Eduardo Scarpetta
L'amico 'e papà

ATTO SECONDO

SCENA DECIMA   Pasquale e detto.

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SCENA DECIMA

 

Pasquale e detto.

 

PASQUALE (con lettera): Scusate, lo padrone addò sta? Tengo na lettera pe isso.

FELICE: Damme ccà che nce la io. (Pasquale la e via, Felice guarda la soprascritta:) L’istesso carattere de la lettera d’aieri, voglio vedé che dice. (Apre la lettera e legge:) «Signore, vi ho scritto quattro lettere e non mi avete risposto, adesso non vi scrivo più. Rispondete subito a questa mia, o vengo io di persona a domandarvi soddisfazione del modo come mi avete trattata. La vostra Bettina Capozzella». Oh! Sta Capozzella m’ha rotto la capa mo! le rispondo io come merita. (Siede al tavolino e scrive:) «Signora Capozzella. Io sono un uomo onesto e non rispondo ad una donna della vostra qualità! Sono ammogliato, perciò non mi seccate più con le vostre lettere, né vi azzardate di venire in casa mia, altrimenti vado a ricorre alla questura. Liborio Ciaramella». vedimmo si scrive cchiù. (Suona il campanello.) Se non veniva io dinto a sta casa, chillu povero Liborio l’arrovinavano. (Chiude la lettera e scrive l’indirizzo.)

PASQUALE: Comandate.

FELICE: Portate questa lettera al suo indirizzo.

PASQUALE: M’ha da risposta?

FELICE: Consegnatela e tornatevenne.

PASQUALE: Va bene. (Via.)

FELICE: Na vota lu putevano mpapucchià, ma che nce sto io è n’ata cosa.

 


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