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Marietta e detto, poi Carlo (in osservazione).
MARIETTA: Carissimo, che c’è?..
NICOLA: Da me saperlo vuoi? Io lo domando a te.
MARIETTA: Da me! Se nel giardino sono finor restata, E grossa una candela là basso ho smoccolata...
NICOLA: (Bravissimo! Ci ho gusto, ella la smoccolò... Portando questa lettera, un’altra accenderò...).
MARIETTA: Ma tu qui che facesti?..
NICOLA: Lo stesso tuo mestiere! Tu la candela avesti, io m’ebbi il candeliere, Hanno qui sopra ordito un tale pasticcetto, Che darà quanto prima un colossale effetto.
MARIETTA: Per bacco! Che mi dici! L’effetto qual sarà?..
NICOLA: Tal che saranne piena pur troppo la città!.. Figurati... indovina...
NICOLA: Indovinar non puoi? Adesso tel dirò...
CARLO (uscendo): (Che dicono quei due? Voglio ascoltar...).
MARIETTA: Di presto...
NICOLA: Il nostro padroncino or non sarà più mesto... Devi saper...
MARIETTA: Certamente, Non son di quelle donne che dicono alla gente I fatti altrui. Su, parla...
NICOLA: Dunque, i due cari amanti, Per farla proprio in barba davvero a tutti quanti... Han pensato fuggirsene, e forse fra brev’ora Saranno molto lungi...
CARLO: (Che sento mai! Gli amanti di qui sen fuggiranno!).
MARIETTA: Ma dimmi un po’, Nicola, poi qui ritorneranno?
NICOLA: Io non lo so... ma credo...
CARLO: (M’affoga già la bile, E se l’afferro, caspita, io strozzerò quel vile!).
NICOLA: Fingi d’ignorar tutto, l’affare è delicato... M’hanno per convenienza il tutto confidato. Se mai ti domandassero, rispondi: nulla io so Poiché, quando fia tempo il tutto svelerò...
MARIETTA: Sta certo che io non parlo, nessuno saprà niente.
CARLO: (Se a me non dici tutto t’ammazzo veramente!).
NICOLA: Basta, Marietta., addio, attenta a quel che ho detto. Sii cauta...
MARIETTA: Non temere... (Carlo si ritira per poco.)
NICOLA: (Andiam per il biglietto.) (Via.)
CARLO: (A lei voglio parlare... Meglio sarà tacere... Con altro mezzo il tutto io giungerò a sapere).
MARIETTA: In verità, la fuga mi pare un po’ arrischiata, Né so come a fuggire colei si sia piegata!.. Basta, vedrem che n’esce... il fatto sarà bello. Oh! povero Marchese! (Via.)
CARLO (avvanzandosi): Ah! ch’io divento Otello! La moglie mia fuggire con quel ragazzo inetto... Ah! che gelose furie si destan nel mio petto! Vorrei che a me dinnanzi vi fosse tutto il mondo, Per far provare a tutti il mio furor profondo!.. Ma se con quell’insipido sfogare non potrò, Al padre suo, per bacco, il tutto scoprirò... E voglio dirgli: Vile! Dirà: Son un Marchese Marchese sì, ma vile! Vi mando a quel paese. Ma qui mi perdo in chiacchiere; coloro fuggiranno, E quando son fuggiti chi sa cosa faranno! Ma come mai mia moglie a questo acconsentì, Come potè a quell’asino rispondere di sì?.. Non ne capisco un corno! Il capo s’è imbrogliato, Carlin, mettiti in pace ché t’hanno incoronato!..