Eduardo Scarpetta
Li nipute de lu sinneco

ATTO TERZO

SCENA QUINTA

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SCENA QUINTA

 

CONCETTELLA (entra): Comandate.

CICCIO: Andate a chiamare mia nipote Silvietta, ditele che la voglio io.

CONCETTELLA: La vulite ccà?

CICCIO: Sì qua!

CONCETTELLA: La nipote vosta?

CICCIO: Sì, mia nipote... Pecché, che d’è?

CONCETTELLA: Signò, io v’aggia dicere na cosa, na cosa seria assaje!

CICCIO: Seria assaje! Di che si tratta?

CONCETTELLA: Si tratta appunto de la nipote vosta.

CICCIO: E ch’è stato? Ch’è successo?

CONCETTELLA (con precauzione): Na mezz’ora fa, io sotrasuta dinta a sta cammera pe combinazione e aggio trovata niantedimeno a essa che abbracciava e vasava a isso!

CICCIO: Isso chi?

CONCETTELLA: Non ve lo potite mai immaginà, Eccellenza! Lo segretario vuosto!

CICCIO: Possibile? Don Alfonsino? E hai visto proprio che abbracciava a Silvietta?

CONCETTELLA: Sissignore.

CICCIO: Sangue de Bacco, mi viene un sospetto... Fosse isso che... sicuro, isso ha scritto la lettera, perciò sta firmato A... cioè Alfonsino.. Oh, questo poi non me l’aspettavo... Bravissimo! (A Concettella:) Hai fatto buono che me l’haje ditto. a chiammà a Silvia.

CONCETTELLA: Subito. (Fa per andarsene.) Ah, signò, eccola ccà.

FELICE: Zizì, se n’è andata la Direttrice? Se n’è andata la Direttrice?

CICCIO: Sì, se n’è andata... Io però vi debbo parlare necessariamente. (A Concettella:) Andate a chiamare Don Alfonsino. (Concettella s’inchina, poi esce.)

FELICE: Zizì, che cos’è?

CICCIO: Che cos’è? (Chiude la porta.) E che voi mi avete ingannato! Voi non siete fuggita dall’Educandato perché vi trattavano male, non è vero che mangiavate fagioli, aringhe ,e rape... siete fuggita invece per coprirmi di disonore e di obrobrio! Non è vero che vi avevano messo con le spalle al muro: siete fuggita per darvi in braccio al vostro seduttore!

FELICE: Oh, no, zio, non è vero!

CICCIO: Ah, non è vero? Ebbene, ditemi che significa questa lettera?

FELICE (la prende e la scorre con gli occhi): Ma io non che cos’è questa lettera... Non chi l’ha scritta...

CICCIO: Ah, non lo sapete? E allora ve lo dico io: questa lettera ve l’ha scritta Don Alfonsino, il mio segretario!

FELICE: Don Alfonsino? (A parte.) Ma quello nun me lascià mpace, !

CICCIO: Sì, che una mezz’ora fa avete abbracciato e baciato, in questa stanza! Potete dire che non è vero neanche questo? (Felice abbassa la testa.) Vergogna, disonore della mia casa!

FELICE: Oh, zio mio!

CICCIO: Andate! (Lo spinge.)

 


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