Eduardo Scarpetta
Lu café chantant

ATTO SECONDO

SCENA QUARTA   Totonno e detti, poi D. Carlo.

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA QUARTA

 

Totonno e detti, poi D. Carlo.

 

TOTONNO (con due buchè): Uh, scusate, eccellenza. (Nasconde i buchè dietro di sé.)

GIOIA: Avanti che cosa dovete dirmi?

TOTONNO: Niente, Signora, debbo parlare col signor D. Carlo.

CARLO (uscendo): Jammo, Totò, ambressa... Chi chiste?

GIOIA: Carlo, ti presento questi due giovani canzonettisti Napoletani. Carlino, mio fratello!

CARLO: Tanto piacere.

FELICE: Fortunatissimi.

GIOIA: Sono stata io che li ho fatto scritturare per darti una sorpresa.

CARLO: Bravissimo. Ci farete dunque sentire delle novità?

FELICE: Cercheremo di contentare voi ed il pubblico.

CARLO: Eh, adesso per le novità è un affare serio, hanno visto troppo; io ho mandato due persone girando il mondo, appositamente per questo. Voi qualche numero buono non lo sapete?

FELICE: Sicuro.

CARLO: E qual è?

FELICE: 55 terzo.

CARLO (ridendo): Ah! Ah! Volete scherzare... e che c’entra 55 terzo, io dico qualche numero buono di novità, di eccentricità.

FELICE: No, questo non saprei.

CARLO: Del resto poi quando ci sono belle figliole, la serata riesce sempre... (Io, per esempio...) Gigè, permetti nu momento.

GIOIA: Fate, fate.

CARLO (ai due): (Ho fatto venire da Napoli due ragazze, ma bone assai, io non l’ho viste ancora, ma mi dicono che robba fina).

PEPPINO: (Napoletane?).

CARLO: (Già, Napoletane, giusto giusto potete fare delle farsette, delle scene comiche, qualche pantomina).

FELICE: (Ah, sicuro).

CARLO: (Ma però, vi raccomando... quelle sono pietanze mie... v’avessa da venì ncapo d’assaggià?).

FELICE: (Oh, vi pare...).

GIGIA: Insomma, sono lunghe queste cose segrete?

CARLO: No, abbiamo finito, abbiamo finito.

GIOIA: Noi andiamo nella sala da pranzo a bere un bicchiere di Marsala, se vuoi venire anche tu?

FELICE: Ci farete un vero regalo.

CARLO: Sì, sì, avviatevi, fra poco ci vedremo.

FELICE: Vi attendiamo dunque. Prego, Signora. (Offre il braccio a Gigia.)

GIOIA: Oh, grazie.

PEPPINO: Con permesso. ( Viano pel fondo a sin.)

CARLO: Totò, da asciute sti duje?

TOTONNO: L’ha portato Vicienzo da Napole, per ordine della Signora.

CARLO: Figurate che hanna da essere. Basta, Totò, da chelle doje e dincelle: il proprietario del caffè vi manda questi fiori e desidera di vedervi.

TOTONNO: Va bene. (Entra a sin.)

CARLO: vedimmo quale cchiù mme piace io cu m’abbocco. Alla fine po’ tanto tanto viecchio nun songo. Si nun fosse pe sta cancaro de panza, mannaggia l’arma de la panza, aggio voglia de mme stregnere che nun ne caccio niente. La faccia sarría ancora fresca, li capille se mantenene ancora... chesta ccà mme scombina, la . (Mostra la pancia.)

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License