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ATTO TERZO
SCENA UNDICESIMA Nannina e detti, poi Giulietta, Marchese e Ernesto, Carlino e Giulietta.
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Nannina e detti, poi Giulietta, Marchese e Ernesto, Carlino e Giulietta.
MENECHELLA (vedendo venire Nannina): Ah! Ccà sta la malatella nosta.. embè, comme te siente?
NANNINA: Nu poco meglio, non è stato niente, grazie.
CARLINO: Eccellenza, l’onorevole Marchese Orazio Fiore e suo figlio sono qui, questa stupida di Giulietta li ha fatti passare.
GIULIETTA: Sissignore, pecché eccellenza vedite...
CARMELA: Hai fatto bene, falli entrare... avanti... (Via Giulietta.)
MARCHESE: Permetta, Commendatore, che io le presenti mio figlio Ernesto, il quale desidera assicurarla personalmente che sino ad ora non ha mai avuto l’onore di essere ricevuto, e per conseguenza non ha potuto parlarle.
ERNESTO: Tenevo a fare personalmente questa dichiarazione, che è la pura verità.
MINISTRO (stupito): Ma come questo è suo figlio?... (A Felice:) Veramente suo figlio?).
FELICE (dopo pausa): (Bisognerebbe domandare alla madre?).
MINISTRO: E allora io ieri con chi ho parlato che l’ho preso per il Signor Marchesino?
ERNESTO: Eccellenza, lei ha creduto di parlare con me, invece era il farmacista.
TORE: Che è giornalista.
ERNESTO: Ed è corrispondente del Fanfulla.
CARLINO: Ecco!
FELICE: Ecco!
CARLINO: Ecco!
MINISTRO: Allora, signor Marchese, le chiedo scusa dell’equivoco. (Gli dà la mano.)
MARCHESE: Che fortunatamente s’è spiegato subito.
MINISTRO: Io poi a quel tale veramente parlai, ora mi ricordo... di alleanze... conciliazioni... ed io l’ho preso... ed egli ha capito...
CARMELA: Va llà, che non sì proprio tipo pe fà lo Ministro!
MINISTRO: Hai proprio ragione, e te piglio in parola. (Va al tavolino e scrive.)
CARMELA: E mò che te vene ncapo?
MINISTRO (scrivendo): Lo saprai più tardi.
CARMELA: Non farne qualcuna delle tue!...
NANNINA (a Ernesto): (Papà certamente se piglia le dimissioni, pe nuje è na cosa bona, e pure pe isso).
MINISTRO (a Carlino): Cifri questo telegramma, e lo spedisca immediatamente.
CARLINO: Subito. (Via e poi torna.)
MINISTRO: Ah!... mi son levato un gran peso dallo stomaco!
MENECHELLA (a Felice): (Tu haje capito niente?).
FELICE: (Io no). (A Tore:) (E tu?)
TORE: (Oh, me ne guarderei bene!).
CARMELA: Ma pecché che haje fatto?
MINISTRO: Da questo momento non sono più Ministro, ho dato le mie dimissioni.
TUTTI: Che!!
MARCHESE: Allora, Commendatore... pensi un poco a questi poveri innammorati.
MINISTRO: Sì, sì, capitolazione completa, sposatevi e che Dio vi benedica... Marchese, ecco la mia mano; e poiché vedo riunita la parte più eletta della cittadinanza, prego di partecipare che come primo atto della mia indipendenza, ho accordata la mano di mia figlia al figlio del vostro Deputato!...