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Saverio e detto, poi Teresina e Felice.
SAVERIO (con cataplasma): E ched’è; haje stutata la luce? (Primo segno luce.) Rusì chisto è lo cataplasma, aggio fatto lesto, lesto; vide comm’è cucente. (Scopre Pasquale e gli applica il cataplasma.)
PASQUALE (gridando): Ah! Mamma mia!
SAVERIO (mette mano vicino all’interruttore cercandolo e la luce ritorna secondo segno luce): Che!! N’ommo dinto a lo lietto cu muglierema! Neh mio signò, vuje chi site? Che facite lloco dinto? (Lo prende per il collo.)
PASQUALE: Lasciatemi, io so’ nu galantuomo. (Scende dal letto.)
TERESINA (fuoriosa): Ah! T’aggio ncucciato! Nfame, assassino!
PASQUALE: Che! Muglierema! (Piglia i suoi abiti e fugge prima a destra.)
SAVERIO (correndogli dietro): Arresta, arresta, steve dinto a lo lietto cu muglierema. (Via prima a d.).
FELICE: Siete convinta mò? Sta prova vi basta?
TERESINA: Sì, mi basta e mi vendicherò, l’aggia accidere.
FELICE: Ricordatevi la vostra promessa.
TERESINA (non badandogli): Che assassino! Che brigante! E io che lo credevo il modello dei mariti; l’aggia rompere l’ossa, l’aggia strafucà. (Via prima a sinistra chiudendo la porta a chiave.)
FELICE (che ha guardato nel letto): Teresì, donna Teresì, e ch’ha fatto? Ha chiusa la porta? E io mò pe dò esco? (Corre alla porta in fondo.)