Eduardo Scarpetta
'No pasticcio

ATTO SECONDO

SCENA QUINTA   Pasquale e Attanasio.

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SCENA QUINTA

 

Pasquale e Attanasio.

 

PASQUALE: Favorite, favorite, signore.

ATTANASIO: Grazie tanto.

PASQUALE: Accomodatevi.

ATTANASIO: Grazie, io sto sempre all’impiedi.

PASQUALE: Ma scusate, voi chi siete?

ATTANASIO: Questo non ve lo voglio dire ancora. Sono un povero disgraziato, sono un uomo colpito da una passione, ho perduto pace, riposo, appetito, tutto!

PASQUALE: Forse una donna?

ATTANASIO: Una donna, un angelo, un bisciù, la quale, dopo 8 mesi d’amore, di promesse, di giuramenti, stammatina ho scoverto, che mi tradisce, infame, birbante, briccona! (Lazzi col bastone.)

PASQUALE: Chi io?

ATTANASIO: No, lei.

PASQUALE: Ma questa tale chi è?

ATTANASIO: Si chiama Faustina Cochelicò, una delle 8 ballerine di 1a linea di S. Carlo.

PASQUALE: Ah, è ballerina?

ATTANASIO: Si ballerina, ballerina, ho sciupata tutta la mia fortuna per lei.

PASQUALE: Ma voi lo sapete di certo che vi ha tradito? Avisseve pigliato nu sbaglio?

ATTANASIO: Sbaglio! sbaglio! Vulesse lo Cielo, ma non è sbaglio. Con 10 franchi che ho dato alla serva, mi ha detto che la signorina stasera va ad una festa da ballo con un giovanotto, figuratevi, appena aggio saputo chesto, ho comprato 2 revolver.

PASQUALE: A 2, a 2!

ATTANASIO: Eccoli qua. (Li caccia e mostra a Pasquale.)

PASQUALE: Sobelli, l’avita caricà.

ATTANASIO: So’ già caricati.

PASQUALE: E me l’haje mpustate nfaccia. (Li scosta.)

ATTANASIO: Stasera me metto sotto a lo palazzo, appena li veco scennere, , sparo.

PASQUALE: Statevi attento, pecché si nun li cuglite, chillo , e ve spare isso a buje.

ATTANASIO: E io a questo ci ho penzato, per ciò sono venuto da voi, per fare testamento.

PASQUALE: (Chisto è proprio nu pazzo!). Ma nonsignore, riflettete bene le cose.

ATTANASIO: Non nc’è che riflettere, ho deciso, o l’uccido, o soacciso.

PASQUALE: Fate come vi piace.

ATTANASIO: Ma stasera me secca de murì a verità, justo stasera ha avuta nascere sta combinazione, poteva essere dimane.

PASQUALE: Perché?

ATTANASIO: Perché stasera io soaspettato in casa di D. Nunziata Caramella.

PASQUALE: D. Nunziata Caramella! La signora che abita al largo della Carità?

ATTANASIO: Perfettamente, e come la sapete?

PASQUALE: La perché Gaetano, il mio parrucchiere, ch’è parrucchiere anche suo, me la propose come cliente, ed essa mi parlò d’un contratto matrimoniale, da stipularsi tra sua nipote Cecilia, e un certo D. Attanasio Pirosicco.

ATTANASIO: E Pirosicco son’io.

PASQUALE: Siete voi? (Lo cognome le sta adattato.)

ATTANASIO: Sì, io antico amico di D. Nunziata; sua nipote Cecilia, stava a Roma, in casa di un suo parente, ieri mattina è venuta in Napoli, e sua zia m’ha invitato pe sta sera, onde farmela conoscere.

PASQUALE: Ah! Voi non la conoscete?

ATTANASIO: No, nun l’aggio vista mai. Né la sposerò. Riguardo altestamento ci metteremo d’accordo. Io me ne vado, si non mi vedete più, è segno che sostato acciso, e dite è morto quel povero giovinotto. (Via.)

PASQUALE: Povero giovinotto de primo pelo. Io n’aggio viste pazze, ma comme a chisto nce ne stanno. (Via a sinistra.)

 


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