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ALESSIO: Bellissima! Magnifica! E chi avete detto che rappresenta?
CICCILLO: Servio Tullio. Re di Roma.
ALESSIO: Bravissimo! Ma come, non è marmo?
CICCILLO: No, signore, è una composizione metallica, diversamente non si poteva far cambiare la posizione.
ALESSIO: Mossiù, scusate, fatele fare qualche movimento?
CICCILLO: Subito signore. (Si avvicina al piedistallo e prende il manubrio.) Con due sole girate, cala il braccio sinistro, alza il braccio destro e guarda a sinistra. (Esegue. Felice fa il movimento mentre Ciccillo gira il manubrio.)
ALESSIO: Ma bravissimo! Veramente bello!
CICCILLO: Tre girate, alza il braccio sinistro, e mostra il nemico, cala il braccio destro e guarda in alto. (Esegue c.s.)
CICCILLO: Volete ancora osservare qualche altro movimento?
ALESSIO: Sì Mossiù, mi fate piacere.
CICCILLO: Quattro girate. Dopo la battaglia. Cala il braccio sinistro, lo unisce col destro, bassa la testa, e gira un poco a destra. (Esegue c.s.)
ALESSIO: Che bellezza! Che lavoro magnifico!
CICCILLO: A secondo poi delle girate, cambia sempre posizione.
ALESSIO: Ho capito, ho capito. Va bene! (Chisto è n’affare d’oro.) Dunque Mossiù, francamente, la statua mi piace, ditemi adesso il prezzo?
ALESSIO: Tremila franchi! Caspita, è un poco cara.
CICCILLO: Ma che cara e cara, tre mila franchi.
ALESSIO: Aspettate, non ve pigliate collera mossiù... allora, cinque minuti di permesso, vado a pigliare un foglio di carta bollata... torno subito. (Via a sinistra seconda porta.)
CICCILLO: Felice. Scinne da lloco.
FELICE (scende dal piedistallo): Chiammate la guagliona, facite ampressa.
CICCILLO (alla prima porta a sinistra): Signorì, signorì.