Eduardo Scarpetta
La pupa movibile

ATTO PRIMO

SCENA QUINTA   Benedetto e detti.

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA QUINTA

 

Benedetto e detti.

 

BENEDETTO: Maestro, pace, sanità e provvidenza.

FELICE: Per cento anni, Rettore.

BENEDETTO: Sono abbattutissimo, fratello, in uno stato di accasciamento unico. I pensieri, le responsabilità che tengo, sono molte, e vedo che mi fanno male seriamente alla salute.

FELICE: (E nce pare!).

BENEDETTO: Accomodatevi, prego.

FELICE: Grazie. (Seggono.)

BENEDETTO: Tutto è appoggiato su di me, tutto, tutto!... Vi assicuro che non ne posso più, è la mia presenza, è il Cielo, è la divina provvidenza che mi mantengono ancora sulle gambe.

FELICE: Ma, caro Rettore, quello che vi posso dire... pensate nu poco alla salute, io vi trovo molto sciupato, pensate a voi. (Chillo tene chella grancascia, che coraggio!).

BENEDETTO: Vorrei, vorrei pensare a me, ma non posso. Figuratevi, caro fratello, che per le troppe occupazioni io non mangio più; pochissimo cibo e mi fa male, appunto perché non è regolato.

FELICE: Voi avreste bisogno di pollo, brodo di pollo, perché il vostro stomaco è delicato. (È na cascetta de pulezza stivale, lo stommaco de chisto!).

BENEDETTO: Eh, lo so, ma come si fa... e questo ci mancherebbe, consumare dei polli, e po per me... ne faccio a meno.

FELICE: Ah, voi non ne mangiate, polli?

BENEDETTO: Ma no...

FELICE: (Io credo che se li mangia cu tutte le penne; ccà manco le penne trovano dinto a lo Seminario).

BENEDETTO: Io, caro fratello, ho trovato una confusione in questo ritiro... l’antico Rettore, vecchio e stordito, non si occupava di nulla, non teneva nulla a posto, un’amministrazione sbagliata, un andamento falso...

FELICE: Eppure, fratello, con tutto questo, prima i giovinotti erano molti di più!

BENEDETTO: Eh, lo , lo ... e ve ne dirò la ragione. Con l’antica Direzione, i giovanotti non facevano nulla, e scrivevano ai genitori che si trovavano bene, che studiavano molto, che infine, erano contenti. Adesso che la cosa è cambiata, che tutto va in regola, e vedono che si fa seriamente, hanno detto il contrario alle famiglie, e queste hanno creduto di ritirarseli. Ecco tutto.

FELICE: Già, hanno detto delle bugie e le famiglie l’hanno creduto.

BENEDETTO: Taluni maldicenti hanno visto male, mi hanno accusato di avere speso qualche cosa per alcune riparazioni e abbellimenti che ho fare al Seminario. Ma erano cose che ci volevano, fratello mio, poi i conti stanno , ci è poco da dire.

FELICE: Ma voi siete uomo di mostrare i conti, un uomo come voi! (Chillo s’ha magnato tutte cose!).

BENEDETTO: Come si faceva a tenere quella scala indecente e mal costruita? Le colonne della facciata erano vecchie, il cornicione mezzo caduto, che figura si faceva col forestiere che veniva a vedere?

FELICE: Già, qua non vengono sempre forestieri, almeno le facite truvà nu bello cornicione. (Chillo la pizza s’ha magnata isso!). E poi, avete anche aumentato il numero dei polli, avete abbellita la cucina.

BENEDETTO: Ah! L’avete vista, che ve ne pare?

FELICE: Bellissima.

BENEDETTO: Tutte le comodità che mancavano, e poi cannoli d’acqua fredda e calda. Forno, ho tolto gli antichi fornelli, e ci ho fatto mettere la macchina... che gran comodità! Io, che volete, fratello, amo il progresso, per il progresso sarei capace di qualunque cosa. Io ricevo il Pungolo parlamentare ogni mattina da Napoli, e ogni giorno leggo delle novità. Per esempio, c’è quell’artista meccanico, Pietro Fanelli, che non ha più che cosa inventare in genere di meccanismo.

FELICE: Ah, sicuro, Fanelli... l’ho inteso nominare, se ne parlava nel tram l’altro giorno.

BENEDETTO: La settimana scorsa terminò finalmente quel cane automatico tanto aspettato.

FELICE: Ah, l’ha terminato?

BENEDETTO: Sicuro! Fece un chiasso. Figuratevi, un cane da presa, così... naturalissimo, che toccando un bottone che tiene nel mezzo del cannale, si mette a baiare e muove la testa.

FELICE: Possibile?

BENEDETTO: Possibilissimo, capirete che è una cosa utilissima per le fattorie, i casini di campagna, le grandi tenute, perché vi serve senza spesa di mangiare.

FELICE: Già, essendo un cane automatico, non mangia. (Chillo ha da magnà sul’isso!... manco i cani hanna magnà.) Ma scusate, Rettore, questo cane può correre all’occasione, per inseguire almeno per una ventina di passi qualche ladro?

BENEDETTO: No, questo no, sta sempre ad un posto, ma grida, e gridando, sente il padrone.

FELICE: Ah, sicuro, chillo fa , , , e il padrone corre.

BENEDETTO: E poi adesso, Fanelli, sta studiando il modo come farlo pure camminare.

FELICE: Pure camminare? Vedete questo Rettore che s’incarica pure dei cani, voi lo fate venire nel Seminario?

BENEDETTO Sicuro.

FELICE: E se capisce... (Chillo non magna!).

BENEDETTO (caccia un giornale): Sentite il Pungolo che dice. (Legge:) «Siamo in grado di poter dare una buona notizia al pubblico. Il meccanico Fanelli, ci fa sapere che il suo cane Polok, fra un anno camminerà. Intanto domani pubblicherò la ultima e la più grande novità meccanica del medesimo Fanelli, finita stamane; non sappiamo di che si tratta, ma ci si assicura essere una cosa sorprendente, e se non si trova chi la compra, l’autore la terrà esposta un mese, e poi la manderà all’esposizione di Parigi». Non potete credere con che ansia sto aspettando il giornale per vedere che cos’è.

FELICE: Non hanno più che inventare, siamo arrivati all’apice.

BENEDETTO: Grandi uomini, grandi uomini stanno a quel paese, vedremo che cos’è questa invenzione sorprendente!... Fratello posso offrirvi una tazza di caffè?

FELICE: Con piacere, grazie.

BENEDETTO: Venite, Io, poi, francamente, tutto me faccio mancà, ma il caffè no; il caffè me lo piglio, e buono.

FELICE: (Tu te piglie tutte cose buono, siente a me). (Viano prima porta a destra.)

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License