Eduardo Scarpetta
Nun la trovo a mmaretà

ATTO PRIMO

SCENA DECIMA   D. Ciccio, Luigi e detto.

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA DECIMA

 

D. Ciccio, Luigi e detto.

 

CICCIO: Io l’aveva capito, ma addo sta sta ballarina?

FELICE: Oh, caro D. Ciccio! Che facite ccà?

CICCIO: Carissimo D. Felice. Sono venuto per trovare questo mio signor nipote, il quale s’era miso a l’ammore co na ballerina, e si stava rovinando, capite... ma addò sta, addò sta?

FELICE: (Addò ha da stà, proprio l’aggio fatta partì pe Napole).

CICCIO: (Veramente).

FELICE: (Tutta opera mia). D. Luigino, la vostra ballerina ha lasciato questo biglietto per voi. (Glielo .)

LUIGI (legge): «Luigi, io vado a Napoli come ti ho detto; divertiti, e a me non ci pensare più. Cristina». Benissimo! E io chesto jeva truvanno. Zi , voi mi scuserete la mancanza di quella sera, non fu colpa mia, oggi voglio riparare al mal fatto, in questo momento parto con voi e vengo a sposare Elvira mia cugina.

FELICE: Che!!

CICCIO: Veramente?

LUIGI: Sul mio onore.

FELICE: Aspettate.

CICCIO: D. Felì, come mi debbo disobbligare di questa bella azione che mi avete fatta? Voi siete Notaio, e voi dovete stipulare il contratto di matrimonio tra mia figlia Elvira e Luigi mio nipote, vi aspettiamo domani a casa. (Si mette sotto il braccio di Luigi e viano pel fondo.)

FELICE (cada su d’una sedia): Aggio perzo cincuciente e diece lire.

 

(Cala la tela.)

 

Fine dell’atto primo

 

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License