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ANGIOLA (entrando): Eccomi a voi, signor sindaco. (Procopio e le quattro educande la seguono.)
CICCIO: Signora, io vi presento mia nipote Silvietta, erede universale di tutte le mie ricchezze. Essa è pentita di quello che ha fatto ed è pronta a ritornare con voi.
ANGIOLA: Oh, bravissima! (Si accosta a Felice.) Adesso, bambina mia ti voglio più bene di prima. Il pentimento è una gran bella cosa. (Alle educande:) Ragazze, state allegre: la vostra compagna affezionata ritorna fra di voi.
LEOPOLDINA (avvicinandosi a Felice): Brava, brava Silvietta! Ci hai fatto un gran piacere.
ADELINA: Senza di te si era perduto il brio!
VIRGINIA: Non si scherzava più.
GIUSEPPINA: Ti giuro che ho pianto! Io ti volevo bene come una sorella, ma ora che ritorni sento che ti amerò ancora di più!
FELICE (a parte): O cheste so’ pazze o io me so’ mbriacato!
ACHILLE (entrando): Sorella, sorella mia! (Abbraccia Angiola.)
FELICE (a parte): Ch’aggia fà, sorella! (Alla Direttrice:) Come, questa vi è sorella?
FELICE (a parte): Ho capito tutte cose.
PROCOPIO: Basta, la carrozza sta abbascio, vogliamo andare?
CICCIO: Ma si capisce, deve venire con voi.
ANGIOLA: Stasera deve dormire al collegio. Vieni Silvietta, vieni.
FELICE: Eccomi, vengo... Addio, caro zio. (Sorpresa generale.)
CICCIO: Addio nipote mia... chi sa se ci vedremo piu...
FELICE: Eh, chi lo sà... (Si avvia abbracciando le educande.)
ANGIOLA (a Ciccio piano): Neh, e che facciamo? Quello viene! Io tengo tante ragazze...
CICCIO: Sangue de Bacco, ma è tremendo! (A Felice:) Neh, assassì, vieni qua, dove vuoi andare?
FELICE: Con le compagne a dormire in collegio.
CICCIO (prendendolo per l’orecchio): Ti voglio fare andare a dormire all’ospedale a te! (Lo porta avanti.) Mbruglione che sì! Io saccio tutte cose, mi hanno detto tutto!
FELICE: E all’ultimo volevate mbruglià a me?
TUTTI (ridono): Ah, ah, ah!
ANGIOLA: Ma vostra nipote perché sta vestita da uomo?
CICCIO: Per venire da me, sapendo che io non l’avrei perdonata, dopo di essere fuggita.
ANGIOLA: Ma adesso ritorna al collegio, però?
CICCIO: No, perché sposa questo giovine. (Indica Achille.)
FELICE (alla Direttrice): Se sposa a vostra sorella...
TUTTI: Ah, ah, ah! (Ridono. Intanto entra Concetta, seguita da Pasquale e Nannina.)
CONCETTELLA: Trasite! Qua sta il Sindaco!
PASQUALE: Servo vostro, Eccellenza.
SILVIA (piano allo zio): Zizì, chella è la figliola che Felice ha baciato stanotte...
CICCIO (piano): Ah, la commarella de lo tavernaro.
CICCIO: Sò tutto. Mio nipote Felice sposerà tua sorella.
FELICE: Zizì, diteme na cosa... Voi la donazione veramente l’avete cambiata?
CICCIO: Nonsignore, sta tale e quale come stava: metà per uno!
FELICE: Ah, mò va buono! Noi siamo fratello e sorella e qualunche cosa dobbiamo fare sempre metà a me e metà a lei.
SILVIA: Qualunque cosa?
FELICE: Qualunque cosa...
SILVIA: Pure se si tratta di un applauso?
CICCIO: No, l’applauso dobbiamo fare un poco per uno.