Eduardo Scarpetta
Tre cazune furtunate

ATTO TERZO

SCENA ULTIMA   Cameriere, poi tutti i popolani, Eugenio, Amelia, e detti, poi Carlo ed Erminia.

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SCENA ULTIMA

 

Cameriere, poi tutti i popolani, Eugenio, Amelia, e detti, poi Carlo ed Erminia.

 

CAMERIERE: Comandate.

ELVIRA: Fate entrare di nuovo tutta quella gente che è fuori.

CAMERIERE: Subito. (Forte:) A vuje, trasite tutte quante n’auta vota. (Via.)

PULCINELLA: Jamme bella ja, trasite! (Escono tutti spingendo Eugenio.)

TOTONNO: Trasite, chesto che cos’è!

MICHELE: Me parite no piccerillo.

PULCINELLA: D. Eugè, venite ccà. (Prende per mano Eugenio ed Amelia.) Abbracciate la sora vosta, essa è pentita de chello che ha fatto, se scorda lo passato, e pace co vuje!

TUTTI: Bravo!

AMELIA (abbracciando Elvira): Ah! Sora mia cara cara.

EUGENIO: E comme haje fatto sto cambiamento tutto nzieme.

ELVIRA: È stato sto giovene che m’ha convinto, facennome riflettere tanta cose.

PULCINELLA: E in ricompensa la signora, mi farà sposare la sorella.

EUGENIO: Veramente?

ELVIRA: Basta che Amelia n’have piacere?

AMELIA: Ma sì, assai, assai!

ELVIRA: Allora va bene.

TUTTI: Bravo! Bravo!

CARLO (esce con Erminia e vedendo Eugenio): Signore, che cosa fate quà?

ELVIRA: Niente, niente, abbiamo fatto la pace, tutto è finito!

CARLO: È finito per voi, ma non per me che sono stato chiamato bestia!

ELVIRA: Ebbene, fa conto che te l’avessi detto io, e non ci pensare più, Cocco mio! (Carezzandolo.)

CARLO: (M’ha chiamato Cocco? Statevi bene ho dimenticato la bestia!).

PULCINELLA: Po’ D. Eugenio, v’aveva fatto pure sto biglietto de scuse... signora... leggete...

ELVIRA (prende la lettera, l’apre, vede che è la sua e la lacera ridendo): Ma che scuse e scuse, mio marito lo ha già perdonato, non è vero?...

CARLO: Lo vuoi tu? E sia! (Ad Eugenio:) Qua la mano. (Si stringono le mani.)

ERMINIA: Brava! te voglio cchiù bene! (Ad Elvira abbracciandola.)

TOTONNO: Signò, e nuje che avimma ?

ELVIRA: Voi resterete qui a divertirvi tutta la serata!

TUTTI: Bravo! Bravo!

TOTONNO (alla ribalta dice a Pulcinella): (Compà, tu comme haje fatto?).

PULCINELLA: (Chella lettera che teneva dinta a la sacca de lo cazone).

TOTONNO: (Haje visto, chilli tre cazune so’ stata la fortuna toja).

PULCINELLA: Sì, ma la fortuna mia sarà completa se avessi contentato questo rispettabile pubblico!

 

(Cala la tela.)

 

Fine dell’atto terzo

 

Fine della commedia

 


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