Eduardo Scarpetta
La Bohéme

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA   Errico e Barone, poi Temistocle e Luigi e venti comparse, indi Gennaro, Carmela, Emilia e una guardia.

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SCENA PRIMA

 

Errico e Barone, poi Temistocle e Luigi e venti comparse, indi Gennaro, Carmela, Emilia e una guardia.

 

ERRICO (dalla porta): Che ne dite Barone?

BARONE: Ma che ne debbo dire, è una musica indovinatissima: è l’ecselsior delle musiche!

ERRICO: C’è tutto, c’è tutto! (Escono dalla platea Temistocle e Luigi contemporaneamente, venti comparse vestite bene e fanno scene d’entusiasmo: chi esce per la porta di destra, chi per la sinistra, altri vanno nel corridoio dei palchi, altri restano in scena parlando fra loro.)

TEMISTOCLE: Che magnificenza, che sublimità!

LUIGI: Che strumentazione, che armonia!

TEMISTOCLE: Che genio, che ingegno, come è fatto bene il quartetto finale.

LUIGI: È di una finezza straordinaria. (Gennaro d.d. tossisce forte, indi esce con Carmela e Emilia: una guardia.)

GENNARO: Mannaggia all’arma de la tosse! Pare ca lo facesse apposta.

GUARDIA: Signore scusate, trattenetevi un momento qua a tossire. Avete visto cosa è successo mentre si faceva il finale del terzo atto, tutto il pubblico guardava nel vostro palco.

EMILIA: Oh! ma questa è bella, si papà tene a tosse c’adda ?

GENNARO: Ma come al S. Carlo non si può tossire?

GUARDIA: Si può tossire, ma non già quello che avete fatto voi.

CARMELA: Avete ragione, ma adesso si è calmato.

GUARDIA: Vi raccomando. (Passeggia.)

LUIGI: Noi l’abbiamo detto, vi è venuto quel colpo di tosse proprio in un brutto momento.

TEMISTOCLE: Quando nella sala c’era un silenzio profondo.

GENNARO: Sapete ch’è stato? Quella scena della neve era così naturale che m’ha fatto venì nu friddo dinto a llosse, e pensando che se puteva aumentà lo catarro m’è venuta la tosse.

ERRICO (saluti): Caro D. Gennaro, signora, signorina, maestro.

GENNARO: Bravo, voi pure state qua?

ERRICO: Si capisce.

CARMELA: Domani all’una non mancate perché c’è prova d’azione.

ERRICO: Ah! Non dubitate non mancherò. E così questa sera la Bohême ha fatto più chiasso dell’andata in scena.

CARMELA: Ma che musica, che musica. Quella prima donna tiene na voce proprio atmosferica.

GENNARO: Il tenore stasera ha ricamato.

TEMISTOCLE: Ha superato se stesso.

CARMELA: Come smorza, come smorza, jammo, jammo dinto a lo palco, s’incomincia l’ultimo atto, il più , il più commovente, dicono che fa fare il cuore quanto un chiappariello. (Ridono.)

EMILIA: Mamma.

GENNARO: Cammina, cammina, mannaggia l’arma de mammeta. (Via con Carmela e Emilia. Tossisce. Prima d’andare via si ferma.)

GUARDIA: Mio signò embè accumminciate n’ata vota da capo...

GENNARO: Vuje che vulite da me, dateme na caramella. (Via.)

GUARDIA: E che faccio lo speziale?

BARONE: Ma quella signora che è pazza?

ERRICO: No, dice quacche sproposito.

BARONE: Qualche sproposito? Chella dice delle cose che io non le ho intese ancora.

 


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