Eduardo Scarpetta
L'albergo del silenzio

ATTO SECONDO

SCENA TREDICESIMA   Commissario, quattro guardie di P. S., poi Felice e di nuovo le guardie, Antonio, le quattro nipoti e Carluccio.

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SCENA TREDICESIMA

 

Commissario, quattro guardie di P. S., poi Felice e di nuovo le guardie, Antonio, le quattro nipoti e Carluccio.

 

COMMISSARIO (salendo dalle scale, seguito da quattro guardie. Ad Andrea): Che nessuno esca da quest’albergo!

ANDREA: Va bene.

COMMISSARIO (a due delle guardie): Voi andate sopra. (Le due guardie escono salendo la scala): Chi c’è in questa camera?... (Quella di sinistra! il salottino.) Aprite!

ANDREA: Eccomi. (Apre la porta.)

COMMISSARIO (scorge Felice e Concetta; si rivolge alle altre due guardie in tono di comando): Arrestate quell’uomo e quella donna! (Le due guardie entrano nel salottino, prendono una Felice e l’altra Concetta e li conducono nel corridoio.)

FELICE (protestando): Ma perché ci arrestate? Che abbiamo fatto?

COMMISSARIO: Questo lo saprete dopo! (Alla guardia che tiene Felice.) Allontanate un momento quest’uomo! (La guardia scende con Felice.) Chi siete voi, signora?

CONCETTA: Io sono una donna onesta! Informatevi di me! Che cosa volete?

COMMISSARIO: Voglio sapere chi siete!

CONCETTA: Io... io... stavo qui... con... mio marito!

COMMISSARIO: Ah! Con vostro marito?

CONCETTA: Sicuro! (Mentendo.) Sono la moglie di quel giovane che avete fatto arrestare!

COMMISSARIO: Bravo! E potrei sapere il vostro nome?

CONCETTA: Il mio nome?... Io sono... (Decisa.)... la signora Sciosciammocca!

COMMISSARIO: Va bene. Un momento! (Ad Andrea.) Fate venire quell’uomo!

ANDREA (dalla scala): Avanti! Potete salire!... (Risale la guardia con Felice.)

FELICE (a parte): (Povera signora! Certo avarrà ditto lo nomme sujo: nun avrà avuto lo curaggio de se lo cagnà!...).

COMMISSARIO (a Felice): Ditemi una cosa: chi siete voi?

FELICE (a parte): (Unu mezzo ce sta per salvarla!...). (Deciso.) La signora è mia moglie!

CONCETTA (a parte): (Bravo D. Felice!).

COMMISSARIO: Vostra moglie?

FELICE: Sissignore!

COMMISSARIO: E come vi chiamate voi!

FELICE: Io?... Ma la signora ve l’avrà detto... Michele Galletti!

COMMISSARIO: Già... proprio così mi ha detto la signora! (Ironico.)

CONCETTA: (Soperduta!...).

FELICE: (L’ho salvata!...).

COMMISSARIO (autoritario, alle due guardie): Comducete questi due sull’Ispezione! (Le guardie riprendono i due.)

FELICE: E pecché, scusate?...

CONCETTA: Aspettate.. sentite... (Escono scendendo le due guardie che prima erano andate su: accompagnano Antonio e le quattro nipoti, tutti ancora svestiti come erano.)

ANTONIO (protestando vivacemente): Ma perché ci arrestate?... Io sono un galantuomo!...

FELICE (protestando a sua volta): Questo è un abuso!

CONCETTA (indignata): Io sono una Signora!...

LE QUATTRO (tremanti): Zizì... nuje ce mettimmo paura!...

ANDREA (ammonendo): Si ve state zitte è meglio pe vuje!

CARLUCCIO (che intanto è risalito da basso): Obbedite!

LE QUATTRO (piagnucolose): Zizì... zizì... (Queste ultime battute verranno dette con la massima confusione, mentre si protesta, si grida, si piange. Il commissario tiro per un braccio Felice che fa resistenza, mentre cala la tela.)

 

 

Fine dell’atto secondo

 

 


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