Eduardo Scarpetta
'Na bona quagliona

ATTO TERZO

SCENA SETTIMA   Candida, Saverio, Annina e detti.

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SCENA SETTIMA

 

Candida, Saverio, Annina e detti.

 

CANDIDA (in elegante toiletta di mattina): Grazie, grazie. Credo che abbiamo anticipato?...

FELICE: Un poco veramente, ma non fa nulla.

CANDIDA: Voi siete il cameriere?

FELICE: Nonsignore, io sono il maestro, il cameriere è quello.

CANDIDA: Oh, scusate.

FELICE: Ma niente.

SAVERIO: La Marchesa Candida Fiore.

FELICE: Tanto piacere. (Stende la mano a Candida, e saluta con la testa.)

SAVERIO: Saverio Patierno. Mia figlia Annina.

FELICE: Fortunatissimo! (A Michele:) Bestia! levate la roba dalle mani dei signori.

MICHELE: Subito. (Esegue.)

CANDIDA: D. Saverio, regalate quest’individuo.

SAVERIO: Eccomi qua. (Prende una moneta e la a Michele.)

MICHELE: Grazie. (Depone la roba sopra di una sedia.)

SAVERIO: Marchesa, pare che vi divertite molto a questi concerti perché non ne mancate mai a nessuno.

CANDIDA: Sì, che volete, la musica è la mia passione.

SAVERIO: Bravissimo!

CANDIDA: E tu Nannina, sei amante della musica?

ANNINA: Eh così così

CANDIDA: Ma che hai? Perché stai tanto di cattivo umore?

ANNINA: Perché? E me lo domandate? Ve pare na bella cosa che Errico dopo due giorni che non s’è fatto vedé, stammatina è venuto pe no momento, e subeto se n’è scappato, nce ha lassato, e ha ditto che veneva cchiù tarde, che maniera è chesta?

CANDIDA: Figlia mia, tu ti devi persuadere che quello sta sempe occupato per affari, egli sta pensando a tutto ciò che è necessario domani sera per la firma del contratto.

SAVERIO: Vedete, Marchè, tutto quello che dite voi, sta bene, ma io me sono accorto che Errico sta sempre stunato, distratto, con Nannina parla sempre con una certa freddezza...

ANNINA: Freddezza? Ma quacche vota non me risponne nemmeno.

CANDIDA: Ecco qua, caro D. Saverio, dovete sapere che alle volte noi altri nobili sembriamo freddi, distratti, ma non è vero, è nel nostro carattere, è la serietà del nostro agire.

SAVERIO: Ma scusate, Marchè, ccà se tratta de non rispondere a una signorina, e me lo chiamate carattere di nobile? A me me pare che sia poca educazione.

ANNINA: (Ben fatto!)

CANDIDA: D. Savè,io sapete che vi dico? Non parlate di educazione in faccia a me, perché se no ci prendiamo collera seriamente, voi non sapete con chi avete che fare. Del resto, il contratto non si è firmato ancora, voi state sempre in tempo.

SAVERIO: Oh, chesto è certo. Ma mi dovete ritornare prima le trenta mila lire che avanzo da duje anne.

CANDIDA: Oh, si capisce, vi firmerò delle cambiali.

SAVERIO: E che ne faccio li cambiale voste?

FELICE: (Chiste se so’ venute ad appiccecà ccà n’coppa!...) Signori, se volete trattenervi un poco nella stanza del buffè, potrò offrirvi qualche pasta, qualche bicchiere di Marsala.

CANDIDA: Oh, grazie.

FELICE: Prego, da questa parte. (Candida via seconda quinta a destra.)

ANNINA: Papà, io a chillo non lo voglio!

SAVERIO: Stalle zitta, lassa a me. (Via no.)

FELICE: Io volarria sapé proprio a chiste chi l’ha mmitate, o è stato D. Alberto, o pure hanno trovate li bigliette nterra. Ma guardate la combinazione, la Marchesa dinta a sta casa. (Via appresso.)

MIMI: Voglio vedé si me pozzo piglià nu pare de paste pur’io! (Via appresso.)

 


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