Eduardo Scarpetta
Li nipute de lu sinneco

ATTO TERZO

SCENA ULTIMA

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SCENA ULTIMA

 

ANGIOLA (entrando): Eccomi a voi, signor sindaco. (Procopio e le quattro educande la seguono.)

CICCIO: Signora, io vi presento mia nipote Silvietta, erede universale di tutte le mie ricchezze. Essa è pentita di quello che ha fatto ed è pronta a ritornare con voi.

ANGIOLA: Oh, bravissima! (Si accosta a Felice.) Adesso, bambina mia ti voglio più bene di prima. Il pentimento è una gran bella cosa. (Alle educande:) Ragazze, state allegre: la vostra compagna affezionata ritorna fra di voi.

LEOPOLDINA (avvicinandosi a Felice): Brava, brava Silvietta! Ci hai fatto un gran piacere.

ADELINA: Senza di te si era perduto il brio!

VIRGINIA: Non si scherzava più.

GIUSEPPINA: Ti giuro che ho pianto! Io ti volevo bene come una sorella, ma ora che ritorni sento che ti amerò ancora di più!

FELICE (a parte): O cheste sopazze o io me sombriacato!

ACHILLE (entrando): Sorella, sorella mia! (Abbraccia Angiola.)

ANGIOLA: Cara sorella!

FELICE (a parte): Ch’aggia , sorella! (Alla Direttrice:) Come, questa vi è sorella?

ANGIOLA: Sicuro!

FELICE (a parte): Ho capito tutte cose.

PROCOPIO: Basta, la carrozza sta abbascio, vogliamo andare?

CICCIO: Ma si capisce, deve venire con voi.

ANGIOLA: Stasera deve dormire al collegio. Vieni Silvietta, vieni.

FELICE: Eccomi, vengo... Addio, caro zio. (Sorpresa generale.)

CICCIO: Addio nipote mia... chi sa se ci vedremo piu...

FELICE: Eh, chi lo ... (Si avvia abbracciando le educande.)

ANGIOLA (a Ciccio piano): Neh, e che facciamo? Quello viene! Io tengo tante ragazze...

CICCIO: Sangue de Bacco, ma è tremendo! (A Felice:) Neh, assassì, vieni qua, dove vuoi andare?

FELICE: Con le compagne a dormire in collegio.

CICCIO (prendendolo per l’orecchio): Ti voglio fare andare a dormire all’ospedale a te! (Lo porta avanti.) Mbruglione che sì! Io saccio tutte cose, mi hanno detto tutto!

FELICE: E all’ultimo volevate mbruglià a me?

TUTTI (ridono): Ah, ah, ah!

ANGIOLA: Ma vostra nipote perché sta vestita da uomo?

CICCIO: Per venire da me, sapendo che io non l’avrei perdonata, dopo di essere fuggita.

ANGIOLA: Ma adesso ritorna al collegio, però?

CICCIO: No, perché sposa questo giovine. (Indica Achille.)

SILVIA: Oh, che piacere!

FELICE (alla Direttrice): Se sposa a vostra sorella...

TUTTI: Ah, ah, ah! (Ridono. Intanto entra Concetta, seguita da Pasquale e Nannina.)

CONCETTELLA: Trasite! Qua sta il Sindaco!

PASQUALE: Servo vostro, Eccellenza.

SILVIA (piano allo zio): Zizì, chella è la figliola che Felice ha baciato stanotte...

CICCIO (piano): Ah, la commarella de lo tavernaro.

NANNINA: Bacio la mano.

PASQUALE: Signò...

CICCIO: tutto. Mio nipote Felice sposerà tua sorella.

PASQUALE: Grazie, Eccellenza!

FELICE: Zizì, diteme na cosa... Voi la donazione veramente l’avete cambiata?

CICCIO: Nonsignore, sta tale e quale come stava: metà per uno!

FELICE: Ah, va buono! Noi siamo fratello e sorella e qualunche cosa dobbiamo fare sempre metà a me e metà a lei.

SILVIA: Qualunque cosa?

FELICE: Qualunque cosa...

SILVIA: Pure se si tratta di un applauso?

CICCIO: No, l’applauso dobbiamo fare un poco per uno.

 

(Cala la tela.)

 

Fine dell’atto terzo.

 

FINE DELLA COMMEDIA

 


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