Eduardo Scarpetta
Miseria e nobiltà

ATTO TERZO

SCENA QUARTA   Eugenio, Gemma, Pascale, Concetta, Luigino, Pupella e detto, indi di nuovo Gaetano.

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SCENA QUARTA

 

Eugenio, Gemma, Pascale, Concetta, Luigino, Pupella e detto, indi di nuovo Gaetano.

 

GEMMA: Papà, ch’avite fatto?... Nce avite lasciate?

EUGENIO: Senza di voi, capirete, noi siamo della gente morta.

CONCETTA: E poi, mi pare che non sia un atto legale abbandonare i convitti a tavola e non fare più la comparsa.

PASQUALE: (Cuncé, statte zitta, nun parlà!). Volevamo fare un brindisi alla vostra salute, ma non vi abbiamo più visto.

GAETANO: Sono venuto un momento per vedere se il giardino era tutto illuminato, e se non vi dispiace, piglieremo il caffè.

PASQUALE: Nel giardino?... Bellissima idea!

LUIGINO (a braccetto di Pupella): Se i signori permettono, io vado con la contessina a vedere il giardino illuminato.

GAETANO: Non c’è bisogno, perché adesso andiamo tutti! (Mannaggia l’arma de mammeta!... Guè!... se la purtà dinto a lo ciardino!).

PASQUALE: A proposito, mio fratello, il principe, dov’è?

GAETANO: Io non lo , anzi credevo che stava con voi.

PASQUALE: Ma no, ha lasciato la tavola, e non s’è più visto.

GAETANO: (Quanno te vuò jucà che sta dinta a la cammera de Bettina?... vaco a bedé!...). Signori, accordatemi 3 minuti di permesso, vado a prendermi nu fazzoletto.

PASQUALE: Fate pure. (Gaetano va via dal primo uscio a sinistra, poi torna.)

EUGENIO: Gemma mia, quanto sono felice!

GEMMA: Povero papà, se crede tutte cose!

LUIGINO: Pupella mia, cuore di questo petto. (L’abbraccia.) Me vuò bene?

PUPELLA: Ma si, assaje, assai!

CONCETTA: E tu, Pasqualino, non mi dici niente?... Anima dell’anima...

PASQUALE: De mammeta e de pateto!... Statte zitta!

EUGENIO: Silenzio, ecco D. Gaetano!

GAETANO (entrando): Eccomi qua a voi! (Aggio truvato lo principe che steva vasanno a Peppeniello, e diceva: Figlio mio! Figlio mio!...) — (Neh!... Ma se sapé stu guaglione a chi cancaro è figlio?!). Dunque, signori, vogliamo andare?

PASQUALE: Andiamo pure.

GAETANO: Prego, contessa! (Offre il braccio a Concetta. Tutti si avviano verso il giardino.)

 


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