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CARLINO (con telegramma): Veda Eccellenza, se va bene così.
MINISTRO: Perdoni, egregio signore, se la interrompo, ma si tratta di cosa urgente. (Legge il telegramma:) Sì, sì, va benissimo. Aggiunga che domani parto col primo treno per Roma, e andrà di persona a ripetere la smentita.
CARLINO: Eccellenza, sì. (Via.)
ROCCO: Dicevamo, che quel fragile barchetta...
CARMELA (uscendo con due giornali): ... ecco qua i giornali... ecco il Fanfulla.
MINISTRO: Perdoni se la interrompo... (Legge agitato passeggiando:) Ma questa è un’infamia... un indegnità!...
MINISTRO: Liegge... nei telegrammi c’è tutto il colloquio col corrispondente.
CARMELA (dopo letto): È na canagliata!... Dunque pretennene che tu hai ricevuto a chillo giornalista?
MINISTRO: Io non aggio parlato co nisciuno!...
CARMELA: E accussì se fa la storia.
MINISTRO (a Rocco): Oh! Perdoni, signore... Dunque ella diceva?...
ROCCO: Qual fragile barchetta...
MINISTRO: Ma stamme sempe dinta a la barchetta!
ROCCO: Che fra le scoscese avversità e i malcelati inganni della vita si presenta l’umile servo, rivolgendo all’E.a V.a poche domande di segnalati favori e magnanime grazie.
MINISTRO: Dica, dica, in che posso servirla?
ROCCO: La modesta provvigione che a me concede il Comune, non basta, non dico a procurarmi gradevoli passatempi, ma neppure a soddisfare il giornaliero manducamento.
MINISTRO: Ne prendo nota, e parlerà col Sindaco...
ROCCO: Inoltre, la scuola educativa manca di molte suppelletteli.
MINISTRO: Sarà provveduto anche a questo.
ROCCO: Orsù bambini, ringraziate il Signor Ministro.
(I ragazzi cantano il seguente Coro):
Ci hanno detto stamattina,
E il nostro Direttore
(Replica gli ultimi due versi.)