Eduardo Scarpetta
Nina Boné

ATTO SECONDO

SCENA DODICESIMA   Teodoro, Ciccillo e detti.

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SCENA DODICESIMA

 

Teodoro, Ciccillo e detti.

 

TEODORO (a Ciccillo): Famme lo piacere, va dinta a la cucina, pe nu bella decotto de tiglio.

NINA: No, no, il decotto l’indebolisce, conosco io una pozione che gli farà bene, ma bisogna che lo prepari io stessa. (A Ciccillo.) Datemi una macchinetta a spirito, dell’acqua, dello zucchero, un po’ di cognac e due limoni.

CICCILLO: Vi servo subito. (Via poi torna.)

TEODORO: Comme ve sentite?

FELICE: Lo stesso. Ma volarria riposà nu poco.

NINA: Allora mentre io preparo lo calmante, tu dinto.

FELICE: Chesto voglio . D. Teodò stateve bene... salutateme a D.ª Mariannina.

TEODORO: Grazie, ma v’accumpagno io, appoggiatevi.

FELICE: Ma pecché tanto incomodo.

TEODORO: Ma è nu piacere pe me! Appoggiatevi.

FELICE: (Puozze passà nu guajo!). (Viano a soggetto a prima destra.)

NINA (ride): A tené nu marito vicino comme a chisto non è na bella cosa veramente, ma intanto è stata na bella cumbinazione pe zio.

CICCILLO: Ecco qua la macchinetta, l’acqua e lo zucchero, adesso vi porto il cognac. (Via.)

NINA: Fate presto.

 


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