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SALVATORE: Il signor Chiappariello. (Via.)
TERESINA: Uh! Lo cumpariello! Avanti.
MIMÌ: Commarella buongiorno, comme va la salute?
TERESINA: È un amico di mio marito. Il signor Felice Sciosciammocca. (Poi a Felice.) Il Signor Mimì Chiappariello. (I due si salutano freddamente.)
TERESINA: Sì sta cu l’operaio a vedé lo disegno della vasca dei pesci, mò ve lo vaco a chiammà e ve lo faccio venì ccà. Permettete. (Arrivata sotto l’uscio.) Io sono una donna onesta, caro D. Felice, e difficilmente cado. (Via prima a sinistra.)
MIMÌ: (Quanto vuò fà ì ca stu curiuso fa la corta a D.a Teresina).
FELICE: (Nce scummettarria ca stu panzarotto fa la corte a D.a Teresina). (Scena muta i due passeggiano indjfferenti guardando i quadri poi ridiscendono dal fondo a poco a poco, uno a destra, l’altro a sinistra, si guardano di sfuggita affettando indifferenza. Felice fischia una canzone — Mimì dopo un poco fischia lo stesso motivo. Felice dice: Ma sta canzone la sto fischiando io ecc. ecc. poi Mimì incomincia lui e Felice fa lo stesso — lazzi a piacere — dopo riprincipia il dialogo.)
FELICE Scusate, voi come siete compariello a la signora?
MIMÌ: Pecché ve preme de lo sapé? Ve preme?
FELICE: No, così per curiosità.
MIMÌ: Ha cresimata mia sorella. Va bene?