Eduardo Scarpetta
Duje marite ‘mbrugliune

ATTO SECONDO

SCENA UNDICESIMA   Felice e Errico, poi Rosina, Lucia, Michele, Peppeniello indi Giovanni.

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SCENA UNDICESIMA

 

Felice e Errico, poi Rosina, Lucia, Michele, Peppeniello indi Giovanni.

 

ERRICO: Aggio truvata la carrozza.

FELICE: La carrozza sta fore.

ERRICO: Ma la signora addò sta?

FELICE: E la signora mia?

ERRICO: Se ne sarrà trasuta dinta a la cammera. (Via nel 3.)

FELICE: Starrà aspettanno dinto. (Via neI 2.)

ROSINA (dall’1 con la mascherina): Nun nce sta cchiù nisciuno. (Trascina Michele ubriaco.) Accompagnateme fino a la porta.

MICHELE: Non posso, nun me fido.

LUCIA (dal 4 con maschera trascinando Peppeniello): Peppeniè, accumpagneme... io songo Lucia.

PEPPENIELLO: Pure Lucia! Che beco! ziemo!

ROSINA: Jammo, venite.

MICHELE: Non posso.

LUCIA: D. Michele! Lassalo, jammoncenne. (Rosina lascia Michele il quale cade a terra, Rosina e Lucia viano con Peppenielio. Errico e Felice escono dal 2 e dal 3.)

FELICE: E addò è ghiuta. (Nel correre cade su Michele.) Uh! D. Michele!

ERRICO: Nun nce sta. (Nel correre cade su Michele.) D. Michele! (S’alza e via pel fondo.)

FELICE: Zi zio! (Via pel fondo.)

MICHELE: Cameriere? (Gridando.)

GIOVANNI: Chisto è lo cunto vuosto.

MICHELE: Quant’è?

GIOVANNI: 79 lire!

MICHELE: 79 lire! Somuorto!

GIOVANNI: Eh! è muorto!

 

(Cala la tela.)

 

Fine dell’atto secondo

 

 


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