Eduardo Scarpetta
L'albergo del silenzio

ATTO SECONDO

SCENA QUINTA   Antonio, Livia, Giulia, Gemma ed Ernestina, seguite da un fattorino, poi Carluccio.

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA QUINTA

 

Antonio, Livia, Giulia, Gemma ed Ernestina, seguite da un fattorino, poi Carluccio.

 

ANTONIO (internamente, dal basso): Salite, salite ragazze... (Fuori.) Cameriere?... (Escono le quattro nipoti e il facchino con la valigia.)

CARLUCCIO (a parte): (Uh! Sta arrivanno nu collegio!...).

ANTONIO: Ah! Finalmente abbiamo trovato un cameriere! Ma che albergo è questo? Avete fatto bene a chiamarlo albergo del silenzio, perché qua non si vede e non si sente nessuno!

CARLUCCIO: Voi che dite, signore?

ANTONIO: Eh, che dico! Lo guardaporta stu durmenno... camerieri non se ne trovano... Qua i ladri possono fare quello che vogliono!

LIVIA: Ma zi scusate... chi l’ha indicato stalbengo?

ANTONIO: D. Felice... E non capisco pecché m’ha fatto stu piacere!

CARLUCCIO: Dovete scusare. Quando un albergo è pieno, questo succede! Che desiderate?

ANTONIO: Due camere: una per me e l’altra per le mie quattro nipoti.

CARLUCCIO: (A quatte a quatte!... E addò le mmetto a chiste?...). Vediamo un poco... (Guarda il quadro delle chiavi appeso a una parete del corridoio.) Ci sono tre stanze al quarto piano...

ANTONIO: No! È troppo sopra... voi scherzate!

LIVIA: Nuje nun vulimmo saglì cchiù... si no ce ne jammo!

LE ALTRE: Ce ne jammo!...

CARLUCCIO (a parte, ignorando che la camera a destra è stata assegnata a Michele): (Aspetta!... li mmetto dinto a li cammere de li spireteChelle nun s’affittano maje!...). Allora prendete queste: undici e dodici... (Mostra a destra.) Erano state promesse ad una famiglia inglese; non fa niente: metteremo quella al quarto piano.

ANTONIO: Grazie tante. Dov’è?

CARLUCCIO: Qui... vedete... Favorite. (Prende un lume e introduce Antonio e le nipoti nella stanza a destra.) Questa è una bella stanzetta ad un solo lettino.

ANTONIO: Va bene: questa sarebbe buona per me.

CARLUCCIO: Qua c’è un gabinetto per lavarsi, spolverarsi, spogliarsi... (Mostra la porticina in fondo.)

ANTONIO: Ho capito.

CARLUCCIO (mostra la porta a destra): Qua poi c’è l’altra stanza grandissima con un lettino ed un letto matrimoniale.

ANTONIO: Benissimo: vi metterete voi, ragazze!

LE RAGAZZE: Va bene, va bene.

ANTONIO (al facchino): Mettete dentro la valigia. (Indica la porta a destra; il facchino vi entra, lascia la valigia poi torna, esce e via per le scale che scende.)

CARLUCCIO: Desiderate qualche cosa di cena?

ANTONIO: No, grazie, noi non ceniamo la sera. Soltanto una bottiglia d’acqua.

CARLUCCIO: Sarete subito servito. (Esce e via per la scala che scende.)

LIVIA: Come si vede subito quand’è buon tiempo, zi perché parlate proprio buono: nun ntuppate manco nu poco!

GIULIA: E come parla de pressa!

ERNESTINA: Quanno po’ è cattivo tiempo... povero zio soffre de chella manera!

CONCETTA (che è sempre nel salottino a sinistra): E quanno scenne D. Felice? Che diavolo sta facenno? (È impaziente.)

LIVIA: Zi , ma ccà ce n’atu lume, si no comme facimmo?

ANTONIO: Ah, se capisce!

CONCETTA: Vurrìa vedé si scenne...

ANTONIO: chiammo lo cameriere! (Apre la porta. Contemporaneamente Concetta apre la sua, così si trovano faccia a faccia.)

CONCETTA-ANTONIO: Cameriere? (Si guardano. Concetta ha un moto di contrarietà.)

ANTONIO: Che vedo? La signora Galletti?

CONCETTA: Buonasera, signore!

ANTONIO: Non mi sbaglio dunque: ho avuto l’onore di conoscervi in casa di D. Felice...

CONCETTA: Sicuro? (Carluccio rientra dal basso con una bottiglia d’acqua che porta nella camera a destra lasciandola sul cassettone.)

ANTONIO: Vedete che combinazione! (Chiamando nella sua stanza.) Ragazze... venite... qua c’è la signora Galletti! (Gridando.) Ragazze!... La signora Galletti!...

CONCETTA (contrariata a parte): Mannaggia llanema de mammeta!...

LIVIA: Oh! La signora Galletti! (Entra nella stanza a sinistra.)

LE ALTRE: Signora Galletti... (Entrano anch’esse.) Signora Galletti!... (Carluccio entra nella camera a sinistra.)

CONCETTA (a parte): (Puzzate passà nu guajo! fanno sentere a tuttu quante lo cugnome mio!...).

ANTONIO: Noi siamo venuti a passare due o tre giorni in quest’albergo: speriamo che ci trattino bene!

CARLUCCIO (che ha sentito il cognome di Concetta): Signora Galletti... l’acqua bolle!

CONCETTA: (Pure chisto!...) Va bene, grazie!

ANTONIO: Signora, scusate... ma voi abitate qua?

CONCETTA Sì... provvisoriamente… perché dobbiamo cambiare casa...

ANTONIO: Che piacere! Stiamo vicini!... Se la nostra compagnia non vi disturba, ci tratteniamo un poco.

CONCETTA: No... anzi... per carità!

ANTONIO (autoritario alle ragazze): Ragazze, sedete! (Le ragazze seggono sul divano e Antonio su una sedia.)

CONCETTA (preoccupata, a parte): (E si scenne D. Felice comme faccio?...).

ANTONIO: Voi siete amica di D.ª Rosa, la moglie di D. Felice?

CONCETTA: Sissignore.

ANTONIO: Eh! Una buonissima donna! Io la conosco da tanti anni! Il suo primo marito buonanima, era cliente mio!

CONCETTA: Bravo!

ANTONIO: Oggi mi avevano invitato a passare due o tre giorni in casa loro, ma vedendo poi che eravamo in tanti, giustamente non hanno potuto tenerci... per mancanza di posto...

CARLUCCIO (che nel frattempo era rimasto ad armeggiare presso il bricco con l’acqua): Signora Galletti... l’acqua bolle!

CONCETTA (infastidita): Va bene... andate... (Carluccio esce e va via scendendo per la scala.)

ANTONIO: Voi a D. Felice e la moglie li vedete spesso?

CONCETTA (mentendo): No... raramente... qualche volta ogni tanto.

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License