, vini forastieri, perciò non possiamo andare d’accordo, basta leviamo queste chiacchiere da mezzo. Io vi debbo dunque dare una grande notizia. (Con precauzione.) Il fratello della Marchesa, quel vizioso che essa non ha mai voluto avvicinare, e che teneva una brutta causa sulle spalle, ho saputo che oggi è stato assolto completamente.
CONTE: Possibilissimo! Me l’ha detto il mio avvocato. E dice che questa sera verrà qui per fare una sorpresa alla sorella.
BARONE: Oh, ma io credo che la Marchesa non avrà affatto piacere di questa sua visita. Uno scapestrato, un giovinastro come lui, non è certamente degno di stare in mezzo a noi.
OSCAR: Ma si capisce, se egli viene, io me ne vado immediatamente.
CONTE: Quello che faccio anch’io.
BARONE: E anche io.