Eduardo Scarpetta
La casa vecchia

ATTO SECONDO

SCENA TREDICESIMA   Felice, e detti.

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SCENA TREDICESIMA

 

Felice, e detti.

 

FELICE (viene dal fondo correndo lato sinistro, l’abito sbottonato, stravolto con pistola in mano).

I TRE: Ch’è succieso?

FELICE (gettando la pistola): muorto! (Elvira si copre il volto con le mani e cade sopra una sedia.)

AMBROGIO e AGAPITO: Muorto?!

FELICE: Quanno soghiuto dinto a la massaria, l’aggio trovato che me steva aspettanno... e siccome eravamo amici, ci siamo abbracciati e ci siamo baciati, poi abbiamo detto: l’amicizia e una cosa e l’onore è un’altra, nce simme allontanati dieci passi, e avimmo fatto fuoco, isso è caduto... io me somiso da dereto a na pagliara e aggio visto che socurrute doje guardie campestre, l’hanno mise ncoppa a na stola e se l’hanno portato. (Piangendo.) Povero amico mio! (Col fazzoletto agli occhi.)

AGAPITO: (Povero D. Luigi!). (Col fazzoletto agli occhi.)

AMBROGIO: (Povero D. Felice!). (Col fazzoletto agli occhi.)

 

(Cala la tela.)

 

Fine dell’atto secondo

 

 


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