Eduardo Scarpetta
Madama Sangenella

ATTO SECONDO

SCENA UNDICESIMA   Mimě e detti, poi Marietta.

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SCENA UNDICESIMA

 

Mimì e detti, poi Marietta.

 

MIMÌ (con la valigia di Saverio): Scusate, signori, se...

PASQUALE: (D. Mimì?).

MIMÌ: Che veco? D. Pasquale Corella? E comme ccà?

PASQUALE: Già, io aveva stà a Caserta, aggio sbagliato lo treno, ve conto, D. Mimì, jateve a na partita a lo bigliardo cu stamico mio, il signor D. Antonio Cuoccio.

MIMÌ: Mimì Chiappariello ai vostri comandi.

TOTONNO: Patrone mio.

PASQUALE: Jate D. Mimì.

MIMÌ: Ma io non so giocare.

PASQUALE: E che fa, vuje puntate la stecca e menate la palla addò va va.

MIMÌ: Non posso. Io aggia truvà la valigia, vaco de pressa. (Io tengo a Lisa ca m’aspetta). Ma vuje c’avite? Ah! Sarrà chesta la valigia... Permettete. (Via con la valigia di Eugenia prima a destra.)

MARIETTA (dal fondo): È permesso?

TOTONNO: Avanti.

MARIETTA: Il signore ha suonato?

PASQUALE: Io? No, ah! Sì, na mezz’ora fa.

MARIETTA: Avete ragione, ma io stavo occupatlssima.

PASQUALE: Portate via quella guantiera.

MARIETTA: Subito. (Esegue e via.)

PASQUALE (spinge Antonio): D. Antò abbiateve.

TOTONNO: Nce vulimmo na partita?

PASQUALE: Jammuncenne da ccà, nce truvammo vicino a la sala de lo bigliardo.

TOTONNO: E voi non venite?

PASQUALE: Jate ca io vengo. (Via.)

 


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