Eduardo Scarpetta
Persicone mio figlio

ATTO SECONDO

SCENA SECONDA   Persicone, e detto, poi Giulia.

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SCENA SECONDA

 

Persicone, e detto, poi Giulia.

 

PERSICONE: (Che bel pensiere! Così facciam più presto... potremo noi sposare...) Nicola...

NICOLA: Che volete?..

PERSICONE: Va Giulia tu a chiamare... che la bramo adesso, e che venisse qua...

NICOLA: Va bene...

PERSICONE: Corri, vola!..

NICOLA: è nel giardino?..

PERSICONE: Già. (Nicolino via.)

PERSICONE: Sì, bel pensier davvero, entrambi fuggiremo, Lontani, in un deserto, colà noi sposeremo. far come il romanzo che ho letto di Dumas, Ei dice che la fuga è gran felicità!.. Si vive più contento poi con l’oggetto amato E tanto più che a lei io credo già sia entrato. Così, fuggendo, subito potremo noi sposare. (Uscendo con Nicola.)

GIULIA: Fratello, cosa vuoi? A che mi fai chiamare?

PERSICONE: Vien qua, sorella mia; se adesso t’ho chiamata E stato solo, o cara, per dirti una pensata. (Facciam che Nicola, non senta quel che dico, Potrà, capisci, dirlo, al suo padrone Errico.) (Vanno in disparte, e Nicola tenta di ascoltare.)

GIULIA: Dunque?..

PERSICONE: Pensai, sorella, che per sposar più presto, Non c’è che un mezzo solo, cara sorella, è questo. Senza che sappia niente il caro mio papà... Io fuggirò con Chiara lontano assai di qua... E quando in un deserto entrambi arriveremo, Soli, contenti, o cara, allora sposeremo!..

GIULIA: E dimmi un poco adesso, a Chiara gliel’hai detto?

PERSICONE: No, tutto voglio dirle scrivendole un biglietto. Un biglietto, capisci, ripien di molto sale, Sale d’amor, s’intende...

GIULIA: (Vedete che animale! Il sale nell’amore!). Or che vuoi da me?

PERSICONE: Per fare questa lettera bisogno c’è dite. Tu sai che il mio carattere è un poco masticato, Perché calligrafia molto non ho studiato. Siccome la tua penna è penna sopraffina, Scrivimi tu il biglietto, mia cara, per Chiarina.

GIULIA: (Oh! bella! Quale idea! A Errico scriverò...).

PERSICONE: Mi fai questo favore?

GIULIA: Gnorsì, te lo farò.

PERSICONE: Or ben mettiamci all’opra, ti detterò...

GIULIA: Va bene... (Io voglio corbellarti davver come conviene.) (Si pone a scrivere.)

PERSICONE (dettando): Oh! Chiara mia carissima...

GIULIA (scrivendo, ripete piano): (Errico del mio core...).

PERSICONE: Per te nel petto m’arde la fiamma dell’amore!.. (Alla sorella:) Va bene?..

GIULIA: Certamente... (Lo scriverò per me!) ( scritto, ripete l’ultima parola.) Amore...

PERSICONE: Tu non sai che soffro io sol per te!..

GIULIA: Per te...

PERSICONE: Sicuramente. Hai scritto?..

GIULIA: Signor sì...

PERSICONE Il cuore in sen mi batte, e dice a me così: Tu bella sei qual fiore del verdeggiante aprile, Modesta, vaga, angelica, e sei per me gentile...

GIULIA: (Meglio è venire al quatenus; lasciam sta filastrocca, Mi sembra necessario parlargli dove tocca... (Scrive:) Pensai, mio caro Errico, per corbellar papà, Di fingere una fuga...).

PERSICONE: Scrivesti?

GIULIA: Eccomi qua... (Finge di scrivere, poi:) Appresso...

PERSICONE: Come un asino io sono innamorato, E se non sposo subito, sarò precipitato!..

GIULIA (scrive): (Per pochi istanti, o caro, noi ci nasconderemo, Tornando poi dal padre, siam sposi, gli diremo.)

PERSICONE: Scrivi, sorella: l’estro m’ha quasi tutto invaso, Scrivi che pien d’amore ne tengo fino il naso!

GIULIA: (E che altro gli ho da scrivere?).

PERSICONE: Ed oltre al naso mio, La bocca, gli occhi, i piedi son pieni del desio Di farla mia consorte... e questa non è ciancia.

GIULIA: (Peccato che d’amore piena non ha la pancia!).

PERSICONE: Scrivesti?..

GIULIA: Ho già finito.

PERSICONE: Ma non ho ancora detto L’affare della fuga.

GIULIA: Adesso ce lo metto.

PERSICONE: Ah? ce lo metti? Bene... , ce l’hai posto?

GIULIA: Appresso.

PERSICONE: Finiscimi la lettera adesso che l’hai messo.

GIULIA: è tutto fatto. (Suggella la lettera.) Mandala pel nostro Nicola, Dirai che non potendo parlare da vicino, Quel foglio le scrivesti. Adesso io me ne ... (Nel partire dice piano a Nicola:) Ad Errico quel foglio...

NICOLA (p.a. Giulietta): Va ben, lo porterò...

GIULIA (c.s.): Si tratta d’una fuga...

NICOLA (c.s.): Per bacco! Fuggirete?..

GIULIA (c.s.): Nessun ne sappia niente... capisci?..

NICOLA (c.s.): Non temete...

GIULIA (a Persicone): Fratello, abbi giudizio, l’affare è incamminato. (Via.)

PERSICONE: Chiarina condiscende se in core amor l’è entrato. Oh! somma gioia! Il core mi palpita, mi bolle, Io salto come un pupo, di quei ch’hanno le molle! M’arde la gola, ho sete (Beve il rhum.) Oh! mia felicità, Son quasi diventato un grosso baccalà... (Beve rhum.) Nicola mio carissimo, prendi questo biglietto; A te lo raccomando, Nicola mio diletto! (Beve.) Dàllo alla donna mia, e ch’io glielo mando... Ne morirà di giubilo... Cola, ti raccomando (c.s.) Ah! che la troppa gioia mi fa girar la testa... (Barcolla.) Oh! Dio! Che questa camera mi par sia tutta in festa. (Beve.) Oh! come gira intorno a me tutta la stanza... Veh! veh! ballano i mobili fra lor la contradanza! Oh come son contento... Oh! mia felicità... Fuggiam... mia cara... vieni.., la ra la ra la ! (Via.)

NICOLA: Se non mi sbaglio è briaco! Vedete un po’ che bestia! L’amore l’ubbriaca, parlando con modestia! Pur troppo mi convinco che amore è cosa tale Che può sentirla in core qualunque sia animale! Poiché, se il sente in petto financo Persicone, Deve sentirlo pure un asino o un montone. Però, l’affare è serio, si tratta di scappare... è questo non pensiero da stupido mi pare... Per me nulla mi preme: l’affare interessante E che nella saccoccia mi venga del contante. E quando s’ha denaro, che cosa importa il resto? Per guadagnarne molto ogni mestiere è onesto. Diran che son mezzano... mezzano, sissignore... Altri vive con l’arte, io vivo con l’amore E certo che un pericolo si corre in quest’affare, Ma allora io sarò bravo mettendomi a scappare. Si porti questa lettera... Che veggo, Marietta: Si nasconda quel foglio, se no, questa trombetta La casa riempiranne, e il bello finirà, E ch’io son un... eccetera ognun conoscerà.

 


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