IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
FELICE: Sentite, fratello, noi vi dobbiamo dire una cosa importantissima.
FELICE: Lo zio di questo povero giovine pe forza lo vò nzurà; l’ha scritto na lettera, dicennole, che se non lo fa subito, non le lascia no centesimo dell’eredità; si pò se nzora lo dichiara erede universale di tutte le sue ricchezze, e le regala pure 200 mila lire in contanti.
BENEDETTO: Oh! Guardate, guardate.
FELICE: Isso, però, D. Angiolillo, non ne vò sapé de matrimonio... vuole fare il prete.
FELICE: E per non perdere il denaro ha pensato... na pensata de criatura ma che potrebbe riuscire; d’accattarse la pupa movibile, ultima invenzione di Pietro Fanelli.
FELICE: E presentarla a lo zio come la sposa.
FELICE: Questa pupa, parla... piange...
ANGIOLILLO: Cammina...
FELICE: Fa tutto.
ANGIOLILLO: Tale e quale come na femmena...
FELICE: Mediante 12 bottoni che tiene nella cinta e che all’occasione si premono.
BENEDETTO: Possibile! Ma farà sbalordire!
ANGIOLILLO: Leggite, Rettò, leggite. (Gli dà il giornale, Benedetto legge piano e si consola.) Uh! Che piacere! Si me riesce ne voglio fà zumpe. Me nzoro sì, ma co na pupa, co na femmena mai, che bella cosa, che bella cosa! (Gridando e saltando per la scena.)
FELICE: D. Angiolì, e vuje non avita fà ammoina, ccà si lo sentono l’auti giovinotti, stateve bene! Chesta è na cosa che avimma sapé io, voi e il Rettore.
BENEDETTO (che ha letto): Ma sarà na cosa che farrà ascì pazza la gente! Che uomini, che ingegno, che talento!... Ccà n’atu pco fanno risuscità i muorti!
ANGIOLILLO: Dunche, Rettò, nui jammo?
FELICE: Mi date il permesso, Rettore, di accompagnarlo, e di aiutarlo in questa faccenda?
BENEDETTO: Oh, voi no, fratello; ad un prete non conviene mettersi in questi impicci.
ANGIOLILLO: E che male nce sta?
BENEDETTO: Tutto il male possibile! Voi scherzate!... Fratello, mi meraviglio di voi, non sò come avete potuto acconsentire ad andarci!
FELICE: Trattandosi che il ragazzo si pigliava 200 mila lire...
BENEDETTO: Ma peggio ancora, caro fratello, peggio ancora!
FELICE: Siccome il ragazzo diceva che appena preso il denaro tornava qua... (Vede il Rettore pensoso.) (Mò s’abbocca lo Rettore!).
BENEDETTO: Ah! Lui vuole ritornare qua?
ANGIOLILLO: Torno col maestro.
FELICE: Lui vuole assolutamente fare il prete, non ne vuoi sapere di matrimonio.
BENEDETTO. Ah! Allora va bene! Allora potete accompagnarlo.
ANGIOLILLO: Grazie. Rettore. (Bacia la mano.)
FELICE: Il Rettore si credeva che voi non tornavate più qua?
BENEDETTO: L’avete indovinato... mi dispiaceva per il ragazzo, del resto che m’importa.
FELICE: Non già per il denaro; che ne dobbiamo fare del denaro? Ormai abbiamo fatto il cornicione, la facciata.
ANGIOLILLO: Jammoncenne... maestro...
FELICE: Andiamo. (Prende cappello e bastone.) Io poi, Rettore, vi farò sapere qualche cosa, se tocca, anche con un telegramma.
BENEDETTO: Io pregherò il Cielo per voi. (Nel mentre i due si avviano.) Angiolillo, venite qua.
FELICE: La benedizione. (Angiolillo si avvicina e s’inchina, Felice s’inginocchia.)
BENEDETTO: Che il Cielo ti benedica, o innocente e casto fanciullo, che la divina Provvidenza ti assista e ti dia coraggio. Che la tua santa fermezza di rimanere celibe e di prendere il voto ti sia di guida, e di protezione; possiate riuscire nell’impresa, e tornare tu da me candido e puro come sei partito.
FELICE: Ammen! Ammen!... E non dubitare che con questa benedizione riuscirai in tutto; con la benedizione di questo Sant’uomo...
BENEDETTO: Eh! Un misero peccatore...
FELICE: (Co chisto caudarone!). (Viano dalla porta a destra.)