Eduardo Scarpetta
'Na figliola romantica

ATTO TERZO

SCENA QUARTA   Virginia, Dottore, Concetta, Papele e detti.

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA QUARTA

 

Virginia, Dottore, Concetta, Papele e detti.

IlDottore e Virginia vestono da velocipidisti. Lui tiene la testa fasciata e lei la mano destra, Papele porta un velocipede rotto.

 

CONCETTA: Ma signurì, ch’è stato, che v’è succieso?

DOTTORE: Andate, è nulla, è poca cosa, perché vi spaventate?

VIRGINIA: Ma è niente, anze me secca sta fasciatura. (Toglie la fascia dalla mano.)

DOTTORE (togliendosi anch’egli la fasciatura dalla fronte): Via... non moriremo certo.

PAPELE: Se sape.

CONCETTA: Arrassusia!

DOTTORE: Caro conte.

CONCETTA: Carissimo.

DOTTORE: Egregio Cavaliere.

CONCETTA: Dottò che v’è successo?

DOTTORE: Lo volete sapere?

CONCETTA: Che , se lo credete.

DOTTORE: Sicuro.

PAPELE: Signorì. Sta machina scassata la porto dinto?

VIRGINIA: Sì.

PAPELE: Dimane s’acconcia?

VIRGINIA: Nun te n’incarricà, chesta nun è cchiù bona. (Papele via portandosi la bicicletta. Concetta lo segue.)

CONTE: Sentiamo.

DOTTORE: Eccomi qua. Fra tante cose belle che aveva organizzato per questa festa a Portici il bravo comitato, fece pure una gara di velocipidisti... Fra giovanotti buoni e giovanotti tristi! Trecento lire il premio e la medaglia d’oro, quando però si vince con merito e decoro. Sapevo la signora, svelta, brava, provetta al punto che comanda, direi, la bicicletta. Ardita, forte, audace, coraggio... oh se ne tiene, allor pensai, quel moto, certo le farà bene; concorrete, Contessa, io v’accompagnerò, di vista, oh, siate certa, che mai vi perderò. Ci recammo sul luogo. Bellissimo steccato, tre chilometri lungo, tutto a festa parato. Erano venticinque i corridori... ma... tutti senza amor proprio, e senza dignità. Pronti alla prima corsa, si attendeva il segnale, il popolo gremiva di qua e di quel viale. Dopo tre giri, il primo che fosse giunto al sito dov’era la bandiera e il premio stabilito, quegli era il vincitoreUrrà! Si grida, urrà! Tutti di corsa, via, a gran velocità! Un primo giro è vinto da lei, dalla Contessa, soltanto per la polvere un po’ avvilita e oppressa. Coraggio, dico, avanti, la macchina spingete, ecco il secondo giro, signora, non temete... aimè, dirvi non posso quello che avvenne poi... Contessa, ve ne prego... raccontatelo voi!

VIRGINIA: Stanche le braccia, il petto, più non potea fiatare, la forza ed il coraggio mi vedevo mancare. Pochi momenti ancora e il premio a me spettato sarebbe, ma fui vittima di un vile ritrovato! Mentre tutta la folla gridava: Evviva! Evviva! Berretto rosso vince, si vince! Eccolo, arriva! Senza badar mi trovo chiusa, nel mezzo, stretta, e, di traverso, avanti, un’altra bicicletta. Infamia dico, stringo il freno, e spingo quella... ma cado, e rompo raggi, manubrio e piedivella!

DOTTORE: Corro da lei, gridando: chi fu? Chi fu il vigliacco? La folla mi trattiene... e allor cado e mi sciacco!

CONTE: Bravo! Bella figura... Bravissimo? E credete ch’io possa tollerare queste pazzie? Vorrete finirla finalmente, signora; il vostro male ha bisogno di cura, ma cura radicale! La vostra malattia, si cura col bastone, e presto ne otterrete perfetta guarigione. È tempo, cara mia, di mettere giudizio... Dottò, pe chesta femmena, voi siete il precipizio! Ammiro il vostro merito, e la filosofia, ma a n’auta parte, è meglio, no dint’a casa mia!

DOTTORE: Come! Me ne cacciate?

CONTE: Sicuro! E che facimme? Vuje cchiù m’a ruvinate. Chell’è cchiù pazz’ ’e primme!

VIRGINIA: Ah, socchiù pazza? Bravo! Dottò, nun ve muvite, nessuno in questa casa, soltanto a me sentite. Quanno, senza riflettere, a buje me sospusata, nun me credeva d’essere da n’ommo cummannata. Che modi! Che maniera! Ma forse ve credite ch’io me spavento, tremmo, cu chello che facite? Ah, no, soemancipata, son figlia del progresso. E vuje site na malva, un anima di gesso!

CONTE: A me?

VIRGINIA: Sì, a voi.

CONTE: Va bene. Per troppa mia bontà, così voi mi trattate? Va bene, si vedrà! Venite Cavaliere. Domani parleremo... Se sono o no una malva, domani lo vedremo! (Via a destra con Achille.)

VIRGINIA: Dimane è troppo tarde! Amico mio, che avete?

DOTTORE: Scacciato?

VIRGINIA E che vuol dire? Forse per me non siete sempre lo stesso?

DOTTORE: Oh; certo.

VIRGINIA: Ditemi, siete pronto?

DOTTORE: Prontissimo.

VIRGINIA: torno, s’ha da scappà...

DOTTORE: Ci conto.

VIRGINIA: Me piglio poca rrobba, o cascettin’ e lloro e vengo.

DOTTORE: Ccà v’aspette nun pozzo cchiù... moro! ’E fianche, mamma mia, chi se cchiù frenà... quanno se tene a risa se pure crepà! Però, cara Contessa stasera ven’ o brutto... l’urdema mbomma è pronta, n’aggia vedé ’o costrutto!

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License