Eduardo Scarpetta
Pazzie di carnevale

ATTO TERZO

SCENA SECONDA   Rocco, Ernesto, Ciccillo e detti.

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SCENA SECONDA

 

Rocco, Ernesto, Ciccillo e detti.

 

VIRGINIA: D. Camì, è D. Rocco l’avvocato nzieme co duje forestieri, vanno truvanno a D. Alessio.

CAMILLO: E l’haje ditto che non nce sta?

VIRGINIA: Nce l’aggio ditto, e m’hanno risposto che lo vonno aspettà.

CAMILLO: Allora falle trasì.

VIRGINIA (alla porta): Favorite signori, favorite.

ROCCO: Grazie. (Appresso a lui entrano Ernesto e Ciccillo entrambi vestiti con stjffellius nero, barbe, lenti verde e coppola rossa all’Egiziana.) Carissimo D. Camillo.

CAMILLO (alzandosi): Avvocato rispettabile. (Virginia via a destra.)

ROCCO: Come va che D. Alessio non si è ancora ritirato?

CAMILLO: Non so, forse sarà andato per qualche altro affare... Avvocà, chi sochilli duje?

ROCCO: Sono due forestieri, due Egiziani, che vengono a proporre un buono affare per vostro fratello.

CAMILLO: Me dispiace che non l’hanno trovato, ma quello poco può tardare, se i Signori vogliono sedere...

CICCILLO: Oh, no, grazie.

ERNESTO: Noi stiamo sempre all’impiedi.

CAMILLO: Fate come vi piace. Permettetemi intanto che mi faccio un lavoretto per la prossima apertura della scuola.

ERNESTO: Fate pure.

CAMILLO: Anzi ho l’onore di offrirvi dei programmi che ho fatto stampare. Chi sa, alle volte, qualche conoscenza...

CICCILLO (prendendo il manifesto): Ah! Sicuro. (Lo gitta via dietro di sé.)

ERNESTO: Ne terremo conto. (Fa lo stesso.)

CAMILLO: Con permesso dunque? (Va al tavolino e scrive:) Mercoldì...

ROCCO: (Signori miei, ve ne prego, non me mettite a me mmieze a sti cose, faciteme stu piacere?).

CICCILLO: accomminciammo n’auta vota, avete ditte ca sì, e basta ).

ERNESTO: (Voi siete un uomo, o siete un imbecille, una volta che avete acconsentito, non bisogna parlarne più).

ROCCO: (Ma pecché ve volite servì de me?).

ERNESTO: (Perché sarà più facile che D. Alessio se lo crede).

CICCILLO: (Pe la fiducia che tene co buje, capite?).

ROCCO: (Ma vuje me facite perdere no cliente?).

CICCILLO: (Si ne perdite uno, ne trovate n’auto meglio, e po cheste sochiacchiere inutili, vuje o facite chello che avimmo combinato e v’abbuscate cincociente lire, o si no v’aspettammo abbascio, e ve facirnmo na paliata!).

ROCCO: (Va bene, non ne parlammo cchiù, faccio chello che dicite vuje... ma badiamo, vuje m’avite ditto che si di matrimonio?).

ERNESTO: (In piena regola, non ci penzate).

ROCCO (Va bene).

CICCILLO: (Ricordateve tutto chello che avite da dicere).

ROCCO: (Pe chesto ccà non nce penzate, lassate fa a me). (Campanello di d.)

CICCILLO: (Zitto! Chisto ha da essere isso! mettimece ccà). (Si ritirano in fondo.)

CAMILLO: Questo è certamente mio fratello.

ROCCO: (Cielo mio, mannammella bona!).

 


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