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Giulietta, Marchese Fiore, e detto.
GIULIETTA: L’onorevole sta trasenno. (Introduce e via.)
MINISTRO: A che debbo l’onore della sua visita?
MARCHESE: Vengo a giustfficarmi, per aver mancato al pranzo dell’altra sera.
MINISTRO: Lei non ha obbligo di giustificazioni. S’accomodi, prego. (Seggono.) Venga all’argomento.
MARCHESE: Ecco... Anzitutto sarei a pregarla di lasciare un momento la veste di uomini politici, per ragionare come due padri di famiglia.
MARCHESE: Ella sa che io ho un unico figlio, Ernesto, al quale voglio un gran bene.
MINISTRO: Me ne rallegro tanto.
MARCHESE: Mio figlio, e questo anche lo saprà, s’incontrò questa estate con sua figlia ai bagni di Castellammare, e...
MINISTRO: Lo sò, lo sò... capricci di gioventù!...
MINISTRO: Perdoni! per parte di mio figlio, posso assicurarle che non è un capriccio.
MINISTRO: Ebbene?
MARCHESE: Ebbene Commendatore, mi accordi le circostanze attenuanti in vista delle transazioni che fo colle mie idee. Io sono suo avversario politico, e discendente dai Marchese Fiore, la prima nobiltà del paese! Mi presento a lei per domandarle la mano di sua figlia per mio figlio.
MINISTRO: Ah! E dunque una grazia la sua di venir Lei, nobilissimo discendente dei nostri Feudatari, a domandare la mano di mia figlia, di un ex professore. Io sono povero, ma orgoglioso dello stato che mi sono creato da me! E ho la soddisfazione di rispondere al Signor Marchese Fiore, che io plebeo, non voglio l’onore della sua alleanza!
MARCHESE: Senta, forse mi sarà spiegato male, che c’entra la nascita? I nostri figli si vogliono bene, ecco tutto. Pensi solo al piacere di vedere sua figlia contenta e felice!...
MINISTRO: Lei parla bene... ma è impossibile, dopo il colloquio che ebbi con suo figlio.
MARCHESE: Mio figlio si è presentato a lei? Ma lei sbaglia.
MINISTRO: No, no, è venuto qua, con arroganza, con prepotenza, minacciando persino di fare uno scandalo!
MARCHESE: Ma quando è venuto?
MINISTRO: Ieri, poco prima della dimostrazione.
MINISTRO: Ma è impossibile, egli mi ha detto che appena ieri tentò di parlare, ma ella non volle riceverlo.
MARCHESE: Ma no!
MINISTRO: Insomma, le dico che è stato qui ieri, e se a lei non l’ha detto, vuol dire che aveva rimorso del modo come si era comportato.
MARCHESE: Sono dolente dell’accaduto, e pure lo credo ancora un malinteso.