Eduardo Scarpetta
Duje marite ‘mbrugliune

ATTO SECONDO

SCENA TERZA   Giovanni e detto, poi Felice e Lucia.

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SCENA TERZA

 

Giovanni e detto, poi Felice e Lucia.

 

GIOVANNI (dal fondo con bottiglia): Ecco ccà lo sciampagna.

PEPPENIELLO (prendendola): Costa assai?

GIOVANNI: Nonsignore, 8 franchi.

PEPPENIELLO (sospirando): 8 franche. (Via nel n. 4.)

GIOVANNI: Chisto accomencia, e stà frisco.

FELICE (entra dando il braccio a Lucia ch‘è in domino rosa e mascherino): Non nc’è nessuno, possiamo entrare, non avete paura. Cameriere, avete una stanza disponibile.

GIOVANNI: Sicuro. (Apre il n. 2.) Vedete se questa vi piace.

FELICE (a Lucia): Madama, permettete un momento. (Entra nel n. 2 poi torna.)

LUCIA (togliendosi la maschera): Cameriere.

GIOVANNI: Comandate.

LUCIA: Avete una stanza disponibile in questo stesso luogo?

GIOVANNI: Sissignore, questa, il n. 3.

LUCIA: Va bene, non la date a nessuno, perché a momenti verrà una signora con un domino come il mio accompagnata da un giovine e se la prenderà.

GIOVANNI: Va bene, non dubitate.

LUCIA: Aspettate, un’altra cosa, si sentite sunà lo campanielllo 3 vote, bussate alla porta, e dite che nce sta na persona che va truvanno a D. Felice.

GIOVANNI: D. Felice, va bene, sarete servita.

LUCIA: (Chillo è tanto viziuso m’aggia stà in guardia). (Si ripone la maschera.)

FELICE (sotto la porta del n. 2): Madama potete favorire.

LUCIA (piano a Giovanni): (Tre vote... D. Felice).

GIOVANNI: (Ho capito, lasciate fa a me). (Lucia via con Felice nel n. 2, Felice fa il lazzo del cappello.) Chesta è da essere na gran signora, se vede subito.

 


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