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FELICE (di dentro): Va bene, va bene, penserò per voi.
AMBROGIO: Eccolo qua.
FELICE: Signori, vi saluto. Cara Beatrice, scusate se vi ho lasciato per un momento, ho dovuto sbrigare un affare.
AGAPITO: È cosa da niente, è cosa da niente. Neh, io ho dimenticato di farvi la presentazione. D. Boroboamo Boati, nostro compare.
FELICE: Tanto piacere. (Stringe la mano.)
BOROBOAMO: Sempre pronto ai vostri comandi.
AGAPITO: D.a Candida, sua moglie.
CANDIDA: La commarella.
FELICE: Commarella bella!... (All’arma de la commarella!).
AGAPITO: D. Alessio Scorza, avvocato, intimo amico mio.
ALESSIO (balbuziente): Che da questo momento si mette a vostra disposizione, ringraziandovi dell’invito e dell’onore ricevuto.
FELICE: (Quanto è bello chisto!). Grazie troppo buono... Signora Elvira. (Le stende la mano.)
ELVIRA: (Assassino!). (A Felice.)
ELVIRA: Ah!... (Sospira Alessio la guarda.)
FELICE: Scusate, lo Vice Sindaco è venuto?
PEPPINO: Non ancora, signore, ma se volete, potete accomodarvi in questo Uffizio ad attendere un poco. (Indica seconda a dritta..)
FELICE: Ah! Sicuro! Favorite papà.
AGAPITO: Signori venite. (Entra a destra con la figlia, Ciccillo li segue.)
CANDIDA: Jammo, jammo, salute e figlie mascole. (Via..)
BOROBOAMO: Frisole, prosperità, ilarità, sanità. (Via.)
ALESSIO (offrendo il braccio ad Elvira): Prego.
ELVIRA: Grazie. Ah! (Sospira.)
ALESSIO: (Chesta che se fà afferrà!). (Viano Peppino li segue.)
FELICE: Io non saccio che cancaro sto facenno, me sto mbruglianno de na manera tale, che va trova all’ultimo come fenesce. Chill’assassino de D. Ambrogio, aiere non me volette da li quindicimila lire comme aveva ditto, cioè il giorno prima del matrimonio. Dicette: Nonsignore, che nn’avite da fà, dimane ncoppa a lo Municipio, appena spusate ve li dongo. Stateve bene! A miezojuorno se presenta ccà co la figlia, e che faccio? Che combino?... Ah, chillo mbruglione de Luigi che me combinaje!... Intanto aggio avuto da a affittà pe la sposa n’appartamento mobigliato pe no mese, si no addò la portava?... Stongo una zuppa, lo pensiero de D. Ambrogio me fà sudà, eh, voi scherzate, lla se tratta de quindici mila lire e na paliata.